Capitolo 45

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Lei mi fece sedere e mi guardò dritta negli occhi.
"Carol, spiegami subito cosa ti è successo!"

Le lacrime rigavano ancora le mie guance e il mio cuore batteva forte. Avevo la vista sfocata e lei mi abbracciò ancora, stringendomi fra le sue braccia sicure.
"Riguarda Michael?" sussurrò con voce dolce.
"Tranquilla, ci sono io qui. Facciamo che prima ti calmi e poi mi racconti tutto, okay?"

Io annuii mentre il profumo dei suoi capelli si diffondeva nell'aria.
Si staccò da me e si avviò verso la cucina. Mi sedetti portando le ginocchia al petto.

Abby preparò velocemente un tè e me lo porse insieme a qualche bustina di zucchero.
"Ecco, tieni. Puoi metterci anche dieci bustine come sei solita fare, l'importante è che mi sorridi"
Io sorrisi fra le lacrime "Grazie, Abby"
Lei mi diede un altro abbraccio e tornò in cucina. Misi tutte le dieci bustine e bevvi il tè lentamente, lasciando che il calore mi scivolasse per la gola fino ad arrivare allo stomaco. Sembrava che il mio cuore facesse di tutto per uscire dal petto e gironzolare in giro, rovinato e calpestato. Guardai fuori dalla finestra del salotto di Abby e cercai di pensare a qualcosa che mi facesse stare bene quando vidi un quaderno che fuoriusciva dalla mia borsa.

Era il mio diario.

Mi domandai come fosse finito lì ma non lo considerai importante. Dopo averlo preso vidi che c'era un segnalibro su una delle pagine e lessi.

12/05/12

Nella mia vita ho ricevuto tanti quaderni su cui scrivere. Libri vuoti che la mia penna avrebbe dovuto riempire. Non ho mai saputo cosa scriverci. Non ero di sicuro una persona libera, anzi ogni giorno avevo qualcosa di più importante da fare. Poi ho avuto te e ci ho provato e chissà, forse ci sono anche riuscita. Non che tu avessi qualcosa in più agli altri, te lo dico sinceramente. Anzi, eri il più modesto, il più piccolo, il meno appariscente, ad anelli e con la tua copertina di cuoio. Avevi solo una targhetta sul davanti e le pagine profumavano di vaniglia. Forse è per questo che ti scelsi fra tutti gli altri: mi assomigliavi, sempre un po' in disparte, non particolarmente bello, semplice.
Come ti ho già detto non ho mai saputo cosa scrivere. Guardavo quelle righe perfette e mi chiedevo come mai avrei fatto a inserire i miei pensieri ingarbugliati, senza una logica, dentro a tanta perfezione. Però iniziai e la mano scrisse per me. Pensavo sempre che quando fossi diventata grande qualcuno l'avrebbe letto, qualcuno mi avrebbe ricordata in quel modo. Ma chi mai lo farà? A chi mai interesserà leggere il diario di una ragazzina dalla vita insignificante? Per loro è solo questo, una vita insignificante. Chi ricorderà la prima volta che sono andata in bici, chi ricorderà la prima volta che ho scritto o la prima volta che mi è caduto un dente? A volte penso che non basti una vita per conoscere qualcuno, penso che ci sarà sempre un particolare che sfugge. È facile descrivere le persone con quello che tutti sanno, come l'aspetto fisico o il modo in cui parlano o si vestono. Ma la verità è che sapere tutto di una persona significa conoscere ogni suo piccolo gesto, ogni sua mania, quello che lo rende veramente unico e speciale. Ad esempio mia madre, lei ha la costante mania di corrugare la fronte quando è nervosa o stressata. La sua voce si altera e le tremano le mani. È una sua caratteristica, qualcosa che la rende se stessa. Tutti sono capaci a notare il suo modo di vestire o il suo aspetto fisico ma solo io conosco il profumo che hanno i suoi vestiti, solo io so il modo in cui mette il pigiama sotto al cuscino, solo io so come apparecchia la tavola. E sì, forse sono piccole cose, ma sono essenziali. Conoscere una persona è viverla. È quello che cerco qualcuno che sappia conoscermi. Qualcuno che mi viva.
Jack.
Lui non riesce ancora a vivermi completamente ma ci sto lavorando. Una cosa che amo di lui è come arriccia le labbra quando prova ansia, o il modo in cui sorride, in cui si muove.
Brilla. Brilla di una luce particolare. Rischia di offuscarmi. La sua sicurezza è spaventosa e disarmante. A volte ho paura di lasciarmi sovrastare così mi ripeto 'Sei forte e non devi aver paura.' Lo sono. Sono forte. Sono quel quaderno ad anelli e di cuoio ignorato da tutti. Sono quel fiore diverso da tutti che nessuno vuole. Ma non mi spengo, anzi illumino tutto intorno a me.
Sono una stella. Non importante quanto il sole ma significativa, nel mio piccolo.
E se davvero questo diario verrà letto da qualcuno in futuro, se davvero qualcuno ora sta leggendo queste righe, chiunque lei sia, la prego di dire alla Caroline adulta che il dolore passa e che la felicità esiste. Soprattutto le ricordi che lei è più forte di quanto crede e che è non deve lasciarsi sopraffare da niente e nessuno. Le dica che troverà il coraggio nella sua famiglia e nei suoi amici e che saprà scegliere sempre qual è la cosa migliore per lei. E le ricordi di non dimenticare, di affrontare e di combattere. Sempre.

Avevo sorriso per tutto il tempo. Strinsi quel quaderno al petto e chiusi gli occhi cercando di rallentare il battito cardiaco.
Sono forte.
Quelle due parole echeggiarono in me provocando un sentimento strano, forte, intenso.

Abby tornò dopo poco con una tazza di tè anche per lei e qualche biscotto e mi guardò dolcemente.
"Ne vuoi un po'?"
Annuii e ne presi un paio. Mangiammo nel silenzio più assoluto, non si muoveva neanche una mosca. Lo scorrere del tempo era impercettibile e tutto sembrava sospeso su un filo, come se il minimo movimento o rumore avrebbe rotto l'equilibrio. Abby non era quel tipo di amica insistente che voleva sempre sapere tutto e subito. Lei aspettava, preferiva il benessere degli altri alla sua curiosità. Rispettava le mie scelte e mi era sempre vicina.

"Ora che ti sei calmata ti va di raccontarmi cosa è successo?"
La guardai negli occhi scuri e intensi e sospirai.
"Non voglio farti del male"
"Di che parli, Carol? So che c'è qualcosa che non va. Riguarda Michael?"
"Oh lui non mi parla dal compleanno di Josh.."
Abbassai lo sguardo ripensando a quella notte.
"Sapevo che c'era qualcosa che non andava. Che è successo tra di voi?"

Tentennai ricordando gli avvertimenti di Jack.
"Abbiamo capito che..non eravamo fatti per stare insieme"
Abby alzò gli occhi al cielo.
"Oh, andiamo! Non mentirmi! Non ho mai visto due persone essere così perfette l'uno per l'altra!"
Sorrisi lievemente ma compresi che non avrei trovato nessuna via di fuga. Dovevo dirle la verità. Ma non potevo rischiare..
"Abby, farò pace con lui e sistemerò tutto. Non devi preoccuparti di nulla, neanche di me"

Lei si alzò dal divano "Cristo, Carol, sei entrata da quella porta in lacrime! Sei la mia migliore amica! È ovvio che mi importa di te! Non ti vedevo così sconvolta da quando c'era Jack.."

Strinsi le labbra, gesto che fu colto dagli occhi attenti di Abby.
"Carol.."
Abbassai lo sguardo.
"Carol, dimmi che non è come penso"
Stavo per esplodere.
"Carol..Jack..è..tornato?"
La guardai per un istante, istante che durò una vita e annuii.
Rimase immobile, lo sguardo perso.
"Caroline..ora mi racconti tutto. Che ti ha fatto ancora?"
La sua voce era ferma e decisa ma sentivo che sotto sotto anche lei stava crollando.

E così le raccontai tutto, della sua comparsa, delle sue minacce, della sera con Michael, della collana con la stella e di quello che mi aveva fatto quella sera. Lei mi ascoltava, gli occhi pieni di terrore.

"E tua madre lo sa?"
"No e non deve saperlo. Nessuno deve saperlo! Abby, lui vi farà del male! Se scopre che lo sapete rovinerà tutto!"
Abby tremava di rabbia "Quello stronzo!"
Le lacrime tornarono ad inondarmi le pupille e lei mi abbracciò "Andrà tutto bene, Carol! Te lo prometto! Io ci sono, okay? Non sei da sola. Lo affronteremo ancora, insieme. E se vuoi oggi dormi qui"
"Io amo Michael, Abby"
"Lo so e credimi, anche lui lo sa. Ah, un'ultima cosa: non provare più a cercare di proteggermi nel modo in cui stavi facendo. Mai più"

La strinsi più forte mentre sentivo il calore del mio diario premere sul mio petto.

***

Avete presente la paura? Sì, quella sensazione che vi stringe lo stomaco e vi fa tremare. Quella è paura. E io ne avevo, tanta. Ma sapete cosa sì può fare contro la paura? Sapete cosa può sconfiggerla? L'amore. L'amicizia. La fiducia. So che non ci credete ma è la verità e un giorno ve ne renderete conto. Anche perché senza la paura non esisterebbe il coraggio. La paura ci aiuta, a volte. Siate amici e nemici della paura ma mai complici. Siate forti e coraggiosi. Ne siete in grado.

Fu questo che pensai prima di addormentarmi con Abby al mio fianco. E quella notte sognai. Sognai di Michael, le sue labbra e le sue parole. Sognai che mi prendeva le mani e che mi baciava. Poi sognai mia madre. Mi sorrideva.

"Tesoro, lotta per quello che credi importante. Vedila così: sei un uccello e vivi su un pesco. Sei molto abile nel volo. Un giorno però tutto il ramo su cui stavi si spezza e la tua casa, il tuo nido, cade a terra in mille pezzi. E tu, invece? Cosa fai? Cadi? No, voli. La forza sta nelle ali, non nel ramo e io e i tuoi amici siamo parte delle tue ali ma nonostante ciò sappiamo che tu sai spiccare il volo anche da sola"

#SPAZIOAUTRICE
Odiatemi in tutte le lingue del mondo haha
Ecco il nuovo capitolo. Come al solito spero che vi piaccia. Lasciate le vostre opinioni e se la storia vi appassiona molto non esitate a scrivermelo, mi fa piacere quando me lo dite :)  pubblicizzatela se ne avete voglia!

Alla prossima!

-Ludovica ☆

La mia è la stella migliore #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora