Cαριƚσʅσ 3

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Sbam.
Jisoo sentì come uno schiaffo in faccia, un colpo al cuore dritto in pieno petto.
Da tempo non si sentiva più sé stessa, vedeva solo un involucro simile a quella che era sempre stata, e se guardava attentamente la sua immagine allo specchio era diversa.
Lo sguardo vuoto e spento, aveva preso il posto dei suoi occhi sempre vivi e guizzanti.
Non si riconosceva più, ed era difficile ammetterlo a sé stessa, ma ora anche un'altra persona glie lo stava sbattendo in faccia: sua madre, che l'aveva partorita e che la conosceva meglio di chiunque altro al mondo.

D'un tratto gli occhi le si riempirono di lacrime, tanto che sua madre si alzò per prenderle la testa tra le mani, accarezzandola:

«No bambina mia, non fare così, voglio solo aiutarti.
Mi si spezza il cuore a vederti gettare la tua vita.
Sei sempre stata così speciale Jisoo, hai sempre brillato della tua luce interiore e ora devi solo ritrovarla.
Ma non devi far finta che vada tutto bene, sommersa dalla tua routine giornaliera.
Non va tutto bene.
E il primo passo per migliorare le cose é ammetterlo»

«Non so che fare mamma, non so più chi sono senza di lui»

«Devi solo riscoprirti.
Ricordati che esisteva una meravigliosa te da molto prima che Suho entrasse nella tua vita.
Io me le ricordo, l'ho cresciuta.
Devi lasciare andare l'idea di perfezione che ti eri costruita.
La perfezione non esiste.
Esistono le cadute e i momenti di incertezza.
E ci si rialza, ci si deve rialzare, perché la vita ha sempre molta più fantasia di quanto ci aspettiamo», disse, dandole un dolce bacio sulla fronte.

Jisoo si sentiva una bambina tra le braccia della mamma, che la cullava e aveva il potere di sciogliere ogni sua resistenza.
Restarono così in silenzio per un po', mentre Jisoo sfogava le lacrime che aveva trattenuto forse per troppo tempo, mentre sua madre si limitava a tenerla tra le braccia e consolarla.

«Promettimi che ti impegnerai ad uscire da questa fase di stallo.
E che se senti di non farcela ne parli con me.
Possiamo prendere anche in considerazione l'idea di un terapeuta che possa aiutarti. Che ne pensi?»

«Vorrei provare a farcela da sola, ma ci rifletterò», disse Jisoo, sciogliendosi dall'abbraccio della madre e prendendo un fazzoletto per soffiarsi il naso.

«Bene tesoro. Ora dai, finiamo di pranzare che sennò si fredda tutto»

Una volta mangiato, sparecchiarono e caricarono la lavastoviglie.
Sua mamma teneva viva la conversazione, parlando dei soliti problemi che aveva con le colleghe e con i vicini di casa.
Jisoo l'ascoltava, sorridendole di tanto in tanto e non smettendo di pensare a quanto quella donna che l'aveva cresciuta da sola fosse il pilastro fondamentale della sua vita.

I suoi genitori si erano separati quando era una bambina e per questo motivo c'erano sempre state solo loro due, essenziali l'una per l'altra.
Sua madre era stata una donna fragile, spesso in balia di amori sbagliati dopo suo padre, e forse proprio per questo motivo, Jisoo aveva sviluppato nella sua mente il desiderio di un rapporto perfetto, con un uomo tutto d'un pezzo, di sani principi, che non l'avrebbe mai fatta soffrire.

Da lei aveva ereditato tutto: la dedizione per il lavoro, la serietà, l'onestà, la capacità di ascoltare gli altri.
Voleva essere come sua madre in molti aspetti, tranne che per le relazioni sentimentali.
L'aveva vista distruggersi troppe volte per uomini che non valevano nulla e Jisoo si era ripromessa di non fare la stessa fine.

Eppure i fatti recenti le stavano dimostrando esattamente il contrario.
Capì che era stata una stupida a giudicare sua mamma per le sue scelte in amore. Si compiono vari errori e li aveva compiuti anche lei, nonostante si fosse ripromessa di non farlo.

«Vado. Ti chiamo stasera tesoro.
Fatti una doccia e vai a prendere un po' di aria fuori, approfitta della bella giornata!», le disse mentre riprendeva la borsa.

«Va bene mamma... grazie di tutto»

«Di niente amore. Ricordati che bisogna vivere, non sopravvivere»

E con queste parole sua mamma uscì di casa, lasciandola da sola.
Jisoo si appoggiò alla porta e tirò un lungo respiro.
Sentiva che le aveva fatto bene sfogarsi per una volta, mostrare le sue fragilità e non celarsi dietro ad una finta e forzata normalità.
Si sarebbe ripresa, lo doveva a sua mamma.
Aveva bisogno di lei, di una figlia presente, non di uno zombie ambulante.

Guardò di nuovo fuori dalla finestra e pensò che le serviva una terapia d'urto per scrollarsi.
Erano mesi che non muoveva un muscolo: passava dalla scrivania dell'ufficio, al divano, al letto.
Sarebbe andata a fare una corsetta nei dintorni.
Voleva mettersi alla prova, voleva tentare di sentire che quella scintilla di vita era ancora dentro di lei, pronta a scoppiare.
Così infilò la prima tuta trovata nell'armadio, una t-shirt bianca e le scarpette da running.

Prese le cuffiette, le chiavi di casa e, mentre stava afferrando il cellulare, si accorse di una notifica su WhatsApp.
Era il solito gruppo del liceo ma questa volta il messaggio apparteneva a un numero sconosciuto.

XXXXXXX678: «Ragazzi volevo invitarvi ad una serata all'ON.
Domani alle 22:00 suonerà un gruppo di miei amici, sono cantanti emergenti.
Fanno veramente bella musica.
E poi come al solito ci saranno alcol e buon cibo.
Sarei molto contento se veniste😉
Ps: sono Tae😅»

Una nuova notifica, ma questa volta era Hwasa.

HWASA: «Hai letto il messaggio di Tae? Dai, ci andiamo? Dimmi di sì! Ho appena litigato con Sehun e ho voglia di distrarmi! Fammi sapere.
Bacio😘»

Alzò gli occhi al cielo per poi riposarli sullo schermo del telefono.
Una nuova serata lì dopo l'uscita della scorsa settimana?
Sapeva di dover fare uno sforzo per tornare a vivere.
Così digitó un "ok" all' amica senza pensarci troppo, per non rischiare di pentirsene.

𝑨𝒏𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝒍𝒐𝒗𝒆 (𝐕𝐬𝐨𝐨)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora