YEOLHANA | SPICCHIO UNDICI

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«Taehyung, dopo Madama Butterfly ti va di andare dalla signora Ito? Arisu mi ha detto che oggi dà arance candite gratis. Beh, se non puoi lo capisco.»

«Mi stai veramente invitando?»
Ritirò il naso per stizza Taehyung.
Per la via passava un autocarro dell'immondizia organica.

«Potrei starti invitando, sì.» rise sommessamente pel di carota, «Certo, andiamo in quel posto ogni santa volta però non saprei dove altro bere una lattina di birra in pace.»

«Ci sto, assolutamente.»
Annuì col capo Taehyung.

L'ombra del padre e dello zio dalle gote rosse si schiantarono accanto a quelle dei due ragazzi.

Madama Butterfly era appena giunta al termine.
Motivo per cui la signora è il signor Kim, Taehyung, Jungkook, Kim Seung-hoon, il fratello maggiore del signor Kim e la moglie, Kim Elijah, si erano ritrovati fra le strade.

Si erano piantati sul marciapiede del negozietto di fumetti.

«Hai sbagliato tutto nella vita, hyung
Il signor Kim serrò le labbra e andò bisbigliando sull'orecchio sinistro del fratellone.

Odiava il fratello maggiore come odiava il proprio figlio.

Taehyung con il bodyguard guardava di sbieco il padre a un metro di distanza.

La signora Kim, ancor più lontana, guardava di sbieco la moglie del cognato, Kim Elijah.

I due fratelli, insomma, iniziarono a polemizzare fra loro.

«Geloso della mia mogliettina tedesca?»
Rispose bofonchiando Kim Seung-hoon.

Gambe inguainate da un paio di pantaloni biancastri lo facevano più corpulento, proprio come il signor Kitagami.
E poi un mordente color castagna della camicia alla Robespierre gli snelliva la panciotta.

A tal punto il signor Kim fu d'umore nero.
«Altroché. La nostra famiglia è stata un punto cardine da generazioni e tu te ne vai da noi con la prima Bianca che ti capita nel mezzo della vita. Vero, i nostri genitori ti hanno dato la loro benedizione ma perché erano stati vincolati dalla tua cocciutaggine. Li hai costretti! Volevano che tu prendessi in moglie una coreana, una bella donna di Daegu, che tu li portassi a casa, dopo anche anni, dei bei nipotini... volevano che tu portassi avanti le nostre tradizioni anziché ripudiarci.»
Gesticolò moderatamente.

Dopodiché sempre il signor Kim, cocciuto soggiunse: «Come puoi macchiare il nome della nostra famiglia d'élite in questo modo? Ho tutti falliti intorno.»

«Ancora rimugini sul passato?»
Il suddetto fratello diede in escandescenza.

«Che vuol dire ancora rimugini sul passato? Tu eri il mio fratello maggiore, eri il mio modello comportamentale, ma alla fin fine sei stato quello che ha distrutto tutto. Ti rendi conto dei danni che hai riportato?» espose il proprio punto di vista il signor Kim.

Una stima prudente ovviamente aveva avuto il signor Kim per il saggio fratellone dell'epoca.

L'epoca di pavimento di legno di quercia levigato, groviglio di ventilatori ululanti e i mobili sbilenchi della casupola a Daegu dei genitori.
Nelle discussioni coi genitori aveva semore dato manforte al fratello maggiore, Kim Seung-hoon.
E ora sembrava pentirsi di aver parteggiato per quest'ultimo.

E menomale che si era ravveduto dopo la stupida, pressoché scioperata, giovinezza, dopo che Seung-hoon aveva lasciato casa.

«Senti, sarò schietto cosicché potremo finirla qui. I nostri genitori ti hanno fatto un lavaggio al cervello ed è per questo che pensi come loro. Hanno una mentalità contorta, come d'altronde tutti i coreani, ed è per questo che mi sono allontanato da loro. Dovevo assaggiare la mia libertà. Una libertà che non è propria della nostra società, là, della Corea del Sud.» prese a parlare a denti stretti il fratello maggiore, «Inoltre non ho intenzione di fare o adottare figli. Francamente preferisco farli e saper prendermene cura anziché trattarli come stracci.»

UNDER YOUR BREATH, TAEGGUKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora