Chapter TWENTY-FOURTH

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Albus

"Sei una giocatrice di Quidditch. Non puoi dire così!"

"Non è come pensi.."

Non ci riesco proprio a mantenere su un'espressione scioccata o, comunque, seria di stupore, quando sono davanti a lei.
Sono un irrecuperabile? A questo punto, direi proprio di sì.
Voglio fare qualcosa in merito, e preservare un po' di facciata? Assolutamente no.

"Hai paura, Thompson." ghigno, beffardo, consapevole del rischio di un maleficio altamente probabile.
Ma non posso farne a meno: d'altronde, sono pur sepre una Serpe.

"Non ho paura." borbotta, assottigliando lo sguardo pericolosamente. "Non mi piace non avere il controllo, quando si vola, o in generale."

Distoglie per un attimo la sua attenzione da me, guardando in alto, verso non so che cosa, probabilmente alla ricerca di un po' di pazienza, e in fondo la capisco: a volte, non mi sopporto neanche io.

Ma non credo sia per questo. Non adesso, almeno.

"Hei..-"

"Dammi un secondo, Potter."

Posa le mani sui fianchi, i pugni chiusi. Probabilmente sono un cretino irrecuperabile, ma non è mai stata così bella, e fiera: sembra un supereroe. Chissà cosa si cela, dietro quell'affermazione, dietro quello sguardo che, puntato fisso contro il cielo, sembra sfidarlo, sembra invocarlo.
Sembra che si arrenda alla sua grandezza, riempiendosi di essa.

No. Non ho mai visto, o conosciuto, nessuno capace di esprimere ciò, restando muto, senza fiatare.

Nessuno che mi attirasse così tanto, nessuno che fosse capace di tirarmi via dall'inerzia senza neanche provarci, e senza che io fossi consapevole di essere in quel punto.

Torna a guardare giù, a guardare me. Ed è paradossale come sia io, a sentirmi piccolo di fronte a lei: in senso buono, di un timore reverenziale e sublime.

"Non mollare la presa, Potter." dice.

"Non lo faccio mai, Thompson." replico, ed è vero, e non mi fa paura il riferimento ulteriore in questo scambio di battute "Non mollerò la presa."

Tendo la mano e lei, senza tanta esitazione, la afferra.

Monto a cavallo della mia Nimbus, e la aiuto a posizionarsi dietro a me. "Stringi forte, quanto vuoi."

Sussulta, quando do la spinta verso l'alto, e piano piano ci libriamo nell'aria. Tutto comincia a farsi sempre più lontano, ed io mi sento libero, come sempre quando salgo su una scopa.
Che lei mi stringa forte e che, piano piano, si rilassi contro la mia schiena, non fa altro che impreziosire la mia libertà.

Voliamo al di là del lago, girando sulla foresta proibita, a ritroso verso il castello, e poi di nuovo, al punto in cui siamo partiti.

Quando scendo, e la faccio scendere, è una nuova - ma non troppo - consapevolezza, quella che vibra nelle mie corde vocali, in attesa di essere esternata ancora una volta, mentre non posso fare a meno di attirarla a me.

"Sono completamente, irrimediabilmente innamorato di Te, Thompson."

Aspetto che mi dia dell'idiota, come al solito, o che si allontani. E invece mi stringe più forte e, prima di poggiare di nuovo il capo contro il mio petto, contro il mio cuore, con un sospiro, con gli occhi fissi nei miei, dice "Anch'io, Potter. Anch'io, sono innamorata di te."



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