Capitolo 65

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Rhett's pov

Gemetti di frustrazione quando l'ennesimo  tentativo  di aprire la porta fallì. Erano ore ormai che ero rinchiuso in quella cazzo di stanza, la gamba non aiutava  la situazione e nemmeno  i mie compagni di cella. Weston e Dante  mi avevano guardato  come un alieno non appena avevo varcato quella porta trasportato  da due uomini di Ivanov. Quando Mia mi aveva detto la verità non ero riuscito più a ragionare lucidamente, nella mia mente ripercorrevo tutto quello che era successo, tutto quello che  avevo pensato e le categorizzai come una grande bugia. L'avevo odiata, lo aveva  sempre saputo e non  mi aveva detto nulla, le  avevo dato più  di una chance per  dirmi la verità  ma aveva sempre taciuto. La cosa che mi faceva più male di tutte era che avesse creduto  sul serio che le avrei fatto del male una volta  saputa la verità, certo non l'avrei presa bene  ma  non l'avrei mai toccata. Mai. Avrei voluto uccidere Harris e Hughes per averle messo in testa una cosa del genere. Più di tutto odiavo me e lei, lei perché nonostante  tutto quello che avevamo passato  mi aveva creduto capace di fare del male  e odiavo me stesso  perché  non le avevo dimostrato il contrario. Era un casino ma adesso ero nella merda fino al collo. Quando ero arrivato davanti la magazzino ero furioso, Nathan mi aveva informato che per NY l'alleanza era  finita e che non avevano intenzione di collaborare  e li avevo  mandati a fanculo. Per fortuna le loro mogli erano state rilasciate e adesso erano sotto protezione dell'organizzazione di New York.   Odiavo essere in quella  merda di situazione, sarei dovuto  essere a casa con Mia e farmi spiegare  di nuovo tutto perché nonostante  mi avesse preso alla sprovvista e spiegato tutto avevo mille dubbi, poi l'avrei scopata e poi avrei risolto quella merda. Mi  pentivo  di come avevo reagito, non credevo a  quelle parole ma la rabbia aveva presso il sopravvento. Sarei dovuto rimanere lontano, lontano dai  suoi occhi tormentati e dalla sua aria di sfida, lontano dai suoi sorrisi  e della sua labbra, lontano dal suo tocco. Perché quello che si diceva in giro era vero, Mia era in grado di farmi fare qualunque  cosa volesse. Quando uno stronzo  mi  aveva  colpito  dritto verso la ferita riaprendola e mi aveva  catturato, pensavo che mi avrebbero   portato da Ivanov invece mi avevano chiuso in una stanza  con le persone che volevo  vedere di meno. Certo forse non esano a conoscenza della verità ma ero ancora troppo incazzato per ignoralo "Posso sapere che cazzo di problema hai ?" Ringhiò Weston nella  mia direzione, mi aveva detto di smetterla già un milione di volte ma l'avevo sempre mandato a fanculo e avevo ignorato ogni loro tentativo  di discussone. Doveva essere Mia a dire loro la verità ma avevo una dannata voglia di farlo.  Non ci fu tempo di rispondergli,   la porta si aprii e cinque uomini entrano, tutti e tre ci preparammo a difenderci ma l'uomo davanti ci sorrise "Vi vuole vedere" rimanemmo immobili valutando la situazione , non sapevamo il perimetro  dell'edificio, avremmo vagato alla cieca  ed eravamo  in netta minoranza, combattere sarebbe stato inutile. A quanto pare pensammo la stessa cosa perché tutti  e tre seguimmo i cinque uomini. Ci portano in una specie di magazzino, Ivanov era al centro, ringhiai alla sua vista, non ero stato informato che il  fratello d' Ivanov fosse arrivato ma  avrei  avuto sospettarlo  e uccidere suo fratello non era stata  una grande mossa a quanto pare. In quel momento temetti per Dante, ero incazzato ma eravamo stati io e lui a ucciderlo e i russi seguivano il detto occhi per occhio. Ci fecero inginocchiare e dentro di me avevo una gode voglia di prenderli a pugni per poter ignorare il dolore  alla gamba ferita quando la posai per terra, il sangue si era fermato ma faceva un cazzo di male. Ivanov sorrise avvicinando. "Sapete  non ero  molto d'accordo con mio fratello , perdere tempo con voi non avrebbe giovano a nulla ma invece lui ha esitato  e alla fine voi  l'avete ucciso" Mi piazzai un'aria annoiata sulla faccia continuando ad ascoltarlo "Non vedo l'ora di farvi implorare" fece un cenno  a qualcuno dietro  di noi, poi  sentii una porta aprirsi ma non distolsi  lo sguardo, il bastardo ci avrebbe potuto infilare un coltello in gola senza che ce ne accorgessimo. Qualcuno gli passo una pistola e ce la puntò  contro "Normalmente  ucciderei i vostri familiari ma ho questioni più importanti a cui pensare  e ho  già tutto quello che mi serve anche senza di voi"fece scorrere la  pistola  su di noi come per decidere  a chi avrebbe sparato per primo "Non puoi  controllare le nostre città senza di noi Ivanov " normalmente l'avrei appoggiato ma adesso che ero a conoscenza  del segreto di Mia capi cosa intendeva . Sapeva di lei, avrebbe potuto governare  entrambe   le città avendo solo Mia, sarebbe stata più semplice da gestire e senza noi tra i piedi nessuno le si sarebbe rivoltato contro. Mi  irrigidì capendo cosa stesse  succedendo e Ivanov   lo notò "A quanto pare a te è stata detta la verta non è vero Ward?" Non erano gli  Hall gli obiettivi e nemmeno io ma era sempre  stata  Mia. "Ti ucciderò" l'avevo lasciata a casa , da sola e  le  avevo detto di andarsene. Merda. Il cuore prese a battere forte, ero incazzato ma lei rimaneva mia moglie e nonostante tutto non era  cambiato quello che provavo per lei.  "Sono curioso di sapere come hai reagito, insomma tu  non  ne eri a conoscenza giusto? Com'è stato essere fregato  cosi?" Si avvicinò  e parlò in modo che solo io potessi sentilo ma  seppi che Dante  al mio fianco senti perfettamente. "Magari quando me la scoperò  e sappi che succederà a breve,  le lascerò  decidere dove prenderlo per la prima  volta giusto perché  la donna ha il mio rispetto"  ci vidi  nero e prima che potesse accorgersene  gli diedi  una testata. Avevo sete di vendetta perché sapevo  che  se ne avesse avuto la possibilità lo avrebbe fatto, avrebbe fatto esattamente  quello che  mi  aveva  detto, se Mia fosse capitata  nelle sue mani l'avrebbe  struprata   senza pietà. Il sangue  prese a scorrermi   dal naso poi una fitta lancinante esplose al fianco. Ispirai mentre sentivo  il sapore del sangue  espandersi  in bocca. Ivanov  si riprese subito e puntò la pistola su di me " Mossa sbagliata Ward, le hai  appena tolto il diritto di scegliere , dimmi   un pò,  che sapore ha quando viene ? Sai  cosa? Non me lo dire preferisco le sorprese "

