sette

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una decina di minuti dopo la chiamata, i miei vennero a prendermi dall'abitazione della signora, ancora molto preoccupata, più preoccupata dei miei stessi genitori.
salii in macchina e dopo aver parcheggiato sulla via di casa nostra aspettammo l'arrivo della polizia.
"scusate se vi ho chiamati a lavoro, ma avevo paura..."
"non fa nulla, tuo padre resterà a casa per un po' di tempo e poi faremo a turni."
deglutii annuendo.

all'arrivo degli agenti scendemmo dal veicolo e ci fecero alcune domande, poi iniziarono a controllare la casa.
intanto, un elettricista riparò il pannello, riattivando l'elettricità in tutta la casa.
gli agenti uscirono dopo una mezz'oretta, senza aver trovato nulla.
finalmente i miei iniziarono a preoccuparsi e a chiedere di fare qualcosa, perchè stava effettivamente accadendo qualcosa di molto insolito e strano in casa nostra.
decisero di mettere una pattuglia di controllo sulla nostra strada, la cosa mi sollevò davvero molto.

il sollievo non durò a lungo, ovviamente.
dopo essermi cambiata, essermi chiusa in camera, aver chiuso la finestra e abbassato le tapparelle, mi stesi sul letto.
il mio intero organismo era in uno stato d'allerta, tutto mi sembrava un pericolo, non avevo nessuno in cui trovare del conforto, se non il mio cuscino.
presi il cuscino da dietro la mia testa e lo abbracciai, sembrava stupido ma avevo davvero di abbacciare qualcuno... o meglio, di essere abbracciata, ma un cuscino con le braccia purtroppo non esiste e dovetti arrangiarmi...

mi risvegliai abbracciata al cuscino, con la luce accecante del lampadario sparata negli occhi.
a quanto pare mi ero addormentata per... per quanto? venti minuti? mi alzai e mi strofinai gli occhi, poi vidi qualcosa di rosso sul cuscino... sangue.
andai nel panico, mi coprii il viso cercando di non piangere, il cuscino era coperto di sangue...
poi mi accorsi di uno strano fastidio al naso e mi guardai le mani... sangue, mi era uscito del sangue dal naso.
ridacchiai tra me e me osservando la macabra scena, certo che era davvero molto sangue per essere una  semplice rottura di un capillare...
o magari no, con tutto lo stress accumulato negli ultimi tempi è quasi giustificabile.

tornai in camera con una nuova federa e con il viso e le mani pulite.
tolsi quella sporca dal cuscino e prima di mettere quella nuova trovai un nuovo pezzo di carta, era probabilmente stato infilato nella federa del cuscino...
presi un grosso respiro e girai il foglio:
"che ti ho detto? essere paranoica serve, saresti morta sennò, ma sei troppo bella e giovane per morire."
un brivido mi attraversò la schiena, era molto simile quello che mi aveva detto la signora colbies prima.
non avevo la forza di piangere, e poi non c'era nessuno in casa se non la mia famiglia, avevo sigillato tutto in camera, almeno per quella sera sarei stata al sicuro.
osservai a lungo il biglietto, esaminando la calligrafia, sicuramente alterata per non farla combaciare al vero "mittente", il colore della penna usata, il tono... tutto.
questa persona ce l'aveva sicuramente con me, non con la mia famiglia.
era l'unica cosa di cui ero certa, ero anche certa del fatto che sarei presto morta.
ma cercai di non pensarci, almeno per quella sera.


il giorno dopo a scuola fu decisamente strano, come avevo ipotizzato precedentemente erano iniziati gli interrogatori a tutti gli studenti ed insegnanti, poi sarebbero passati ai genitori degli studenti.
seguendo l'ordine alfabetico non ero una dei primi, dato che il mio cognome inizia con la L, lux d'altronde era una dei primi.
avrei potuto approcciarla... magari cercare di riprendere il rapporto, dopotutto non avevamo litigato o discusso, era solo gelosa di una relazione insesistente con la sua strana crush casuale su jack...

la ragazza stava consultando le liste, quindi ne approfittai
"hey... senti che storia ahah"
"eh già, spero che l'assassino non sia a scuola..."
"scusa-"
pronunciammo allo stesso tempo per poi sorridere ed unirci in un rapido abbraccio.
"non voglio essere più strana con te, perfavore bonnie ritorniamo come prima!"
sembra una tattica di manipolazione, anzi, lo è, la usa sempre, quando mi accorgo di quanto poco la nostra amicizia valga.
se non fosse per tutte le volte che ci salviamo la vita a vicenda l'avrei decisamente accoltellata nel sonno.
non ironicamente.
"ho bisogno di un'amica in un momento del genere quindi sì perfavore... ma non fare la cogliona con quel tuo jack del cazzo o altrimenti non ti parlo più"
la ragazza annuii e mi abbracciò di nuovo, un abbraccio che non ricambiai.
ero solo in cerca di un po' di affetto e lux era l'unica che in quel momento me ne poteva offrire un po'.

il piccolo momento di riconciliazione venne a capo quando, se-non-jack-chi si manifestò dietro a lux.
"ciao ragazze, ah no vero non posso parlare a bonnie, ciao lux"
restai immobile a fissarlo con un'espressione fissa di disprezzo misto a pumped up kicks dei foster the people.
"non vi parlate più? come mai?" disse bonnie fingendosi più stupida di quanto lo fosse già
"ah boh, qualcosa a che fare con la tua gelosia, te lo saresti mai immaginato?"
roteai gli occhi guardando lux e scuotendo la testa
"ma che gelosia... di cosa dovrei essere gelosa? non stiamo mica insieme..."
jack ridacchiò
"certo che non stiamo insieme lux, siamo solo amici"
sentii un nodo crearsi nello stomaco, il fatto che si stesse prendendo gioco di lux mi faceva allo stesso tempo incazzare e dire "cazzo sì, se lo merita quella stronza"

"sì, certo, bonnie dai... parlagli..."
"ho fatto le mie scelte, divertitevi..."

mi girai e uscii in cortile, avrei dovuto aspettare comunque l'intera giornata per svolgere l'interrogatiorio, tanto valeva restare a scuola, non di certo con loro.
l'espressione che fece bonnie mi diede sui nervi, perchè non ero riuscita a starmene per le mie invece di andare a parlarle? come ho fatto ad esserle amica per tutto questo tempo?
cercai di scacciare questi pensieri dalla testa infilandomi le cuffiette e sedendomi su uno degli scalini davanti al campo di football.

un auricolare mi fu portato via dall'orecchio e infilato nell'orecchio di un certo jack, che si era seduto accanto a me sullo scalino.
"ah sì, lana del rey, la ascolto, qual è la tua canzone preferita?"

you look as sweet as u tasteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora