Capitolo 69

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"Mia piccola apri quegli occhi"

"Respira cazzo?"

"Dobbiamo portarla via di qui"

"Dobbiamo accertarci prima  che sia viva cazzo"

"Mia ti prego apri gli occhi"

Non aprii gli occhi, potevo riconoscere quelle voci ovunque e sapevo che una volta sveglia loro non ci sarebbero stati e io ne avevo bisogno, in quel momento ne avevo disperatamente bisogno. Senti le costole protestare a ogni mio respiro e il mio corpo gridare per il dolore nonostante ciò rimasi  perfettamente immobile.

"Non sei morta sento il battito,  devi  solo aprire gli  occhi piccola, fallo per me"avrei  fatto di tutto per lui. Mi domandai  se lo sapesse, se nel profondo  sapesse che lo  avevo amato con tutta me stessa. Avverti appena il tocco gentile sulla mia guancia ma il profumo fu indistinguibile . Quanto avrei voluto che fosse vero. Mi venne da piangere. "Su piccola" già dovevo alzarmi, dovevo scappare.   I ricordi di quello che ero successo erano vividi nella mia mente, non sapevo quanto avessi dormito ma forse c'era ancora una possibilità che non mi avessero  scoperta. Immaginai  un ultima  volta lo sguardo serio di Rhett su di me, e la  sensazione de suoi baci e apri gli occhi. La prima cosa che vidi fu il nero, nero puro, nero cenere. Sobbalzai. Istintivamente portai  le mani in avanti spingendo e andai  a sbattere contro qualcosa di duro. Non distolsi lo sguardo dal nero, era come se riuscissi  a vedere solo quello. Doveva essere uno scherzo . Rhett era davanti ai miei  occhi,  capelli scombinati  ma oltre quello senza  alcun graffio . Non poteva essere vero giusto? Allungò una mano ma  mi feci ancora più indietro senza successo, la schiena premeva contro qualcosa di duro cosi girai la destra ma mi spostai cosi velocemente che non vidi mi anche dove atterrai. Non era un oggetto la cosa dura dietro di me ma bensì una persona, più precisamente Weston,  mio fratello maggiore. Avevo sbattuto la testa cosi violentemente da avere le allucinazioni? Ritornai a guardare Rhett. Era ancora li. Solo che non era come lo immaginavo, non mi guardò come suo solito ma sembra un cadavere, era bianco in volto, occhi sgranati,  labbra socchiuse. Riportai lo sguardo su Weston. Stessa espressione. "Scricchiolo " Oh dannazione . Davanti alla porta l'altro mio fratello Dante mi guardava  come se stesse osservando un fantasma. No dovevo rimanere lucida. Iniziai a  scuotere la testa e a indietreggiare, molto probabilmente sembravo una pazza ma loro non erano veramente  li quindi che importava. Giusto? Sentivo il sapore del panico, della paura prendere il sopravvento. Annaspai in cerca di aria mente con le mani spostavo via  i capelli dalla faccia. Mi allontani di  scatto quando qualcosa a mi sfiorò. "Mia occhi a me " non obbedì, fissai il pavimento e portai le mani alla testa. "Non è vero, non è vero, respira   " ormai dondolavo avanti e indietro . Oh mio dio mi sentivo morire. Sentivo il sudore scivolare sul mio corpo mentre l'aria gelida mi faceva rabbrividire vista l'assenza della  Maglietta.

Ivanov, il coltello.

