12. Salvataggi

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Correre nel groviglio della foresta non è certo semplice e solo la paura gli permette di fare balzi e schivare frustate di rami quando il respiro è così a corto di ossigeno che vorrebbero solo svenire. Davanti a loro scorrono piante e tronchi, di ogni forgia. Arrivano davanti a un ficus, molto più grande degli altri, da cui sembrano piovere rami dal cielo, sono radici aeree che si ficcano nella terra come tante dita. Formano un tendaggio legnoso dietro cui finalmente ripararsi e riposare. I ragazzi si buttano a terra, sentono l'umidità che inizia ad essere assorbita dai pantaloni, ma è l'aria che adesso gli manca. Tutto il resto può aspettare.

«Ragazzi, vi prego, passatemi una bottiglia d'acqua» dice Diego che ha la gola prosciugata da troppo tempo.

«Anche io» dice Lori.

L'alieno, piccolo ma molto robusto, abbandona le bottiglie accanto ai ragazzi e comincia ad arrampicarsi sull'albero.

«Dove vai Muschio?» gli chiede Liza, lo segue con lo sguardo e riconosce quel tipo di rigonfiamento su cui si ferma. «Ah!» esclama «sarei in grado di riconoscerli ormai, chi avrebbe mai pensato che potessero contenere cuccioli di alieni» lo osserva e pensa tra sé, "e li avevamo sotto il naso" sorride, poi beve, è troppo stanca per parlare o pensare.

«Deve essere l'albero del piccolo» dice Lori mentre apre la bottiglia, poi dà il primo sorso e tutto il resto scompare. «L'acqua è buonissima!» dice.

Diego si è attaccato alla bottiglia, non riesce a smettere, poi avverte la sensazione di avere qualcuno alle spalle. Si volta di scatto. Non c'è nessuno.

«Non ci hanno seguiti, vero?» chiede.

«No, hanno urlato qualcosa ma erano lontani, secondo me non era nemmeno rivolto a Muschio, è mimetico» dice Liza.

«Beh, con queste bottiglie il suo mimetismo doveva essere parziale» dice Lori alzando la sua.

«Erano troppo lontani, credo che lo sparo non fosse contro di lui» dice Liza, «le grida venivano da di là» indica la destra «Muschio è sbucato subito dopo da di qua» indica la sinistra «ed era già troppo vicino a noi, a meno che non sia un razzo, quasi di sicuro lo sparo non era contro di lui».

«Se hanno fucili spianati vuol dire che hanno già problemi grossi» dice Lori, «mica si sono armati per l'arrivo di un alieno che ruba bottiglie!»

«Infatti!» concorda subito Liza.

«Eppure», dice Diego «qualcosa che ci correva dietro l'ho vista».

«Davvero?» Lori sussulta, «con le armi?» si agita.

«No no, non so dirvi in realtà» Diego riflette su cosa gli era sembrato di scorgere, gli torna in mente una sagoma troppo stramba, «deve essere stata un'impressione, la fifa» ridacchia, ma uno scricchiolio dietro alle spalle lo fa trasalire, «che cavolo!» si gira di nuovo ma vede solo piante.

«No, ragazzi, non ci hanno seguiti» dice Liza scuotendo la testa, è un pensiero che vuole scacciare. «Avremmo sentito correre, o delle grida avvicinarsi, oppure proprio altri spari» si convince, «assolutamente no, non è accaduto nulla di tutto questo! Siamo solo noi quattro e Muschio che è di nuovo al lavoro per il suo cucciolo» dice, "che poi chissà perché deve estrarlo dal legno di nuovo, s'infila come una vite forse? Bah" pensa.

Il rumore ritmico sul legno che avevano sentito anche nel bosco è iniziato, l'alieno è all'opera e qui pare rimbombare più forte.

«Eh, ma così mica va bene» dice Lori, «se ci avessero inseguiti gli forniremmo le coordinate per trovarci!» si agita e sente ancora l'eco dello sparo in testa.

«Lori, tranquillo, non ci hanno seguito, ci avrebbero già abbattuti come selvaggina» dice Liza.

Diego intanto continua a sentirsi osservato, "se fosse qui uno di loro, non mi fisserebbe, mi avrebbe già preso, picchiato o sparato, quindi non è nulla, è solo fifa" si ripete.

«Forse hai ragione Liza, ma...» dice Lori pensieroso.

Il rumore sull'albero è forte. L'alieno è costante e instancabile.

«Non vi sembra strano che il cucciolo alieno si sia rificcato in un albero?» chiede Lori.

Liza lo fissa, «ho avuto lo stesso pensiero» dice, mentre ora le tornano in mente in modo nitido i rigonfiamenti che ha sempre visto negli alberi da frutta nel giardino di nonna, «non so come entrino nell'albero, ma è davvero curioso».

«Chissà come ha fatto a finire lì dentro di nuovo?» chiede Lori.

«Come vengano innestati non lo sappiamo, magari con un seme» a Liza iniziano a brillare gli occhi.

«Però non ho capito!» sbotta Lori, «il cucciolo era nella scia con noi, poi è sparito, è stato sparato qui, insomma siamo qui per recuperarlo ci ha detto, più o meno» dice veloce.

«Lo sta facendo no?» dice Diego appoggiandosi a una radice più grossa.

«Ma se è di nuovo conficcato nel legno!» continua Lori accalorandosi «se ci fosse appena entrato ci sarebbe un buco da cui poter anche uscire, no?» Lori è tutto sudato, beve, poi riprende «sappiamo tutti e tre che tutta la situazione è assurda, non voglio nemmeno pensare a quello che sta accadendo a casa» scaccia i pensieri con le mani come se fossero mosche, «non ci voglio proprio pensare, ma questa cosa del cucciolo non mi torna! Come fa a risigillarsi ogni volta? Quanto andrà avanti questa storia?» e ha la gola di nuovo molto secca, beve fino a finire tutta l'acqua della bottiglia.

«Non lo sappiamo» dice Liza che estrae il cellulare ed è senza segnale e senza credito, "forse è stato già tanto essere riuscita a comunicare prima, figurati se qui c'è un ripetitore" lo rificca in tasca scocciata "quanto avrei bisogno di fare una domanda alla nonna..." pensa.

«Comunque ha ragione Lori» dice Diego, «a meno che non abbia un potere per farsi richiudere dentro la corteccia» ridacchia. Stavolta lo scricchiolio che sente è davvero molto vicino, Diego gira lentamente la testa.

«Tutto può essere» dice Liza, «di fatto non conosciamo questi dettagli, li chiederemo quando scende!».

«AAAAAAH!»

Il grido improvviso di Diego gela il sangue a tutti, anche l'alieno si interrompe. Diego è seduto a terra e appoggiato contro la radice spiovente del ficus, prova ad alzarsi ma due braccia lunghe e pelose lo bloccano, resta avvinghiato.

I ragazzi fissano la scena e gridano a loro volta.

«AAAAAAH!»

Scie spazialiWhere stories live. Discover now