97. Il cuore sfuggente di Hogwarts

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Blaise Zabini chiuse e riaprì gli occhi, cercando di venire a patti con quello che stava vedendo. Non sapeva cosa si era aspettato, ma di certo non quello. Era un calderone piccolo, opaco, ammaccato e leggermente crepato. Non pareva avere nulla di solenne, maestoso e, per la verità, neppure di magico. Era quello il piccolo oggetto che avrebbe potuto tenere tutti in scacco, dunque?

«Il cuore di Hogwarts?» chiese con tono dubbioso MacMillan.

«Sì, è questo il cuore» rispose con voce pacata e sicura Draco Malfoy. Sentiva, con tutto sé stesso, che era quello che stavano cercando.

«E tu che ne sai, mica l'hai mai visto.»

«Mac, non è il momento, sai? Possibile che tu non riesca proprio a capire che l'unione delle case è importante?»

Luna Lovegood non era certo solita rimproverare qualcuno, quindi tutti si voltarono, stupiti e ammutoliti.

Il ragazzo rimase in silenzio. No, effettivamente non l'aveva mai capita questa cosa dell'unione delle case di Hogwarts.

«Non importa, Luna. So che non mette in dubbio me. Mette in dubbio serpeverde quasi per abitudine. Ma è vero, l'unione ora ci serve. Possiamo salvarci solo così.»

«Okay, quello è il cuore, e adesso?» concesse il tassorosso.

«C'è una pozione da preparare, secondo gli appunti della professoressa River de Castillo.» Intervenne Hermione. «E dovremo usare questo calderone, anche se crepato.»

«Secondo me qui ci servono i serpeverde» disse Steeval.

Draco Malfoy scosse il capo, con un sorriso leggermente beffardo.

«In qualcosa siamo buoni, no? Sì, Steeval. Oltretutto conosco quella pozione, anche se non l'ho mai preparata. L'avevo già letta.»

«Io proverò a riparare il calderone.» La voce di Harry fu quasi un sussurro.

«No, non puoi, Potter. Solo l'oro dell'innocenza può. Devi aspettare.»

«Ma non puoi preparare una pozione in un calderone crepato!»

«No, però servono degli ingredienti speciali. Dobbiamo trovarli. Datemi mezza giornata. Devo rileggere la pozione, procurare tutto, capire se ci sono difficoltà. Poi vedremo il da farsi per riparare il calderone.»

«Draco, forse, nel frattempo potremmo provare a capire fino in fondo cos'è l'oro dell'innocenza, sì?»

«Puoi fare una ricerca in biblioteca con i corvi, siete tutti cervelloni, no?»

Harry Potter alzò la testa di scatto, qualcosa, nel tono del serpeverde, non lo convinceva. Lui sapeva di più, ne era certo.

«Okay, Draco. Hermione e i corvonero fanno la ricerca. I grifondoro e tassorosso cercano gli ingredienti con i serpeverde, io e te ci studiamo la pozione qui. I primini si riposano.»

«Io e te, Potter? E da quando ne capisci di pozioni?»

«Ho studiato per un anno sul libro del Principe, ne capisco abbastanza, credimi.» Il tono di Harry Potter era sibillino quanto quello di Draco Malfoy e aveva calcato apposta la voce sulla parola Principe, per sottolineare il fatto che lui sapeva di Piton.

«Se lo dici tu...»

«Io resto un attimo qui, se non vi dispiace, mi fanno male i piedi.»

Luna Lovegood guardava tutti con aria conciliante, come se avesse affermato una verità della magia.

«Sempre un po' sopra le righe, eh, Lovegood?» ridacchiò Daphne Greengrass.

«Okay, ragazzi, all'opera, tutti! Lasciamo i pozionisti tranquilli assieme ai piedi della Lovegood!»

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