Chapter SIXTEENTH

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E di sorridere come un'idiota.

Sì. Anche guardarla da lontano, così come ho fatto per quasi tutta la vita, mi rende felice. Mi fa sorridere.

Lei mi fa sorridere. Mi fa bene al cuore.

Sono consapevole di questo. Ed esserlo, mi convince ogni giorno di più che ciò che abbiamo non può essere un male. Non è un male.

"Chiudi quella bocca. Stai sbavando, non è un belvedere."

Fred mi richiama sul pianeta terra con uno scappellotto. "Io sono sempre bello da vedere!" esclamo, fingendo di essere offeso.

Getto la pala a terra, asciugandomi la fronte col bordo di questa maglietta ormai giunta al limite.

"Fossi anche tanto intelligente, saresti a cavallo." dice lui.

Dalla tasca posteriore dei jeans, estrae le nostre bacchette "Ora che Rose non c'è, possiamo smetterla di fare le pulizie alla babbana?" chiede.

Ghigno in risposta. Quando Rose si ci mette, sa essere veramente convincente circa le sue idee di merda - che capitano una tantum, perché di solito ha delle idee geniali, e quindi quando capita l'occasione, definire un'idea delle sue di merda è proprio una soddisfazione -

"E già che ci siamo, ora che sono tutti impegnati, o fuori... Mi spieghi perché avete deciso di sganciare la bomba proprio oggi?" domanda il mio migliore amico.

Non vuole darlo a vedere, che è preoccupato, perché solitamente è così che facciamo: non ci preoccupiamo troppo delle conseguenze, perché farlo toglierebbe il gusto a quel carpe diem cui siamo devoti.

Ma questo non è 'di solito'. Non è una punizione della McGranitt per aver allagato 'non di proposito' l'aula di Trasfigurazione per evitare un compito in classe. Non è nemmeno una strigliata delle nostre mamme perché il divano del soggiorno alla Tana ha preso fuoco - sempre non di proposito -

È qualcosa di più grande, talmente grande che non si può evitare. E che potrebbe distruggere ogni cosa, ogni affetto, ogni sicurezza che abbiamo.

Ed è per questo, che Fred è preoccupato, anche se non vuole, appunto, darlo a vedere.

È preoccupato perché teme per me e per Dominique.

Perché la cosa che più ci rende felici, che più ci appaga, potrebbe potenzialmente - anche di più - portarci a fondo, e portare tutti gli altri insieme a noi.

Ma non avrebbe senso, continuare a fingere. Non voglio vivere nella menzogna, perché le menzogne portano alla paura. E dalla paura, all'odio, e infine alla sofferenza vera e propria, il passo è veramente breve.

È quello che dico a Fred, mentre ripongo la bacchetta nella tasca dei pantaloni, e comincio ad avviarmi dentro casa.

"James.."

"Fred, ti prego... Non cercare di convincermi del contrario, okay? Sono perfettamente consapevole di essere nella merda fino al collo, e di averci trascinato anche Dominique. Ma non posso... Non posso continuare a.."

"Volevo soltanto dirti che io sono con te, con voi... che sì, insomma... Non siete soli, ecco.."

Con Fred al mio fianco, ogni cosa mi è sempre sembrata un po' più semplice da affrontare.

Questa volta non è da meno.


*****




"Oggi!!???"

"Rose, per l'amor del cielo, vuoi abbassare la voce? Albus non lo sa!"

Sì, forse dare di matto in un piccolo supermercato, su una questione abbastanza delicata e, soprattutto, segreta, non è il massimo.

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