sei

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altri giorni passarono, lux era anche tornata a scuola, rivelandomi che aveva avuto l'influenza e che mi aveva anche scritto, senza ovviamente ricevere risposte.
le spiegai la situazione dello "stalker" e sembrò essere comprensiva, ma passò subito a parlarmi di jack e  di come non le rispondeva ai messaggi e non le rivolgeva una parola se non per chiederle di me... mi sentii un po' in colpa, anche se tutto quello che avevo fatto era proprio stargli lontano per evitare situazioni del genere.
ovviamente glielo dissi ma sembrò quasi non credermi, mi fece arrabbiare e non poco, ma non le dissi nulla.

nei giorni successivi non ci parlammo molto, forse però era meglio così... d'altronde sembrava una doppiogiochista e quando ero da sola mi sentivo più a mio agio, almeno a scuola.
il lato negativo era però che fossi completamente rimasta senza amici, pensai quasi di ritornare a parlare con jack ma sembrava... brutto...
mi venne voglia di sbattere la testa contro un muro e farla finita lì, avevo perso un "amico" (anche se inquietante) per evitare di litigare con un'amica che ora... non mi considera più?

le giornate a scuola passavo molto più velocemente, i miei voti erano anche migliorati avendo avuto più tempo da dedicare allo studio per non pensare alla mia vita che stava cadendo a pezzi.
non avendo utilizzato il telefono per molto tempo iniziai anche ad imparare l'orario a memoria.

dopo circa una settimana senza telefono decisi di riprenderlo in mano e riaccenderlo, dopotutto sono un'adolescente in un'era in cui senza social media sei completamente fuori dal mondo.
non mi aspettai molte notifiche, vidi i vecchi messaggi di una lux "preoccupata", quelli del gruppo delle varie classi, alcune notifiche di instagram e twittter... nulla di che.

oh ma certo! per quanto riguarda lo stalker beh, a quanto pare l'allarme e le telecamere lo avevano spaventato un po', non si era più manifestato in alcun modo.
i miei genitori avevano ricevuto il permesso di prendersi una pausa dal lavoro per "tenermi al sicuro" , non che fosse servito a qualcosa... due dottori che pensano solo a guadagnare e guadagnare eviteranno sempre di prendersi anche un giorno di ferie.
risultato? dalle nove di sera a circa le 9 del mattino da sola a casa, con solo uno stupido aggeggio che fa bip bip se qualcuno apre la porta.
fino a quel momento era andata bene, forse non ci avevo fatto troppo caso per i troppi compiti assegnati, ma quando una sera scesi al piano di sotto per prepararmi un panino e vidi uno strano movimento in cortile tutto sembrò ricominciare da capo.
deglutii e mi avvicinai alla finestra cercando di cogliere più dettagli possibili, mossa da bionda stupida da film horror? probabilmente, sarebbe bastato un proiettile per farmi morire, ma nessun proiettile mi colpì, perchè dal cespuglio in movimento saltò fuori il gatto grasso dei vicini.
tirai un sospiro di sollievo e finii di preparare il panino, appoggiando il coltello sul bancone e sedendomi su una delle sedie attorno al tavolo.

concentrandomi sul rumore del masticare proveniente dalla mia bocca mi ci vollero ben due secondi per realizzare che la corrente era saltata... e che di conseguenza l'allarme non avrebbe funzionato.
sentii la sensazione di mille aghi che vengono insilzati nella punta delle dita delle mani, panico assoluto, pupille dilatate che sembravano oscurarmi la vista più di quanto lo fosse già.
la mia prima mossa fu quella di prendere il cellulare e attivare la torcia, la seconda fu prendere il coltello appoggiato sul bancone, la terza fu... uscire di casa velocemente e cercare di fare qualcosa per riattivare la corrente.

mi mossi velocemente, tenendo il coltello stretto in una mano e il cellulare nell'altra, svoltai l'angolo e arrivai al pannello che regolava la luce.
cercai di premere pulsanti a caso, poi notai che non era un problema di pulsanti, ma di fili.
i fili erano stati tagliati, tutti, completamente.
corsi subito fuori dal cortile cercando di raggiungere un punto in cui se avessi urlato mi avrebbero sentita.
nascosi il coltello nella tasca della felpa per non sembrare una pazza psicopatica e cercai qualcuno a cui chiedere aiuto.

mi avvicinai alla signora colbies, nostra vicina,  che annaffiava i fiori ogni sera.

"la prego mi deve aiutare, devo chiamare i miei genitori ma non ho credito sulla scheda, potrei chiamarli dal suo telefono?"
la signora poggiò il bagnafiori a terra e mi guardò preoccupata per poi annuire e porgermi il telefono.
composi il numero di mamma e rispose, stranamente, immediatamente.
"cosa ti ho detto riguardo alle chiamate a lavo-"
"mamma, hanno tagliato la corrente, tagliato letteralmente, i fili"
"dove sei ora? di chi è il telefono?"
"della signora colbies, potete tornare a casa? chiamare la polizia? cosa faccio?"
"torniamo subito, tu resta con lei per adesso, stai attenta"

attaccai e porsi il telefono alla signora, che mi offrii di entrare in casa.
mi sedetti sul divano e sorseggiai del thè che aveva preparato per me.
"la prossima volta che succede una cosa del genere, e preghiamo che non succeda più, vieni direttamente da me, capito bonnie?"
deglutii e annuii
"grazie mille... se non fosse per lei forse sarei morta come le altre ragazze..."
"non dire così, dio ci ascolta... sei coraggiosa e brava, non morirai di certo da giovane e bella come sei ora, va bene?"
accennai ad un sorriso, volevo davvero crederle, ma dopo aver anche scoperto il modo in cui anche le prime due ragazze erano morte non ero proprio sicura di poter sopravvivere ad un sadico del genere, sempre che fosse lo stesso che si stava aggirando vicino la mia abitazione.

la prima ragazza era stata ritrovata quasi completamente decomposta accanto ad un fiume a pochi chilometri di distanza da qui, anch'essa senza reni.
la seconda ragazza, senza reni ovviamente, era stata ritrovata in una cella frigorifera in una cabina di legno nel bosco.
le caratteristiche che accomunavano i tre cadaveri erano ovvie, la mancanza di reni, la mancanza di dna che potesse identificare l'assassino e la scuola che frequentavano.

seguendo questo ragionamento, tra pochi giorni la polizia avrebbe dovuto iniziare un interrogatorio a scuola.

you look as sweet as u tasteWhere stories live. Discover now