capitolo 3, st 2. Novità..

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La mattina seguente i due si svegliarono mezzi nudi uno sopra l'altro: "Ei, ei" singhiozzò Simon
"Si? Che c'è?"
"Penso sia ora di alzarsi, sai?"
"Giusto sì!" annuì ancora mezzo addormentato Wille dopo aver dato un veloce sguardo al suo orologio.
Una volta vestiti, il moro pensò che fosse meglio uscire di lì di soppiatto, in modo tale da non attirare l'attenzione, e così fece un passo in direzione della finestra
"Simon.."
"Sì dimmi Wille.."
"Sai che c'è?" ansimò un attimo, il moro si girò verso l'amato, che, avendo tutta la sua attenzione proseguì: "Non mi importa se ci vedono insieme o se sanno che abbiamo dormito nello stesso letto stanotte.." annunciò convinto
"Solo dormito?" Domandò con un ghigno dolce
"Sì Simon, sì.."
Wilhelm diede la sua uniforme di scorta a Simon, quest'ultimo si cambiò e insieme uscirono dalla stanza, mano nella mano..
Sentivano gli sguardi puntati addosso e i bisbiglii nei corridoi, ma a quel punto non gliene importava più nulla. Arrivarono alla sala grande giusto in tempo per la colazione, si sedettero e poco dopo li raggiunse un responsabile: "Solo gli interni possono stare qui" ricordò
"Sì, lo sappiamo, ma per oggi potresti fare una piccola eccezione? Al massimo ne rimetto del mio.." Rispose educatamente il principe.
Il responsabile fece un cenno di approvazione con la testa e si allontanò.
I due si scambiarono un'occhiata dolce, mentre il moro, con gli occhi pieni di amore, gratitudine e orgoglio verso Wille, gli fece capire che ci teneva e che quel piccolo ma grande gesto gli aveva fatto piacere. Poi allungò la sua mano destra fino a toccare quella sinistra del biondo, sotto la tovaglia, i due sentirono le farfalle nello stomaco..
Dopo le lezioni, Wille e Simon si separarono, il biondo andò agli allenamenti, mentre il moro si sentì obbligato a tornare a casa e dare delle spiegazioni a sua madre per l'assenza di quella notte..

Intanto Sara e Felice si dilettavano al maneggio, Rosseau e Felice erano molto più legati ora. L'allenamento procedette secondo i piani, poi, una volta terminato, le due ragazze si diressero verso la scuderia e, insieme, pulirono e spazzolarono lo stangone, infine lo accompagnarono nel box. Ci fu un momento, un attimo quasi invisibile, sfuggente, nel quale gli sguardi delle due ragazze si incrociarono, in quel breve, brevissimo lasso di tempo tutto si fermò. Rosseau nitrì orgogliosamente e quell'attimo magico si spezzò.

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