DUL | SPICCHIO DUE

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Nello stesso piano, il quinto, perciò c'erano un uomo anziano, indemoniato da riviste porno, una giovane vedova, due fratelli ai quali capitava spesso di discutere e una coppia giovane dal rapporto tossico.

Jungkook pensava: Io ce la sto mettendo tutta a lavorare tre volte, ma lei non smette di lamentarsi.
Shin-hye, invece: Io ce la metto tutta me stessa a non lamentarmi, ma lui proprio non mi vuole venire incontro.
A ragion venduta, Jungkook mai avrebbe fatto del male alla sorella e né tanto meno quest'ultima a lui.

Quel quartiere in effetti non aveva nulla di opulento e a drammatizzare ulteriormente la situazione era una statua.
L'oeuvre di un ragazzo che faceva di nome Arisu, studente di un'accademia d'arte.
Era una statua di una dea, dalle forme flessuose e giunoniche, che sudava sangue.
La statua, posta in mezzo al cortile del palazzo, prendeva il nome del suo ex, Tadase, che il giovane affermava a tutti di aver ucciso.
Odiava il suo ex come odiava quella gente che lo circondava bruscamente ma al tempo stesso lo amava a tal punto da dedicargli una statua di una bellissima dea.
Il quel quartiere Arisu era l'unico a non essere omofobo essendo omosessuale.

E, come se di problemi non ce ne fossero a sufficienza, pel di carota ora ne aveva un altro ancora.

•••

Il pomeriggio della pellicola.

In seguito al tramonto, il quale gettò lunghi riflessi rosei, l'atmosfera tra lo staff lagnone e soprattutto tra i due protagonisti si tramutò in qualcosa di più armonico.
Fu un'armonia di due contrari, la concordanza nelle discordanze.

La seconda volta a letto le cose furono più limpide per i due.

Tutto iniziò da uno sguardo conturbante del bodyguard, il quale risvegliò insoliti istinti in Taehyung, il cui corpo lo reclamò famelico quando gli andò ad allargare le gambe dalla pelle vellutata.
I due erano già nudi, uno sopra l'altro.

Jungkook sprofondò una mano sul cuscino dai leggeri fiocchi di imbottitura poiché la sua virilità, abbandonato al cielo, in realtà al soffitto, fosse alla portata degli occhi ingordi di tutti.
Soprattutto di Taehyung, che non perse attimi, che non vacillò neanche un po', prima di aprire quella fresca bocca sua e accogliere in un tutto unico la lunghezza di Jungkook.
Fece su e giù con la bocca.

Usufruì della lingua, dei denti, della saliva, pur di provocare un senso di completo e riposante appagamento, tale da far raggiungere l'orgasmo al suo compagno di giochi.

Una volta che Taehyung terminò il lavoretto orale e vizioso sul piano morale, il maggiore si andò a sedere sull'inguine di lui.

Fu un consiglio del direttore datogli sul momento.

Jungkook così ondulò la vita elastica contro di lui, si mise a muoversi dall'alto al basso, facendo grande pressione sul pene di lui, di vene traboccanti di sangue.

Jungkook aveva le natiche premute contro il suo inguine.

«Ah, cazzo.»

Ma a Taehyung tali azioni non piacquero affatto e per tal motivo cinse i fianchi del compagno e una volta che lo ebbe buttato sul materasso si mise sopra di lui una terza volta.

Sul suo viso si ampliò un sorriso innocuo.

Genuino nel cuore, baciò con bramosia le umide labbra del maggiore.

Le baciò un'infinità di volte e furono un'infinità anche i battiti del cuore di Jungkook, più che estasiato dalla dolcezza ma al tempo stesso dal muoversi in modo rude di lui.

Quel che Jungkook vide fu solo un giovane avvenente che gli ritornò a stare sopra, che lo baciò chissà quante volte e che lo guardò bramoso, come se non ci fosse un domani.
Un tumultuoso ed esteso allagamento di piacere straripò nel suo ventre.

Taehyung non avrebbe dovuto fargli un simile effetto.

Il pene del corvino si ergeva rigido come una sbarra nel frattempo che codesto lo costellava di baci bagnati su ogni angolo del suo licenzioso corpo.
Il pene non si erse da una matassa di peli, come pel di carota si fosse aspettato, bensì da una zona piuttosto pulita.
E fu in seguito avvolto da un profilattico.

Taehyung allora deciso afferrò le sue gambe e si mise in posizione.

«Lo so che è difficile, ma devi prendermi tutto, Jungkook.» chiamò il suo nome sussurrando.
Inarcò il bacino e s'introdusse dentro il maggiore.
Non fu gentile.
Ma non fu neanche rozzo.

Una forma allungata e tesa s'introdusse dentro il suo corpo e allora sentì l'accentrarsi della tensione nella zona dell'inguine.
Taehyung spinse dentro di lui fino in fondo.

La mescolanza di una sensazione penosa e una più stimolante presto si tramutò in una protuberanza incandescente in procinto di erodere le carni del maggiore.

Il bodyguard avvolse così il corvino con braccia e gambe, su furtiva esortazione di quest'ultimo, in modo tale da godere il più possibile.
Sì, perché più che girare un'eccelsa scena di vero porno, Taehyung voleva far godere il suo bodyguard, voleva lusingarlo con le carezze, con il suo approccio erotico che non di rado metteva in luce.
Voleva farlo suo.

«Mh.»

Jungkook si morse l'angolo del labbro inferiore prima di venire con un forte gemito, il quale venne udito chiaramente da tutti i componenti dello staff.

Errabondo, fu colto da puro erotismo quando le sue carni si contorsero e Taehyung quasi andò a colmarlo del suo seme.
«Jungkook...»

Taehyung si fermò a mezz'aria prima di rilasciare il seme dentro il preservativo e, sebbene avesse sbagliato nel chiamare il vero nome del bodyguard, sapeva che non ci sarebbe stato da preoccuparsi perché la cosa agli spettatori sarebbe passata inosservata.

Infine, i due protagonisti terminarono la recita con un assiduo baciarsi con passione.
Fu un connubio perfetto tra i loro corpi.

Anche dopo aver girato quella scena Taehyung gettò avido e di sottecchi sguardi sulla bocca del bodyguard, sul suo petto e sulle sue cosce.

Jungkook, copertosi con le lenzuola di lino le quali esalavano un pungente odore di sperma, stette a gambe incrociate sul letto a contemplare il tutto.

«Ottimo lavoro, ragazzi!»

Ore dopo, tutti furono pronti a lasciare l'edificio dopo un'operosa giornata.

«Jungkook! Vuoi prendere qualcosa da bere insieme a me? Oh, aspetta, insieme a noi?»
Il nominato scorse un riflesso intermittente negli occhi di Taehyung.

«Un'altra volta.» gli rispose dunque, abbassando il capo.
Aveva intravisto le due attrici giapponesi gracchiare ed era oltremodo plausibile che volessero trascorrere del tempo sole insieme a Taehyung.

La velocità con cui aveva deviato lo sguardo aveva provocato qualcosa nel pornodivo.

Quella stessa sera il bodyguard non stette fermo un attimo.
Rassegnò le sue dimissioni perché non voleva più fare il bodyguard.
E la medesima sera andò a sedersi sul parco odorante di piscio con una lattina di soda al limone in mano.

UNDER YOUR BREATH, TAEGGUKWhere stories live. Discover now