"Fallo ma non vivrai abbastanza per mantenere la parola "Weston fece per alzarsi ma un uomo lo rispedì  per terra, il sorriso sul suo volto si illuminò. Merda ."Sai cosa Ward penso  che  sia un peccato che questi due muoiano senza sapere la verità.  Dopotutto riguarda  anche loro no?" I due Hall al  mio fianco si irrigidirono, Dante mi guardò ma  lo ignorai , doveva essere  Mia  a dirglielo  ma dannazione ci stavano per giustiziare . "Che ne dici  glielo  dici tu o io?"

"Chiudi il cesso" ringhiai facendolo ridere "Ti ha mentito ma nonostante  tutto sei venuto in loro aiuto, sono sicuro che è stata una sua richiesta."uno dei suoi uomini gli si avvicinò sussurrando qualcosa, l'espressione su Ivanov variò e si fece serio. "Beh a questo  punto morirete senza sapere la verità, il tempo a vostra disposizione è finito, fate un piacere e  salutate mio fratello  da parte mia" la pistola venne caricata e venne puntata su di me. Il mio primo pensiero   fu Mia, non era questo il finale  che avevo  in mente per  noi due, volevo avere una marea di figli con lei, volevo mostrarle la bellezza del mondo ,volevo renderla felice perché nonostante tutte le bigie  amavo quella donna.  Non riuscivo a ricordare l'ultima  volta che l'avevo  baciata , l'ultima volta che l'avevo  toccata. Avrei dovuto  fare di più, non avrei dovuto  dirle quelle cose. Non saprà  mai perché ho scelto lei me l'aveva chiesto per cosi tanto che avevo  immaginato di dirglielo su una terrazza, da qualche parte del mondo subito dopo averla scopata  M girai verso Weston  e Dante  e non so come in qualche modo loro capirono.  Non potetti indagare, la pistola venne caricata e poi sparò.

Non ci fu dolore,  non ci fu alcun bagliore bianco solamente nero ma quando aprii gli occhi scoprii di non essere per nulla morto, e nemmeno Dante o Weston si stavano dissanguando  sul pavimento. Il mio cuore batteva ancora e Ivanov sorrideva a qualcosa dietro di noi. "Che piacere conoscerla  finalmente , la stavamo aspettando  signorina Ward  o forse la dovrei chiamare  signorina Hall?"

Fu li che il mio cuore smise di battere.

Mia camminava in avanti, una pistola  puntata   alla testa e lei che a sua volta la puntava contro Ivanov. Non mi degnò di uno sguardo neanche quando ci raggiunse poi solamente quando  fu difronte  al pezzo di merda  mi guardò. E dannazione lo sguardo che mi lanciò mi distrusse. Vidi la consapevolezza della morte e la mia paura che si stava materializzando davanti a miei occhi. Mia avrebbe fatto tutto per le perone che amava anche morire e adesso in piedi davanti a me era venuta a morire per salvarci.

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