Capitolo 28

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Anche da dove ero seduta potevo ben vedere ogni singolo muscolo di  Rhett in tensione, aveva  i pugni chiusi e le nocche bianche. Per un secondo mi sforzai di vedere la situazione attraverso i suoi occhi, ero a terra, in ginocchio con lo sguardo di una che sa che è colpevole. Non so come mi abbia trovato qui, avevo chiuso la porta e la torcia non faceva cosi tanta luce da farla notare anche dal corridoio. Lentamente mi alzai in piedi lasciando a terra la  torcia. Nessuno dei due disse nulla ,lui era fermo, davanti la porta e mi analizzava,  mentre io temevo la sua prossima mossa. La temevo perché quello che avevo scoperto mi aveva dimostrato che io non conoscevo affatto Rhett e che forse lui era esattamente come Bradley. Velocemente i ricordi  di questo weekend si fecero spazio nella mia mente, in quei  giorni avevo seriamente rivalutato la situazione, pensavo, anzi credevo che Rhett fosse diverso. Gli avevo messo in mano la cosa più importante per me. La paura si strinse attorno la mia gola, non mi aveva fatto telefonare Chloe quindi non avevo una conferma che lei fosse al sicuro e se...? Nelle foto che avevo visto non c'erano bambini e sapevo che John non avrebbe mai permesso che la prendessero. Era l'unica speranza a cui potevo aggrapparmi  in questo momento.

Ti prego fai che stia bene

Se le fosse successo qualcosa avrei mandato tutto a quel paese e mi sarei diretta a New York e avrei detto la verità, che mi uccidessero pure bastava che avrebbero salvato lei. Feci per parlare ma Rhett mi precedette. "Non dire una singola parola, non peggiorare  la tua situazione" la sua voce era agghiaccio puro e non riuscì a non rabbrividire. Fece un passo in avanti e io ne feci uno indietro.  Sapeva cosa avevo scoperto? Non mi diede modo di capirlo perché in due falcate mi era davanti e mi afferrò violentemente il braccio avvicinandomi a lui. "Che diavolo stai facendo qui dentro eh Mia?" Le nostre labbra si sfioravano e il  mio corpo reagii alla sua vicinanza. Pensai a quello che avevo scoperto.  Dannazione. Aprii la bocca ma lui mi afferrò per il mento e strinse. "Non mentirmi perché questo non farà altro che peggiorare la tua situazione" effettivamente stavo per mentirgli, con una scusa banale tipo ero annoiata e curiosa

  non ho toccato nulla giuro

cosi richiusi la bocca. Non potevo mentirgli  senza che se ne accorgesse cosi rimasi zitta. Che avrei duro dire? In fin dei conti se quello che pensavo era corretto ci sarebbe arrivato da solo. Quando capii che non avrei parlato si incazzò ancora di più, con uno scatto repentino buttò tutto quello che stava sulla scrivania sul pavimento e mi ci spinse sopra."Hai intenzione di non parlare quindi?" Sembrava una furia, faceva paura ma mi costrinsi a fare un sorriso beffardo. Certo avrebbe  potuto uccidermi ma non mi avrebbe sentita implorare. Il mio sorriso lo fece scattare, mi girò in modo tale che fossi spiegata sulla pancia e avessi il culo all'aria e mi alzò violentemente il vestito. Cercai di alzarmi ma con una mano mi spinse di nuovo giù. "Vuoi giocare quindi? Non vedevo l'ora d fare questo gioco con te "Strappò le mie mutandine e con violenza inserì due dita dentro di me facendomi urlare. Strinsi le mani ai lati della scrivania e urlai. Incominciò a muoversi  ma non importava, per  quanto non lo volessi lo sapevamo entrambi il mio corpo avrebbe risposto."Perché sei qui Mia?" Si posizionò dietro di me, sentivo il suo cazzo premere sul mio sedere e poi  il suo petto adattarsi alla mia schiena . Le sue dita erano violente ma io trattenni i gemiti e rimasi  in  silenzio. "Stai rendendo tutto queste fottutamente difficile  cazzo e allo stesso modo fottutamente divertente" era una minaccia, non si sarebbe fermato finché non avrebbe avuto le sue risposte. Beh potevamo giocare in due. Sentivo il calore inondarmi i sensi ma mi concentrai sulle informazioni che avevo.  John mi aveva detto che Rhett poteva essere uno di quelli che avrebbe voluto  uccidermi  sa avesse saputo la verità ed effettivamente  io pensavo di aver capito cosa fosse successo ma non ne avevo la certezza e finché non l'avessi avuta non avrei potuto  agire.  Sapeva dove si nascondeva Chloe e se era tutto vero l'avevo  uccisa io con la mia bocca larga. Avevo bisogno che lui mi confermasse la verità prima che ponessi le mie domande. Le sue dita sparirono da dentro di me e per un secondo  mi concessi di respirare poi però quando le sentii davanti l'entrata del mio sedere mi irrigidì. Scattai  all'indietro cercando di alzarmi  ma la mano di Rhett mi spinse di nuovo giù. L'orgasmo non mi avrebbe fatta parlare lo aveva capito ma questo cambiava tutto. Il suo dito contornava l'entrata del mio sedere e io lottavo per alzarmi. "Lo volevo fare da settimane ma non era così che l'avevo immaginato Mia e credo che  neanche tu vuoi che sia cosi quindi dimmi la verità" lo avrebbe fatto sul serio? Prima avrei detto di no ma adesso non sapevo più a  cosa credere. "Fottiti" ringhiai e lui rise.  "Vuoi veramente che sia cosi?" Mi domando con le labbra a pochi centimetri dal mio orecchio. Non risposi, in quel momento avrei voluto ucciderlo. Urlai, mi dimenai ma non gli diedi nessuna delle riposte che voleva cosi il suo dito mi penetrò, non fu violento ma il mio corpo si immobilizzò  lo stesso. "Se lo fai " dissi tra un respiro e l'altro "Non ti perdonerò mai" lo intendevo  davvero, questo non l'avrebbe reso diverso da Bradley. Lo sentì  irrigidirsi  poi qualcosa di liquido e freddo mi venne spalmato  sul sedere. Con il dito ancora dentro mi massaggiò il liquido  attorno, senti l'eccitazione salire ma mi morsi la lingua. "Che ci facevi qui dentro? Ultima possibilità. Tanto prima o poi mi risponderai sta a te decidere quanto potrai sopportare" era tutto cosi fortuitamente incasinato. Scossi la testa mentre una lacrima mi rigava la guancia. Una volta fatto non sarei  più potuta tornare indietro. Una volta fatto l'avrei ucciso. Lo senti  sbottonarsi i pantaloni e quando liberò il suo cazzo lo sentì premere su di me. Avrebbe fatto male, lo sapevo,  Rhett era troppo grande e un dito non avrebbe mai potuto prepararmi  alla sua grandezza  ma era proprio questo il punto. Mi irrigidì  ma non mi opposi, una volta deciso Rhett non sarebbe tornato indietro e  non potevo chiedergli di rivelargli la verità.  Tolse il suo dito e sentii la punta del suo cazzo premere  sulla mia entrata. Si fermò per un secondo, sentivo il suo respiro pesante e sapevo che stava aspettando una qualche risposta da me ma non fiatai e lui ebbe la risposta che stava aspettando. Scattai all'indietro  un'ultima volta ma venni spedita  giù con uno strattone. Poi lo sentii spingere.Mi irrigidì tutta,  sentì la sua cappella contro il buco e il dolore iniziò a farsi sentire. Un'altra lacrima mi rigò la guancia e non so perché una furia mi investì "Fallo cazzo"  urlai. Rhett si immobilizzò per un secondo poi però continuò. Era lento, sentivo la sua esitazione e la cosa mi faceva incazzare. Tutto quello che avevo scoperto mi stava distruggendo dentro. Avevo davvero pensato che Rhett fosse diverso, cazzo mi ero concessa di fantasticare su dei figli con lui. Che stupida che ero stata. "Fallo cazzo! Fallo cosi potrò odiarti una volta per tutta. Fallo, dimostrami che quello che si dice in giro su di te è vero! Fallo, cazzo!" L'aria nella stanza divenne improvvisante elettrica.  Improvvisamente venni girata e in una sola mossa mi fu dentro. Le sue dita si strinsero attorno al mia gola mentre lui entrava e usciva da dentro di me. Rimasi con gli occhi chiusi per alcuni secondi poi quando la  realtà  mi investi li  riaprì. Non l'aveva fatto. Perché? Incontrai i suoi occhi, era come se avesse alzato una barriera tra lui e il modo. Tra lui e me.  Era violento  ma il mio corpo lo stava adorando. Usciva dentro e fuori  rudemente  e sentii l'orgasmo  mancato di prima risalire. Ringhiai e la sua stretta attorno il mio collo sui rafforzò . Fu violento, era una bestia vera era e propria. Mi stava distruggendo ma sapevo che in qualche modo anche io stavo facendo lo stesso con lui. Sentii orgasmo salire sempre di più, quando chiusi gli occhi lui mi strattonò, voleva che lo guardassi. Non riuscivo più a pensare lucidamente, eravamo solo io e lui e i nostri  corpi che sbattevano l'uno contro l'altro. "Rhett" urlai e  pensai che si sarebbe staccato ma venimmo insieme.  Scivolai nella passione dell'orgasmo e cercai di riprendere il respiro, la stretta attorno la mia gola non si staccò ancora mentre lui appoggiò la testa sulla mia spalla. Fu il primo a riprendersi e  alzandosi finalmente staccò  la presa dal mio collo,  si rivesti  velocemente senza degnarmi di uno sguardo mentre io rimasi seduta sulla scrivania, nuda e con il respiro irregolare.     Ma quando cercai di fare lo stesso mi ributtò di nuovo sulla scrivania. Una volta rivestito mi riafferrò per il collo e si avvicinò  a me, le nostre  labbra si sfioravano e mi sollevò con una mano attorno il mio sedere e l'altra  stretta alla mia gola."Non ho ancora finto con te" non riuscì  a nascondere  la paura e quando i suoi occhi neri la intercettarono lui sorrise. Quanto avrei potuto resistere ancora?

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