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"Adesso devo riposarmi!" Esclama Giovanni buttandosi sul divano mentre Giulia apre le tende della finestra e osserva il panorama su Milano.

Avevano ormai sistemato tutta la casa come piaceva a loro, avevano fatto spesa insieme quella mattina e si erano divertiti tantissimo. Adesso condividevano tutto e condividere ogni vizio e ogni virtù, come si dice.

Si sarebbero conosciuti ancor di più.
"Di nuovo la convivenza" urla Giulia preparandosi.

Scendono di sotto e Giovanni apre la sua nuova auto e sfrecciano verso l'accademia di cui Giulia era ormai diventata preside e vice direttrice. Avevano in poco tempo stretto un ottimo rapporto con quello che per ora era ancora il capo. Era molto simpatico e ci teneva a far crescere quei ragazzi. Aveva visto del talento vero e proprio e non poteva che coltivarlo.

Ognuno va nel suo studio, ormai già arredati. Giovanni aveva i suoi dischi, la sua merce, le sue foto e i suoi trofei. Mentre Giulia aveva le foto a cui era affezionata, i trofei e le foto del ballo.

Insieme a Giulia c'era sempre la nipote del capo di tre anni, Eva. Ogni giorno si divideva tra lei e Giovanni e si divertiva a passare del tempo con loro. Non avendo i genitori e vedendo loro due così uniti aveva intravisto un esempio di famiglia. Ed il capo era molto felice di questo, perché sapeva che poteva fidarsi di loro.

Giulia organizzava le sue giornate, le sue interviste e le sue lezioni sia online che in presenza.

Anche Giovanni doveva per forza organizzare tutto. Aveva tante cose da fare, programmare eventi, firmacopie, concerti, lezioni di canto e scrittura. Avevano le giornate piene e a volte erano gli ultimi ad andar via ma per il semplice fatto che avevano tanto da insegnare ma allo stesso tempo da imparare.

La cosa che a Giovanni metteva ansia e stressava sempre Giulia era l'inizio della scuola. Infatti era già seduto nel suo ufficio ad infastidirla. "Sono troppo in ansia, so già che litigheró con tutti perché non mi capiranno"

"Ma non puoi semplicemente stare con noi e studiare per poi finire l'ultimo anno?"

"Sembra facile" sbuffa.

"La scuola è bella" Afferma Eva salendo sulle gambe di Giovanni e giocando con i suoi capelli. "È divertente"

"Si, certo. Tra qualche anno cambierai idea. Sono sicuro"

"Smettila di negativizzare tutti, anche lei!" Esclama Giulia. "Adesso devo lavorare, ho un colloquio. Puoi andare a scaldare la sedia nel tuo ufficio?"

"Stronza" fa lui

"Stronza" ripete Eva scatenando una risata in Sangio ed una brutta occhiata da Giulia. "Non si dice" la rimprovera Giulia. "Andiamo a cantare?" Chiede a Sangio che annuisce e la mette sulle spalle. "Andiamo a cantare, andiamo, andiam!" Urla per io corridoio.

"Dio, mio" Sbuffa Giulia.
Aveva così tanto lavoro da fare e cose da organizzare che le sembrava così buffo avere diciannove anni.

Dopo la giornata, tornano a casa e preparano le cose per la scuola.
Le altre giornate sarebbero state più tranquille perché sarebbero entrati nella routine con la scuola.

"Non mi sembra vero. Io e te qui. La scuola. I ragazzi. Il successo"

"Giovanni, ti stai montando la testa"

"Non chiamarmi così. E comunque no" sussurra. "La testa io" sbuffa " Guarda cosa mi devo sentir dire, da te"

"Puoi tranquillizzarti che non devi andare in guerra?"

"Cosa stai facendo Giulia?"

"Sto preparando un dolce al cioccolato, così magari ti addolcisci"

"Dai, amore. Ti aiuto io"

La bellezza dell'essere.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora