7. Odori

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Il bosco ha molti odori: di erba, di legno, di fiori, di muschio e di un indescrivibile selvatico. Il vento li mescola tutti e alle narici arriva la fragranza di bosco buona, quella che piace a Liza quando fa le sue passeggiate lunghe. Lori l'annusa per la prima volta. Non ama uscire dalla sua camera, le sue avventure nel verde finiscono nel giardino di casa. Diego invece avverte l'elettricità dell'aria, sono scariche che lo trapassano e scatenano l'adrenalina. Un falco, o forse una civetta, dato l'orario, non potrebbe avere uno sguardo più vigile. Appoggia le mani sulla spalla dei suoi amici, per essere pronti. "Fuga o lotta", pensa. Gli monta un calore che non conosceva di avere, il sangue fluisce rapidamente e sente irrorargli i muscoli. È una molla pronta a scattare.

L'alieno intanto risale il ruscello e raggiunge la sponda. Un odore putrido punge le narici dei ragazzi. Fanno qualche passo indietro.

«Butta a terra quel coso e scappiamo» dice Diego a Liza.

«Aspetta, non voglio che si spiaccichi» Liza fa resistenza alla presa di Diego.

L'odore adesso è molto forte. È marciume, di legno, di melma, anche di alghe. Un odore che toglie ogni speranza.

«Mi torna su la cena» protesta Lori. «Scappiamo, finché siamo in tempo Liza» grida. «Buttalo via, è finita!» e un vuoto cosmico disintegra ogni illusione che aveva coltivato per anni. Tutti i sogni di Space-man, si annientano in questo preciso istante.

L'alieno ora è in piedi, a pochi metri da loro. Liza comincia a pentirsi di avere tra le mani quell'esserino. Accenna un sorriso. 

«È in salvo» dice, ma l'inespressività dell'alieno mette solo disagio, la fissa. Liza allora fa per allungare le braccia verso di lui, per riconsegnargli il piccolo. I ragazzi sono già arretrati di qualche passo, Diego però non ha ancora lasciato la spalla di Liza, vuole tirarla a sé. Liza ha le braccia tese, le fanno quasi male, si sfila dalla presa di Diego e inizia ad abbassarsi. È in quell'istante che sulla schiena sente una corrente gelida. Lori e Diego riescono solo a cacciare un grido soffocato, cadono ripiegati a terra, con le mani premute sulle orecchie. Liza si agita, le manca l'aria, il piccolo inizia a ruotarle sui palmi, stavolta rischia davvero di farlo cadere.

«Basta!» grida contro l'alieno, «smettila!». "Come faceva la nonna a parlarne con il sorriso". Un insieme di paura e di pensieri le si arruffano in testa, poi lo sente anche lei, una pulsazione estranea che le sbatte dentro, istintivamente piega le braccia, vorrebbe prendersi la testa tra le mani.

«Basta» grida, ha gli occhi chiusi nel tentativo di resistere al fastidio che le rimbomba in testa.

«Se non la smetti lo schiaccio!»

Il piccolo smette di ruotare e si aggrappa con le zampe alle dita di Liza. Lei avverte un sollievo repentino e riesce a riaprire gli occhi, ma ha lo stomaco sottosopra. Vede i suoi amici ancora a terra, che si contorcono. Allora fissa l'alieno.

«Smettila!» sibila a denti stretti mentre porta al petto le mani giunte, «o non lo riavrai».

L'alieno avanza. Liza pensa di potergli dare un calcio con tutte le sue forze. Nello stesso istante il piccolo freme tra le sue dita. Liza abbassa lo sguardo, la sta fissando, muove quella bocca piccina, senza emettere suoni. Eppure, quello che dice, lo sente in testa.

«Paura», è un lamento. Liza lo avvicina al viso, odora di muschio. «Paura» sente ripetersi in testa.

«Anche io» gli sussurra, «i miei amici...»

Il piccolo si sporge dal bordo della sua mano, assume un colore quasi turchese, odora di salsedine. L'altro alieno ondeggia e produce un rumore acquoso.

Liza ha il fiatone, oppure le viene da piangere, comunque respira a singhiozzi. Si gira verso i ragazzi che non si lamentano più. Li vede impolverati e rannicchiati, ma si stanno placando. Diego butta fuori l'aria e si abbandona disteso, Lori prova a rialzarsi, ma sta per vomitare.

Il piccolo si gira verso Liza e lei crede di percepire un micro-sorriso, o almeno lo avverte. Le labbra di Liza invece sono strette.

«Non volevo farti del male, non te lo farò, ma non posso nemmeno liberarti, se lui non promette di fare lo stesso»

«Promette?»

«Significa che se dici di fare una cosa, poi la fai davvero.»

Il piccolo vibra un po', si scurisce, rilascia un profumo di frutta tropicale.

«Si, davvero»

Liza si sente avvolta da una sensazione di benessere, un flusso che parte dai piedi e sale su, fino ai capelli.

«Sono morto?» Diego ha la voce roca, «sento le voci».

Lori gli si avvicina. «Come prima» gli dice, «è sicuramente telepatia».

«E scariche di qualcosa» dice Diego tra gli sbuffi, «mi è passato sopra un rullo, e ho anche il cervello in fumo».

Lori resta accovacciato, nel suo nuovo senso di vuoto, profondo come una voragine. Quando alza la testa vede Liza che sorride al piccolo, la scena è talmente assurda che decide di fissarla, quindi estrae il cellulare, controlla che sia in modalità silenziosa. «Se finisce male, che ne resti una prova». Scatta. Quando abbassa lo schermo, si ritrova di fronte l'alieno. Lori sgrana gli occhi e si sente annegare dentro quei grandi globi scuri che lo fissano.

Lori è in apnea.

«Promesso?»

«Che hai detto?» Diego chiede a Lori mentre si alza sui gomiti e si ritrova l'alieno a pochi centimetri.

Lori racimola un po' di saliva e un filo di voce. «Io...non ho parlato...»

Intorno a loro si sprigiona un forte odore di uova marce e Diego rotola distante e schizza in piedi.

Guarda di fronte. Liza pare ipnotizzata dal boccino verde che tiene in mano, mentre Lori fronteggia l'alieno con il cellulare in mano.

"Verremo annientati, inceneriti o chissà cos'altro", pensa.
Scatta verso il sentiero. Con le sue falcate, in un attimo abbandona la scena alle sue spalle.

Diego corre, è una furia. Fa schizzare sassi e terra, spezza rami e strappa rovi. «Il bastone!» grida, e lo ritrova dove l'aveva visto. Lo afferra in una morsa stretta, le nocche bianche, diventa un prolungamento del braccio. Risale con foga il percorso, s'infila nei cespugli per tagliare la strada, i rovi lo graffiano, lo imprigionano, ma si libera lasciando qualche brandello di stoffa. Balza fuori urlando e brandendo in alto il bastone, il cuore gli martella così forte che è già in gola.

«SEEEEEEEEEEEH!»

Ma quando atterra sul punto in cui Lori stava per morire, non c'è più nessuno. Sono tutti spariti.

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