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Erano in viaggio, c'erano lei e Seb.
Lui si era offerto di viaggiare in macchina così da non crearle ancora di più confusione. Giulia andava a stare nei dormitori della scuola, non poteva tornare a casa sua con Giovanni e non c'era altro posto.

Arrivati a Milano, aiutò la ragazza a sistemare la sua nuova camera. Giulia aveva poche cose e fortunatamente era capitata in stanza con una ragazza che pensava allo studio e agli sperimenti, non le avrebbe dato fastidio.

"Sai, ogni tanto penso che cambiare scuola sia meglio. Alla fine devo fare solo un anno" fa lei. "Non mi piace qui, non ci sono neanche i miei genitori. E non so chi sono i miei amici"

"Cerco di comprenderti e so che non è facile, però qui hai tutto"

"Forse adesso devo prendermi una pausa, Sebastian!"

"Ascoltami, non è così male come pensi. E poi, io anche se non seguirò i corsi sai che sono sempre tra i paraggi, alleno la squadra di ballo"

"Bene" simula un sorriso lei.  "Adesso riposo, ci vediamo domani"

Al suono della sveglia le viene una gran voglia di spegnerla ma non può assolutamente farlo. Si sente debole, sola e vuota. Ma al suo posto chi non si sarebbe sentito così?

Distrutta, andò alla prima lezione.
Si sentiva gli occhi di quasi tutti addosso, ma non dava peso a queste cose. Pur non ricordando il suo passato, aveva comunque gestito molte situazioni così e queste le hanno creato tanta forza. 

Quindi superò tutte le lezioni e nel pranzo si vedeva con Sebastian. Ed ormai tutti i giorni era la stessa routine, lo stesso vuoto, il rapporto con Sebastian era sempre più forte. D'altronde era l'unico per lei.
E lui, ogni giorno si impegnava per renderla felice, si era affezionato a lei e con Giovanni dinanzi non ha mai avuto opportunità di stringere rapporti. E questa non era una cosa bella, la sua gelosia non lo era.

"Ti piace?" Domanda lui guardando verso il lago, aveva deciso di portarla a cena fuori. Ma una cena diversa, con vista sul lago.

"Fa un po freddo, ma si sta bene" ride, ma non come una volta. "Di notte è così bello questo posto, di giorno è così grande che mi fa sentire sola"

Lui l'abbraccia, le dispiaceva davvero tanto di vederla così. Ma l'unica cosa che poteva fare è starle accanto.

Il giorno successivo la portò a vedere la squadra di basket della scuola. "Le ho allenate io quelle galline" prendeva in giro le ragazze che aprivano e chiudevano la gara con dei balletti.

"Si vede" ride lei. "Hanno imparato dal gallo principale" stava ritornando ad avere umorismo e a sentirsi forse come tutti gli altri. "Ordiniamo degli hot dog, come fanno in America"

"Giulia ma è cibo spazzatura"

"Anche tu sei spazzatura, ma ci esco lo stesso con te" ride per poi ordinare, mentre lui nasconde un sorrisetto. Forse di timidezza.

Il giorno successivo ancora lui si presentó in biblioteca. "Mi hai mandato trentacinque messaggi, che neanche mia madre e mi hai chiamato dieci volte"

"Ed io che pensavo di averti chiamato più volte, solo dieci?" Lo prende in giro lei. "Ho un big problema, con i compiti" sbuffa buttando la testa sui libri. "Inglese, matematica e italiano"

"Praticamente tutte le materie" fa lui.

"Devo prendere dei voti alti, ho delle insufficienze e devo superare l'anno".

"Tranquilla"
Lui cercava sempre di rassicurarla ed aiutarla in tutto. Quella sera restò con lei fino a tarda notte, come anche i giorni successivi, solo per farle prendere un voto alto e vederla sorridere.

"Sebastian!" Esclama Giulia entrando in quella che era la sua vecchia accademia, non conoscendo nessuno.
Il capo la guarda, con fare malinconico e dispiaciuto. "A chi cerchi?" Fa finta di nulla. "Ho sentito dire il nome di Sebastian, è nella prima aula a destra"

"Grazie " fa lei correndo via eppure quel posto non le ricordava nulla. "Seb!" Esclama entrando e vedendolo parlare animatamente con un'altra ragazza. "Ah, non sapevo" sussurra lei. "Volevo solo dirti.." "Fa nulla, a dopo"  e va via.

Quella sera si addormentò presto, era stanca per via dello studio e non riusciva più ad essere forte mentalmente.

Nell'ora di pranzo, lei pranzó da sola per poi tornare alle sue cose ed andare in camera a chiamare sua madre, che sentiva ogni giorno.

Sente bussare alla porta e appare il ragazzo biondo di sempre. "Hei" sussurra lui. "Posso entrare?"

Lei fa cenno di si.
Lei non sapeva il motivo, ma forse era scappata via perché le aveva dato fastidio vedere Seb con un'altra ragazza che non fosse lei. Passava sempre il tempo con lei e vederlo con un'altra era strano. Oppure, c'era altro sotto?

"Cosa è successo?" Chiede lui.

"A cosa ti riferisci?" Lei fa la vaga, Giovanni diceva che era brava jn questo.

"Ieri sei venuta e poi sei scappata via"

"Volevo solo dirti che ho preso nove al compito di matematica e italiano"

"Cosa?" Lui sobbalza su di lei e l'abbraccia, ma lei non si espone più di tanto e lui se ne accorge. "Non ti avrà mica dato fastidio che io ero lì con una ragazza?" La prende in giro ridendo.

"Assolutamente no" Fa lei. "Eri solo più impegnato"

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