59. Post riunione

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«Ci vediamo in giro, Weasley.»

Ginny sentì una stretta nello stomaco: lʼaveva ferito, lo sapeva. Lʼaveva fatto di proposito, per giunta. Arrossendo, gli afferrò un polso. Per un attimo fu certa che lui avrebbe semplicemente scrollato via la sua mano, ma non si mosse.

«Ginny... Che vuoi da me?»

«Sono stata... scusa, Blaise.»

«Perché dobbiamo sempre scontrarci? Io... Non lo comprendo.»

«Per stare lontano. Perché è il solo modo che ho per non aver paura. Io non sono... Blaise, io non...»

«Hai paura di me?» il tono del ragazzo era sgomento.

«No, in realtà no... E sì... Per Merlino, che confusione! Mia mamma ti ha fatto un maglione per Natale.»

Blaise sgranò gli occhi: ma che stava succedendo?

In quel momento anche gli altri stavano uscendo dalla capanna di Hagrid.

«Un maglione?»

«Ci vediamo dopo. Te lo porto.»

«Do... Dove?» chiese il serpeverde, ma la ragazza non rispose, dileguandosi verso il castello.

«Dove cosa?» soffiò Draco sopraggiunto con Hermione e gli altri. I due ragazzi rallentarono, per attendere il ragazzo, che era rimasto impalato.

«Niente.»

«Tu non me la racconti giusta. Hai parlato più chiaro con la piccola rossa?»

«Ma smettila!»

«Forse però dovresti ascoltarlo, Blaise!» Hermione gli sorrise dolcemente. Le pareva di essere tornata indietro nel tempo, quando tentava di spiegare le emozioni di Cho Chang a quel testone di Harry. «Dovresti farti capire! Eppure i buoni consigli sai darli!»

«Cosa siete diventati voi due? La posta del cuore di Strega Moderna?»

«Scemo, ti vogliamo bene. E no, non lo ripeterò.»

«Andiamo al castello... e aspettati un gufo!» ridacchiò Hermione, prendendolo a braccetto.

«Un gufo?» domandò Draco perplesso.

«Certo! Mi pare che qualcuno gli debba dire dove... e suppongo anche quando

~

«Ehi, cucciolo! Nessuno ti dà retta, oggi? Eh? Nessun grattino?»

Daphne era china, nei pressi dellʼorto delle zucche. Gli altri se nʼerano già tornati al castello, ma lei aveva desiderio di stare allʼaria aperta. Da quando aveva subito la maledizione Imperius, si sentiva sempre più a suo agio quando era allʼaria aperta, anche se si rendeva conto che non era di certo una sicurezza. Tuttavia, poter vedere ovunque, non dover pensare che ci fossero persone nascoste in una nicchia o dietro unʼarmatura, la faceva sentire più leggera. Credeva di essere rimasta sola, a parte Hagrid che, come concordato, era rimasto nella Capanna. Cʼera però ancora una persona: Charlie Weasley. Il ragazzo la osservava. Daphne Greengrass si era rivelata un enigma, da comprendere con pazienza. Bella, quello era indubbio. La sua bellezza era stordente e oggettiva. Ma non era tutto lì, altrimenti Charlie avrebbe perso ben presto interesse per il suo mistero. Intelligente, pure. Anche quella era una caratteristica indiscutibile. Spigolosa. Accidenti se lo era! E decisa, pure: aveva contrastato la maledizione con la testardaggine di un Troll di montagna. Ma dolce? Tenera? Con Thor pareva di sì, ma lui era certo che, se si fosse avvicinato, lʼavrebbe vista glaciale come sempre. Chi era dunque Daphne Greengrass?

«La vedo, sa, Professore

Sempre quel tono. Charlie alzò gli occhi al cielo.

«Sei fuori dal mio posto di lavoro. Non è strano che io sia qui, sai?»

«Non intendevo quello. Può avvicinarsi, non mordo.»

«Non ne sarei così sicuro, ma io sono abituato ai draghi! Penso di potercela fare.»

«Mi sono sempre chiesta cosa lʼabbia spinta a venire qui a insegnare a un branco di ragazzini...»

«Minerva aveva bisogno di qualcuno. La mia famiglia aveva bisogno che io fossi più vicino.»

«Oh, mi scusi. Tendo sempre a non riflettere su questo particolare... La famiglia. Ormai siamo solo io e mia sorella Astoria, e lei è al sicuro a Beauxbatons.»

«Le vuoi molto bene.»

«Mi è rimasta solo lei, è una cara ragazza. Molto dolce. Lei e Draco sarebbe stati una coppia fantastica, ma non si amavano. Anche se penso che, con la Granger, Draco avrà vita dura. Altro che draghi...»

Charlie sghignazzò.

«Anche Hermione è dolce, sai? Beh, se vuole. Non è una ragazzina, lei.»

«Non è preoccupato per la sua famiglia? Per quello che è stato detto durante la riunione.»

«Sì, e no. Non credo che qualcuno possa incantare i miei, o Bill, oppure George. Nemmeno Percy. Forse Ron, ma credo sia più affascinato da quella Susan, o come diavolo si chiama, che altro. E poi ha un carattere particolare. Forse è influenzabile, ecco.»

Daphne annuì continuando a giocare con il cagnone.

«Io penso di non aver mai compreso perché certe ragazze a scuola lo trovassero affascinante...»

«Molte persone si fanno abbagliare dalla fama, temo. Poi non è un brutto ragazzo.»

«Ma i primi anni di scuola mica era famoso, cioè lo era Potter, lui no!»

«Su, Daphne! Non ragionare da... da serpeverde, ecco! Tutti e tre erano famosi, non solo Harry, dopo il primo anno. Harry aveva solo la fetta più grossa della torta.»

«Beh, forse ha ragione.»

«A te non piaceva, quindi. Non è il tuo tipo?»

«Non le sembra una domanda troppo personale, professore? Comunque no, non mi è mai piaciuto. Non mi piacciono i ragazzini

Un lampo nello sguardo di Charlie Weasley mise in imbarazzo il Prefetto Serpeverde. Tentò di cambiare discorso.

«Crede che possa entrarci qualcosa in questa storia la sua nuova ragazza?»

«Non mi piace, ma questa non è una prova, mi sa» sorrise appena lui.

«Cosa non le piace?»

«Facciamo finta che oggi le domande indiscrete siano permesse» rise Charlie «Mi sembra volubile e capricciosa. Ecco, potrei dire che... non mi piacciono le smorfiose. Poi non amo molto le persone che ti stanno intorno solo per il tuo nome. Lei mi dà quellʼimpressione. Oh, wow, comʼè stato emozionante quando ho visto il mio Ronnie la prima volta! Capite? Ronald Weasley! Proprio lui! Mi spiego?»

Daphne non aveva potuto fare a meno di scoppiare a ridere della voce stridula che aveva dʼimprovviso imitato il giovane.

«Non vi somigliate. Cioè, capelli a parte, ecco.»

«Lui somiglia molto a papà, mi sa. Io e i gemelli più a mamma. Io e George, cioè.»

La mano affusolata della ragazza si poggiò per un istante sul braccio del giovane professore, ma la scostò subito, come scottata. La voce improvvisamente spezzata di Charlie Weasley le aveva dato una stretta al cuore. Tentò di alleggerire la tensione.

«Beh, di certo lei aveva più fan di lui a scuola. Durante il Torneo Tre Maghi, intendo. Nel dormitorio era tutto un chiacchiericcio!»

Il sorriso tornò almeno nello sguardo di Charlie che, senza riflettere, si sporse verso la ragazza.

«Sarei curioso di sapere cosa pensava di me una piccola serpentella!»

«Charlie, sei ancora qua?»

Charlie Weasley si riscosse, come da un sogno o una visione. Era Rolf, accidenti!

La profezia dei fondatoriWhere stories live. Discover now