Cαριƚσʅσ 34

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Si soffermò a osservare i loro volti.
Guardò i suoi stessi occhi e pensò che erano luminosi.
Fissava la fotocamera con spensieratezza e fiducia nel futuro, dopotutto aveva lui accanto.
Chiunque poteva notare quanto fosse felice.

Taehyung era serio. Per sua stessa ammissione non riusciva a sorridere nelle foto, diceva che doveva sempre mostrare il suo lato da duro.
Eppure Jisoo si perdeva nel vederlo sorridere: quel sorriso sincero che gli partiva dagli occhi.

Ricercò proprio nei suoi occhi quel velo di malinconia derivante dal suo passato travagliato, ma non lo trovò. Come aveva fatto a non notare nulla per tutto quel tempo?
Capì quanto lui fosse stato abile a non far trapelare mai nulla di quella grande sofferenza che aveva nel cuore e ciò la portava inevitabilmente a domandarsi se lo conoscesse veramente.
Per l'ennesima volta si faceva la stessa domanda, per l'ennesima volta era portata a non fidarsi, per l'ennesima volta si domandava quanto lei fosse veramente importante per lui o solo un mero passatempo.

Le scese una lacrima sulla guancia, che prontamente cercò di tamponare.
Nonostante le sue paure, desiderava ancora avere quegli occhi luminosi, desiderava averlo lì accanto a lei.

Fece un rapido scatto dal divano, poggiò le gambe a terra e si alzò.
Ascoltò quello che le suggeriva di fare la pancia o forse il cuore, non riusciva più a distinguerli e silenziò la testa da tutti i tormenti che le venivano in mente.
Prese lo zainetto e le chiavi della macchina e uscì di casa senza nemmeno controllare in quali condizioni fosse.

Era un tardo pomeriggio di luglio e si era scatenato un forte temporale.
Jisoo corse veloce verso la macchina, cercando di non inzupparsi.
Mise in moto e partì, diretta verso l'appartamento di Taehyung.
Non era neppure sicura di trovarlo lì, ma doveva provarci.
La pioggia battente le offuscava la visuale, il traffico era ancora più in tilt visto che le strade si stavano allagando.
Pensó che quel tempo era l'espressione delle mille emozioni che la stavano attraversando: paura, speranza, ansia.

Non sapeva quale versione di lui avrebbe trovato: il suo Taehyung pronto ad accoglierla con un abbraccio o il Taehyung freddo che aveva lasciato con lo sguardo perso in quella macchina?

"L'importante è che io lo veda", pensó tra sé.

Dopo circa mezz'ora arrivò sotto casa di Taehyung.
Non riuscì a trovare un parcheggio vicino all'entrata, così fu costretta a correre sotto la pioggia per raggiungere il più velocemente possibile il portone.
Lo trovò aperto.
Iniziò a salire le scale fino all'ultimo piano, completamente inzuppata dalla testa ai piedi e con il cuore in gola.
Arrivò davanti alla porta del suo appartamento e respirò profondamente prima di suonare il campanello.

Dopo qualche minuto le comparve davanti Seojoon, con un'espressione sorpresa.
Dall'appartamento provenivano voci maschili e schiamazzi.

«Oh, ciao...», fece lui.

«C'è Taehyung?»

Seojoon si girò e lo chiamò:

«Tae è per te!»

Lei aspettò sul pianerottolo, mentre Seojoon le sorrise e tornò dentro.
Jisoo riconobbe qualche voce: dovevano esserci tutti gli amici di Taehyung.

Lo vide arrivare alla porta, appoggiandosi allo stipite con un braccio, maglietta grigia e bermuda neri, ciabatte infradito ai piedi.
Aveva un'espressione indecifrabile: serio, troppo serio, di certo non era il Taehyung che Jisoo sperava di trovare.
Lei abbozzò un timido saluto:

𝑨𝒏𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝒍𝒐𝒗𝒆 (𝐕𝐬𝐨𝐨)Where stories live. Discover now