( 14 ) notte stressante.

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Ormai il sole era calato lasciando spazio alla fresca sera, che sarebbe anche stata piacevole se non fosse stato per il contesto.
Ero in pensiero per Thomas, e se gli fosse successo qualcosa? Non sai riuscita ad andare avanti, adesso capivo come l'aveva fatto sentire la mia assenza, era una sensazione di vuoto totale.

Arrivai davanti alle grandi porte chiuse del labirinto, mi sedetti a gambe incrociate e le contemplai sperando che da un momento all'altro si potessero aprire facendomi ritrovare Thomas davanti, ma, purtroppo per me, ero consapevole fosse impossibile.

<< pivella. >> mi richiamò una voce dietro di me.

<< Newt. >> ricambiai il "saluto" senza nemmeno girarmi, avevo capito chi fosse soltanto dalla voce.

<< posso sedermi? >>

<< mhmh...>> "risposi" positivamente continuando a guardare difronte a me.

<< vedrai che torneranno...sono delle rocce quei tre. >> disse il biondo guardando fisso le porte come me.

<< lo so...ma ti ricordo che Alby era ferito. >> gli feci notare. Lui sorseggiò l'intruglio disgustoso di Gally, me lo porse e, forse per la disperazione, lo presi e iniziai a bere insieme a lui.

<< muoiono sempre tutti. >> disse d'un tratto rompendo il silenzio che si era creato.

<< come? >> chiesi confusa non capendo la sua affermazione.

<< muoiono tutti, prima o poi anche noi moriremo sicuramente, e non sono io negativo...è così e basta. Tutti finiscono per morire in un modo o nell'altro, i dolenti ci faranno tutti fuori ancora prima che riusciremo a trovare quella caspio d'uscita inesistente. >> rispose nervoso serrando la mascella marcata.

<< non moriremo, ok? Troveremo quest'uscita costi quel che costi, intesi? >> cercai di "rassicurarlo" nonostante io in primis non fossi convinta del nostro drammatico futuro.

<< a volte mi chiedo perché ci abbiano messo qui come dei topi in trappola. >> sputò acidamente prendendo un altro sorso del liquido verdognolo.

<< forse per farci pagare qualcosa che abbiamo fatto nella nostra vita "passata" >> feci virgolette con le dita, era come se fosse una vita passata dal momento che non ricordavamo nulla.

<< se fosse veramente una punizione allora perché cancellarci la memoria? Perché non ucciderci e basta invece di farci patire questa sottospecie d'inferno?! >> chiese ormai arreso e spazientito.

<< da quanto sei qui? >> chiesi guardando il suo profilo contratto e nervoso.

<< 3 anni. >>

<< scherzi?! Newt, sei durato 3 anni! Non puoi arrenderti proprio adesso, tu più di tutti dovresti sapere che non bisogna arrendersi. >> dissi scioccata.

<< beh peccato che le mie poche speranze rimanente se ne stiano andando ad ogni secondo che passa. >> disse non curante. Io lo guardai tristemente e mi morsi l'interno guancia per non piangere nervosamente.

<< allora moriremo, moriremo tutti insieme. >> feci spallucce e lui ridacchiò.

<< tutti insieme. >> disse porgendomi il bicchiere come per fare "cincin".

<< tutti insieme. >> ripetei bevendo la miscela.

<< adesso vai a dormire, sarai stanchissima...>> disse dolcemente indicando le capanne poco distanti da noi.

<< voglio aspettare...>> ammisi sospirando.

<< sai che l'attesa è dolorosa? Invece- >> si alzò prendendomi il bicchiere dalle mani.
<< sei vai a dormire- >> mi prese la mano facendomi alzare in piedi.
<< riposi la testa e i pensieri stressanti. >> disse alla fine mettendomi le mani sulle spalle e iniziando a camminare verso le capanne.

<< pff...va bene papà! >> sbuffai facendolo ridacchiare leggermente.

Entrammo nella mia capanna e mi sedetti sulla mia amaca continuando a mangiarmi le unghie nervosamente.

<< datti una calmata o ti farai venire un esaurimento nervoso. >> ridacchiò mettendomi le mani sul petto per abbassarmi fino a farmi sdraiare.
<< non voglio che tu stia male quindi adesso dormi. >> disse serio mettendomi una coperta sopra. Lo guardai mordendomi il labbro inferiore in modo agitato, come se quel piccolo bruciore potesse permettermi di non addormentarmi e di sfogare il mio stress.
<< dormi...>> disse tristemente guardandomi un'ultima volta negli occhi lucidi, mi baciò la fronte ed uscì dalla mia capanna che si fece dannatamente silenziosa...talmente silenziosa che potei sentire i miei pensieri assumere reali forme e suoni, straziante.

Tutto troppo confuso, difficile, doloroso. Tutto era troppo per me.

Non riuscivo a chiudere occhio, guardavo il soffitto nella speranza che prima o poi il sonno avesse fatto il suo processo, ma, con scarsi risultati.

<< Thomas per favore torna...>> sussurrai lasciando le labbra schiuse appena sentii qualcosa di umido scivolare su di esse. Lasciai fare, non mi asciugai le numerose lacrime che solcavano il mio viso, magari la tristezza che riversavo al loro interno mi avrebbe fatta sentire leggermente meglio...anche se ne dubitavo.

Mi aveva abbandonata...perché? Se fosse rimasto con me saremmo stati insieme, si...preoccupati per i nostri amici ma almeno insieme. Sembrava impossibile, ogni volta succedeva qualcosa che ci divideva, il destino non voleva che stessimo insieme, ma lui, in poco tempo, era diventato l'unica mia salvezza, l'unica persona che mi permetteva di non perdere la testa dentro a queste mura spesse.

Ormai, arresa del fatto che potessi addormentarmi, mi alzai cercando di fare meno rumore possibile, e andai fuori. Magari l'aria aperta mi avrebbe fatto bene.

Il venticello della notte sfiorava il mio viso umido facendomi venire i brividi, il contatto freddo dell'aria con le mie lacrime calde mi fece uno strano effetto, ma era uno piacevole.

Misi le mani attorno alle braccia come per ripararmi dal fresco, mi avvicinai nuovamente alle porte e le guardai come se fossero state la rovina di tutti noi...beh, forse lo erano.

Quelle porte ci stavano rovinando.

<< sei una testa di splof. >> disse un'altra voce dietro di me, potevo stare sola un attimo?!

<< Gally. >> lo "salutai" un po' scocciata.

<< sai che guardando le porte non si apriranno magicamente, vero? >>

<< si Gally grazie per l'osservazione. >> dissi acidamente socchiudendo gli occhi e girandomi verso di lui con fare "minaccioso".

<< torna a letto pivella...fa freddo e l'ultima cosa che ti ci vuole è una febbre, su su...>> mi spinse leggermente verso le capanne facendomi sbuffare sonoramente.

<< Gally non verrò con- >> non mi fece finire la frase che, nonostante le mie opposizioni, mi prese in spalla a mo' di sacco di patate.
<< HEY! Mettimi giù testa di splof! >> lo chiamai come aveva fatto lui precedentemente dandogli qualche colpo innocuo sulla schiena.

<< prima ti porto a letto pivella. >> disse incamminandosi verso la mia capanna.

Feci un versetto annoiato e alzai gli occhi al cielo, ormai, arresa per la seconda volta. Cercai di girare leggermente la testa e guardai le porte allontanarsi gradualmente dalla mia vista, e in quel momento sentii come se i nostri cuori si stessero allontanando l'uno l'altro.







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Scusate se è corto ❤️🥺

 complicated love - thomasOnde histórias criam vida. Descubra agora