Non potevo creder di averlo fatto sul serio. " È tutto vero, siamo  qui, sei libera." Non ci credetti, non sapevo perché ma in quei gironi ero arrivata alla conclusione che il mio inferno non avrebbe mai avuto una fine. "Occhi a me Mia. Ricordi New York? Ti sei fidata, fidati di nuovo, occhi a me piccola." New York , la notte sul balcone, l'ansia mi  stava per divorare, avevo  avuto un attacco di panico, proprio davanti a Rhett. Mi aveva cullata, non mi aveva  lasciata andare finché non mi ero calmata e poi si era preso cura di me. "Occhi. A. Me. Mia" obbedì, sposai le braccia e alzai la testa. Attraverso i  capelli intravidi quelle irridi  colore nero cenere che avevano fottuto  la mia mente dalla prima volta . Lui era qui ed era reale . Con la mano mi spostò i capelli ma mi staccai subito e  senza che potessi anche solo pensaci mi fionda tra le sue braccia. Avevo bisogno che mi stesse vicino . In un primo momento rimase fermo, immobile ma fu solo per un momento, le sue braccia si strinsero attorno a me, le mie costole protestarono ma le ignorai, esisteva solo Rhett in quel momento. "Sei qui?" Domandai tra alle lacrime "Sono qui piccola" strinsi le braccia attorno il suo collo. Inalai il suo profumo e mi lascia  coccolare. Dopo un pò però la sua mano destra volò sul mio collo accarezzandolo mentre con l'altra mi spostò i capelli "Perché sei qui?" Il suo sguardo si indurì, fu quasi come se avessi schiaffeggiato "Sei mia moglie Mia, morirei per te. Hai davvero pensato che ti avrei lasciata nelle mani di quel psicopatico? Avrei gettato il resto del mondo nelle fiamme, avrei ucciso  chiunque mi avesse ostacolato per riprenderti. Ho bisogno che tu capisca che non  importa quante volte litigheremmo tu sei mia e  che sia dannato prima che qualcuno possa portarti via da me" erano passati giorni e avevo pensato che mi odiasse  sul serio. "Dannazione   lo pensavi davvero " aprii la bocca per protestare ma non usci  nulla. "Ero arrabbiato Mia, non intendevo  un cazzo di quello  che ti ho detto, insomma pensavo che fosse chiaro che non ti condivido e che nonostante  tutto sei mia sempre e per sempre" già, me lo aveva ripetuto cosi tante volte che me lo sarei dovuta ricordare a un ceto punto. "Dobbiamo andare via "alzai lo sguardo, i miei fratelli erano davanti a noi e avevano lo guardo su di noi, più precisamente  su di me. Portai una mano alla bocca per soffocare un singhiozzo.  Perché erano qui? Diavolo   non mi importava neanche volevo solamente alzarmi e correre ad abbracciarli . Weston sembrò leggermi nel pensiero " Mi fa male solo dirlo ma non ora scricchiolo, adesso dobbiamo pensare a portarti via di qui okay?" Il tono che usò  mi strinse  il cuore , era  un misto tra il dolce e il divertito  esattamente come quando avevo dieci anni. Singhiozzai  e istintivamente  portai  una mano all'altezza delle costole. Il mio gesto non passò inosservato. Rhett mi sollevò mettendomi in piedi poi analizzò ogni centimetro  del mio corpo . Lo vidi stringere i denti. "Dove ti fa male?" Dappertutto . "Non è nulla, andiamo " Rhett scosse la testa. "Ti ho visto, ti fanno male le costole non mentirmi Mia. Come ti sei fatta male?" I suo occhi cercarono i miei, sentivo lo sguardo dei miei fratelli su di me. Pensai  di mentire poi   realizza  che ero in quella situazione di merda per aver mentito e mi convinci a essere "Mi sono buttata giù dalla finestra per scappare, non sono esattamente atterrata bene "la bocca di Rhett  sia aprii di alcuni centimetri. "Intendi quella finestra?" Con la mano la indicò e io annui poi prese a imprecare. "Ma che cazzo ti salta in mente? Ti saresti potuta rompere il collo!" Mi incazzai "Beh che avrei dovuto