86. Il vecchio pensatoio

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Blaise, Ginny e Hagrid erano nella stanza dove era stato di guardia Fuffi ormai da un bel po'. Avevano provato in lungo e largo a capire se ci fosse un passaggio, una nicchia o chissà cos'altro potesse nascondere un pensatoio.

«Niente, non c'è. Sei sicuro, Rubeus, che sia qui?»

«Sicurissimo! Il professor Silente veniva qua e faceva un incantesimo e poi si apriva una parte di là!» borbottò il gigante indicando la parte sinistra della stanza, mentre faceva sventolare la sua manona come un grosso ventaglio. «Solo che io non me la sono mai imparata quella magia là, è un incanto che lui faceva senza parlare, quindi mica lo so qual è.»

Ginny sbuffò, mentre Blaise tentò di nuovo con un Revelio. «Niente da fare, se l'ha nascosto Silente sarà complicato da individuare. Dovremmo passare al setaccio ogni pietra di questa stanza e non so se sarà sufficiente.»

«Professor Hagrid, in che punto ha detto che vi trovavate quando la porta si apriva?»

«Eravamo qui, esattamente dove siamo adesso.»

«E se il nostro potere fosse troppo debole?»

«Pensi che dovremmo chiamare Potter?»

Ginny sembrò pensarci su per un attimo. «Prima proviamo insieme, che ne dici? Hermione mi ha raccontato che una volta lei, Harry e Ron sono riusciti addirittura a disarmare Piton, con un Expelliarmus lanciato in contemporanea. Oh, quello fu un caso, non lo concordarono, ma può sempre funzionare di nuovo con un Revelio, o no?»

«Tentar non nuoce, Ginevra.»

La ragazza rise, alzando gli occhi al cielo.

«Al mio tre» disse Gin. «Uno... Due... REVELIO»

Al suono dell'incantesimo pronunciato dalle due voci insieme, si sprigionò una luce intensa e il muro di solidi mattoni grigi sembrò dissolversi come nebbia. Al suo posto, una profonda nicchia che nascondeva un pensatoio di marmo candido, striato da venature azzurrine.

«Accipicchia, per tutti i draghi del mondo magico! Ce l'avete fatta. Bravi ragazzi!»

Blaise afferrò la ragazza in vita e la fece girare, strappandole un gridolino e una risata. «Woh! Ginevra Molly Weasley, sei un portento!»

«Mettimi giù, sciocco serpeverde.»

«Sono un Caposcuola, rivolgiti con rispetto, bimba! Altrimenti non ti metto giù mai più!»

«Allora, metta giù il Prefetto Grifondoro, Signor Caposcuola.»

«Ah, il richiamo del dovere! E va bene, Prefetto, come vuoi! Ora però cerchiamo di capire dove sono le ampolle coi ricordi. Vedo solo un pezzo di marmo.»

«Caposcuola, se abbassi gli occhi... molto più in giù di quello che stai guardando ora, scommetto che vedi altro.»

«Oh, quelle ce le portava Albus.»

«Mi stai dicendo che qui non ci sono? Ma... e quella cassa?»

«Sono sicuro che le teneva dentro al mantello. Sì, più che sicuro, ecco.»

«Accidenti. Dovremo parlare con la Preside!»

«Ne schianterà di nuovo il quadro. E se parlassimo direttamente con lui?»

«Ma il quadro è in Presidenza!»

«Sì, certo, ma forse possiamo... Oh, non lo so! Mi dispiace farla inquietare di nuovo, povera Preside!»

«Ragazzi, ci sta un altro quadro di Silente. In cima alla torre di Astronomia, in sua memoria, sì, è lì che, insomma, lo sapete...»

«Andiamoci subito allora! Ma... Hagrid, che accidenti ci sta in quella cassa, prima che ce ne andiamo? Almeno, se abbiamo altre domande, gliele facciamo tutte insieme!»

La profezia dei fondatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora