Tutte le storie sono vere

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Jade
"Ma tu eri al bar!" Esclamai e chiusi velocemente la porta dietro di me.
"Teletrasporto, amica. Quello che ti abbiamo detto è tutto vero." Disse Michael incrociando le braccia.
"Ti ci sono volute due settimane per capirlo?" Sbottò Kyle.
"Posso tornare in camera mia se vuoi."
"Non iniziate voi due." Disse Michael guardando Kyle.

"Cosa ti ha fatto cambiare idea?" Chiese Kyle. Ripensai alla conversazione con Nathaniel, ma non mi sembrò il caso di dirlo.
"Nulla in particolare, ma ci ho pensato a lungo e prima di affermare che siete completamente pazzi voglio darvi una possibilità." Spiegai.
"Ma che gentile." Commentò.

"Beh? Da dove iniziamo?"
"Dalla biblioteca." Disse Michael.
"Cerchiamo informazioni sulla tua famiglia." Aggiunse Kyle.
"Ovviamente, non dire una parola a Rosie." Abbassai lo sguardo.
"Non c'è pericolo, non ci parliamo ancora." Ammisi, e loro sembrarono dispiaciuti per me.

"Se per te va bene iniziamo subito." Disse Kyle.
"Andiamo." Sorrisi.

🌻🌻🌻

Io e Kyle ci recammo in biblioteca, che per fortuna era quasi vuota quel giorno.
"Esattamente dov'è che cercheremo informazioni sulla mia famiglia?"
Chiesi, mentre camminavamo tra i grandi scaffali.
"Sul libro dei cognomi, in cui trovi l'origine della tua famiglia, i tuoi antenati." Disse come se fosse ovvio.
"Esiste un libro sui cognomi?" Pensai a voce alta.
"Eccolo qui." Kyle aveva tra le mani un mattone, dal quale uscì tantissima polvere.

"Le origini dei cognomi e delle famiglie Americane più famose del mondo." Lessi il titolo e Kyle fece un ghigno divertito.
Lo aprì e andò verso la fine.
"Thompson." Disse, mentre cercava il mio cognome tra le pagine.
Ci sarebbe voluto un po'.
Per questo decise di sedersi sul pavimento, e io lo imitai.

"Comunque" Iniziai.
"Mi dispiace." Si voltò a guardarmi.
"Per cosa?" Chiese, e poi tornò a guardare il libro.
"Per non avervi creduto." Ammisi.
"Non mi aspettavo che ci credessi al primo colpo, Jade. Voglio dire, questa storia è da pazzi ma adesso sei qui e lo apprezzo." Disse.
"Giusto per capirci qualcosa... tu sei un demone?" Chiesi e lui scoppiò a ridere.

"Non direi. Io non sono nato all'inferno, io sono nato qui, sono umano." Sorrise.
"Oh..." commentai.
"E come ci sei finito lì?" Sospirò, come se avessi toccato un tasto dolente.
"Diciamo che a 5 anni ero abbastanza facile da ingannare e da impressionare."
Disse soltanto e io mi limitai ad annuire.
"E la tua storia qual è? Da dove vengono i tuoi poteri?"
Lo stavo riempiendo di domande ma era più forte di me.

"Non ho mai fatto una ricerca troppo approfondita, ma so che i miei antenati erano un gruppo di stregoni vissuti durante il medioevo."
Spiegò, e continuò a girare le pagine.
"Non avrei mai creduto che nella mia vita sarei arrivata a parlare di magia, è difficile credere a certe cose quando ti hanno sempre detto che sono solo delle fantasie." Dissi, e in effetti era vero.

Da bambini ci vengono raccontate storie fantastiche di bellissime principesse, terrificanti mostri, eroi coraggiosi e fate madrine che con una bacchetta fanno avverare tutti i tuoi desideri. E poi solo pochi anni dopo ci viene detto di crescere e di smettere di credere a cose che non esistono.
Eppure credere in un mondo magico rende tutto più semplice, la realtà può essere spesso terrificante ma diventa meno buia se hai la possibilità di rifugiarti in mondi incredibili.

"Tutte le storie sono vere." Disse Kyle, citando chiaramente la saga di Shadowhunters.
"E poi chi siamo noi per dire cosa è reale o meno? Gli uomini credono di sapere tutto, ma sapessi quante cose sfuggono agli occhi di chi non sa più ascoltare." Sorrise timidamente e quando tornò a guardare il libro esclamò: "Eccolo!"

Mi avvicinai per guardare e lessi "THOMPSON" Scritto a caratteri cubitali. Leggemmo velocemente e sbarrai gli occhi.
"A quanto pare una tua antenata era una delle streghe di Salem."
"Wow." Commentai. "Ma questo cosa significa?" Mi sentivo stupida.
"Questo è un primo indizio per capire quali sono i tuoi poteri." Spiegò e poi sembrò pensare a qualcosa.

"Domani salteremo le lezioni, dobbiamo uscire dal campus." Si alzò in piedi velocemente e posò il libro.
"È vero quello che mi hai detto?"
Mi alzai e mi avvicinai a lui.
"Che Lucifero crede che io sia potente?" Chiesi, ridendo per l'assurdità della frase.
"Più di quanto immagini Jade, mi ha parlato di te per mesi."
Sbiancai e lui mi prese la mano.
"Ti aiuterò io."

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