fare? Mi avrebbe uccisa!" Cercai conforto  in Weston e Dante ma anche loro sembravo  incazzati "È stato sciocco Mia, saresti potuta morie" alzai gli occhi al cielo. "Beh non sono morta no?" Rhett scosse la testa come incredulo poi si sfilò  la giacca e me la fece indossare "Oh questo sicuro, sei qui e stai discutendo con me,  significa che stai benissimo. "sogghignai  . Era dannatamente  vero. "Non lasciare andare  la mia mano. Se ti dico di correre tu corri intesi?" Lo guardai come a dire sulla  serio? Non mi ero fatta picchiare per salvarlo  per poi farlo uccidere pochi giorni dopo. "Non lo farai vero?"scossi la testa  "Non lascio nessuno di voi tre." Dissi decisa, Dante  e Rhett si guardarono poi annuirono. "Stai vicina a noi okay?" Annui  poi mi guardai in torno in cerca del corpo, sapevo che una volta uscita di quei la realtà  mi sarebbe caduta addosso ma per adesso dovevo uscire viva da quell'inferno,"Prima nella stanza c'era un..." mi interruppero   "L'abbiamo spostato , ne parleremo dopo " anche mai per quanto mi riguardava. Stretta nella giacca di Rhett  in mezzo a miei  fratelli  attraversammo il corridoio  il più velocemente possibile poi però qualcuno iniziò a spararci  contro.  Venni buttata per terra e coperta da un corpo  massiccio . Poi attorno a noi si scatenò il putiferio. Sentivo pallottole volanti   e urla ma non riuscii vedere nulla,  ero coperta dai corpi  dei miei fratelli  e i capelli mi impedivano  una vista chiara. "Libero?" La voce di Rhett  esplose  tra il baccano "Si tutto libero  procedete " I colpi cessarono, le urla con essi poi  uscimmo all'esterno. Il sole splendeva e  ci misi  qualche istante ad riabituarmi alla luce del sole. Ci fermammo e quello che vidi mi fece mozzare il fiato. Davanti   a noi, nel prato  di casa di Ivanov due schiere  di uomini formavano un lungo corridoio, due file di uomini armati fino i denti che abbassarono il loro capo quando mi videro. Capi immediatamente  chi fossero . New York e Boston, insieme , schierati  qui davanti a noi. "Cosa succede?"La mano di Rhett si posizionò sulla mia schiena abbracciandomi. "Non appena siamo usciti da quel magazzino li abbiamo trovati così, Dominic mi ha raccontato quello che hai detto   e a quanto pare  gli hai fatto aprire  gli occhi. Hanno minacciato di rivoltarsi se non avessimo trovato un modo di salvarti , molti hanno affermato che avrebbero  lavorato da  sol per venirti a salvare. " Mi aggrappai  al suo braccio mentre processavo le sue parole "Ma ho detto quelle cose per farmi odiare " mormorai estasiata.

"Ma hai detto loro la verità non è vero? "Beh si, ogni parla che avevo  detto era la sincera verità ma pensavo che si sarebbero rivoltati contro di me non che avrebbero combattuto per me. "Complimenti   sorellina, hai appena unito New York e Boston , sei riuscita dove hanno fallito in molti, per loro adesso sei tu il leader" non c'era mai stato una leader femmina, mai o almeno io non ero a conoscenza  "Ma io..." non sapevo  che dire. Io, il loro leader? Erano impazziti "Ci pensiamo  dopo adesso hai bisogno di un dottore." Avanzammo  in silenzio mentre quegli uomini abbassarono il capo in segno di  rispetto. Non sapevo cosa provare in quel momento era  tutto cosi surreale. Avanzammo fino a una macchina , Andrew e Jack con Sergei  ci stavano spettando li. Dominic  e Nathan   comparirono al nostro fianco. Guardai Andrew  avrei voluto  chiedergli un milione di cose ma lui mi sorrise   poi fece cenno a Rhett. Venni messa in macchina con Rhett al mio fianco e i miei  fratelli nella macchina dietro. "Dove andiamo?" Domandai "A casa piccola" si mi piaceva come piano.

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