Cap.9: la casa

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Passarono diversi giorni dalle vicende della sala giochi, in questo arco di tempo il mio rapporto con Greta si solidificò, il contatto con lei mi faceva stare bene e non a disagio come con le altre ragazze, con lei sentivo di poter essere me stesso e di poter volare come una colomba facendomi dimenticare tutti i problemi, per la prima volta da mesi a questa parte, non avevo in mente Joseph.
Tra un'occhiata ed un sorriso, sabato arrivò ed era giunto il momento di andare a casa di Greta. Ci demmo appuntamento davanti il teatro di San Bartoli alle 17:00, la sarei passata a prendere dopo la fine delle prove; stavano preparando uno spettacolo chiamato "Be or not to be" con un attore esterno alla compagnia locale, ma non sapevo altro. Una volta lì, con lo zaino sulle spalle, aspettai Greta che non si fece attendere troppo ed insieme ci avviammo verso casa sua chiaccherando del più e del meno. Ci mettemmo una mezz'oretta, ed una volta lì, mi trovai davanti a una semplice casa di periferia a due piani

Superato il giardino e varcato l'ingresso, entrammo e mi ritrovai in una cucina/salotto in stile classico, arredata bene e tenuta in ottima cura, probabilmente opera di Greta date le altre figure che vivono lì dentro, posammo lo zaino e mi accomod...

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Superato il giardino e varcato l'ingresso, entrammo e mi ritrovai in una cucina/salotto in stile classico, arredata bene e tenuta in ottima cura, probabilmente opera di Greta date le altre figure che vivono lì dentro, posammo lo zaino e mi accomodai sul divano mentre lei, avvicinandosi al frigo, ne tirò fuori un succo all'ananas, di esso ne riempì due bicchieri e me ne porse uno, sedendosi affianco a me

"Grazie" dissi

"Figurati, l'ananas è salutare, delizioso ed ha anche un altro effetto segreto" rispose allegra

"Ah sul serio? E quale?" Chiesi incuriosito

"Eheh penso che lo scoprirai tu stesso" e sorrise

Io non capii.

"Ti piace la casa?" Continuò lei

Feci un segno d'assenso

"Sono contenta, ci tengo molto dato che sono io che me ne occupo, mio fratello... beh hai visto che tipo è, e mio padre è un musicista ed è sempre a lavoro viaggiando tra un locale e l'altro"

Non osai chiedere dove fosse sua madre.

"Dai basta perdere tempo, andiamo in camera mia, greco non si studierà da solo" concluse

Ci alzammo e seguendola mi portò in un piccolo corridoio che aveva un bagno su un lato ed una porta chiusa sull'altro, probabilmente camera di Yuri, davanti stava una scala a chiocciola che, una volta salita, portava al nido di Greta; era una camera spaziosa, le pareti erano bianche, stava un letto rosa pastello, degli scaffali pieni di libri ed... un computer da gaming con delle cuffie Razer Nari sul monitor, un frigo portatile rifornito di Monster, neon decorativi, un ventilatore vicino il computer e diversi poster di League of Legends, per terra dei pesi non troppo pesanti e ed un angolo adibito a postazione musicale, anche se la cosa che mi inquietò di più non fu la piccola teca con uno strano fungo dentro

 un computer da gaming con delle cuffie Razer Nari sul monitor, un frigo portatile rifornito di Monster, neon decorativi, un ventilatore vicino il computer e diversi poster di League of Legends, per terra dei pesi non troppo pesanti e ed un angolo...

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Ma lo strano cubo bianco che troneggiava in mezzo alla stanza, era piccolo e totalmente liscio e fissarlo mi... incuteva malessere, e se ne stava lì, troneggiante in mezzo alla stanza.
Ci mettemmo comodi ed iniziammo a ripassare, lei sapeva davvero tutto e questa sua cultura di ciò di cui parlava e raffinatezza nell'esposizione mi ipnotizzarono, ma nonostante questo mi impegnai e rimasi concentrato per non fare brutta figura.

Dopo due ore la mia buona volontà era terminata e Greta diede segno di aver capito chiudendo i libri, ci riposammo un attimo e poi rincominciammo a parlare

"Posso farti una domanda?" Chiese

"Certamente" Risposi

"Perché tutto un tratto ti sei interessato a me?"

Aspettai e scelsi le parole con cura
"Beh Greta, sono quelle cose che non ti sai spiegare razionalmente, ho fatto quello che l'istinto ed il cuore mi hanno detto di fare e poi... non lo so, c'è qualcosa di familiare e rassicurante in te, quando ci sei mi sento al sicuro, come se ti conoscessi già"

Lei sgranò gli occhi e rimase sorpresa dalla risposta

"Tutto bene?" Le chiesi "Ho detto qualcosa di sbagliato?"

Lei tornando con i piedi per terra

"No! No! Assolutamente! Anzi..."
E si avvicinò un pochino

"E tu che hai da dire su di me?" La incalzai

"Mhh... vieni più vicino, è una cosa segreta e non devi dirlo a nessuno"

Io stando al gioco mi avvicinai, ma non sentii nulla, anzi mi accorsi solo che i dolci occhi vitrei di Greta mi stavano fissando

Allora mi girai verso di lei

E lei si avvicinò un altro poco

E anche io mi avvicinai

Ed inevitabilmente, a forza di avvicinarsi

Ci baciammo



Un cuore per dueWhere stories live. Discover now