Capitolo 1

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                                                                          Logan

Nella vita avevo due grandi paure. La prima era quella di perdere la mia famiglia e in particolare il mio fratellino Andrew di soli sei anni. La seconda, invece, era quella di perdere una partita importante e deludere allo stesso tempo tutti coloro che credono in me.

Non sopportavo l'idea di poter deludere le persone a cui tenevo.

Dalle tribune partì un sonoro segno di disapprovazione, avevamo perso.

Mi sentii subito in colpa dopo aver realizzato che questa volta non avevo dato il meglio di me a causa di una stupida distrazione.

"Ehy amico, non preoccuparti, ci rifaremo la prossima volta, hai fatto il possibile" tentò di rassicurarmi Liam, il  mio migliore amico sin dall'infanzia.

Lui è Liam Collins, il tipico ragazzo impulsivo ed estroverso che non faticava a socializzare con chi non conosceva ; a primo impatto poteva sembrare una persona superficiale ma posso assicurarvi che in realtà sotto quella corazza si nasconde un ragazzo dal cuore d'oro.

"Non penso di aver fatto tutto ciò che potevo e sicuramente sapere che l'esito della partita  dipendeva da me che sono il capitano non aiuta a farmi sentire meno in colpa" risposi.

"Gli avversari erano molto forti ma nonostante ciò hai giocato benissimo, fidati di me" disse scompigliandosi il ciuffo rosso.

I suoi occhi azzurro ghiaccio incrociarono i miei, e in quel momento capì che non ero lo stesso di sempre, perciò mi trascinò negli spogliatoi dove fino a poco prima i nostri compagni di squadra si stavano cambiando mentre  parlavano di com'era andata la partita, e mi chiese cos'avessi che non andava.

Provai a mentire ma con scarsi risultati dato che mi conosceva meglio di come io conoscessi me stesso e fui costretto a dirgli tutta la verità.

"Bene, è molto interessante vedere come cerchi di mentirmi ma adesso parliamo seriamente, che ti è preso durante la partita?"

Feci un sospiro prima di rispondergli, forse per trovare il coraggio o le parole per spiegargli ciò che veramente fosse successo.

"Terra chiama Logan Hamilton" sussurrò Liam.

Infine, decisi di dire tutto al mio migliore amico, come avevo sempre fatto fin da quando avevo quattro anni .

"Durante il tiro decisivo, mi è sembrato di vedere tra la folla un volto familiare, quello di mia madre, così mi sono distratto e non ho visto l'avversario davanti a me che mi ha rubato la palla andando a fare canestro".

Dopo aver provato a consolarmi, Liam propose di andare a mangiare un panino al Mc Donald's come ai vecchi tempi.

Salimmo sul suo pick up blu e il vice capitano della squadra mise alla radio alcune canzoni del mio gruppo preferito, gli ACDC, per farmi stare meglio.

Cantare a squarciagola le nostre canzoni preferite con il vento tra i capelli è stato veramente liberatorio.

Venti minuti dopo arrivammo a destinazione.

Mentre ci avvicinavamo all'edificio facendoci spazio tra la folla del sabato sera, da lontano vidi un'inconfondibile chioma rossa, non poteva che essere lei, Alyssa Davies.

Non che avessi mai intrapreso una conversazione con lei ma a scuola è conosciuta da molti per la sua tendenza a non pensare ad altro che non sia lo studio.

Era la tipica ragazza timida e impacciata a cui non importava frequentare persone diverse da quelle che frequentava dai tempi delle elementari.

Sono quasi sicuro di non starle molto simpatico a giudicare dalle occhiatacce che mi manda quando pensa che io non la stia guardando ogni volta che ci troviamo nella stessa stanza.

"Ma quella non è Alyssa, quella che sta sempre sui libri?" mi disse il rosso con sguardo indagatore.

"Pare proprio di si...non avrei mai pensato di vederla in giro" risposi.

"Esatto, non credevo che le parole uscire e divertimento facessero parte del suo vocabolario".

Così entrammo e ordinammo un Big Mac e dei chicken McNuggets e poco dopo vedemmo Alyssa e la sua amica, mi pare si chiami Megan Anderson, sedute al tavolo accanto al nostro.

L'amica mi scrutò curiosamente ma non detti molto peso a ciò perché io e Liam continuammo a parlare del più e del meno prima di incamminarci verso il parcheggio dove avevamo lasciato la sua auto.

Infine, ci incamminammo verso casa mia, dove appena arrivati trovammo mio padre e mio fratello seduti sul divano a guardare una partita di rugby e ci invitarono ad unirci a loro anche se sono quasi convinto che Andrew non potesse essere più disinteressato di così.

Mangiammo molti popcorn guardando la partita e quando finì come speravamo festeggiammo correndo per casa e abbracciandoci tutti.

A fine serata, Liam tornò a casa sua e io mi recai nella mia camera al piano di sopra, mi misi sotto le coperte e ripensando a tutti gli avvenimenti della giornata mi addormentai senza neanche rendermene conto.


The last of usWhere stories live. Discover now