KAYLA'S POV
Otto ore di volo.
Avevo progettato di passarle dormendo, ma non ero riuscita a chiudere occhio.
Non avevo il cellulare con me, ero scappata dimenticandomi di prenderlo, cosí era rimasto a New York insieme a tutte le mie cose.
Avevo ancora addosso i vestiti della mattina stessa, odoravano di pioggia.
Sentivo i capelli imbrogliati, volevo sprofondare dentro al sedile e fondermi con esso.
<<Cos'è che ti spaventa?>>
La voce di Emma mi fece sobbalzare, pensavo stesse dormendo ma a quanto pare era sveglia da un po'.
<<Che intendi?>>
L'aereo stava perdendo quota, di li a breve saremmo atterrati.
Riuscivo già a vedere i campi e i tetti di palazzi che dall'alto sembravano piccoli modellini per collezionisti.
<<Hai sempre voluto contribuire. La maggior parte delle strategie erano suggerite da te. Volevi una parte delle azioni. Cos'è cambiato?>>
Non volevo rispondere, mi girai di lato per guardare l'atterraggio.
Tyson dormiva due sedili più avanti accanto a mio padre, che non avrebbe scollato gli occhi dal suo portatile neanche in caso di turbolenze.
Per un folle attimo, mi sforzai di immaginare tutto questo come un'allegra vacanza di famiglia.
Ma il volto di Barth e dei figli appariva e scompariva davanti ai mei occhi come stampato all'interno delle palpebre, così rinunciai.
<<Non sarà cosí male. Gli Allen sono strani, ma non puoi dire che non siano affascinanti.>>
Le scoccai un'occhiata carica di risentimento ma lei rise lo stesso.
<<Ti conviene sdrammatizzare un po', Kay. Credo che siamo arrivati.>>
————
<<Oh mio...>>
<<Dio.>> continuò Emma al mio posto.
Davanti a noi, oltre al cancello spalancato, un sentiero di ciottoli conduceva ad una delle ville più grandi che avessi mai visto.
Diciamo che "villa" non era proprio il termine più appropriato, avrei dovuto usare "reggia" per rendere meglio l'idea.
Tyson e mio padre procedevano dritti verso il portone mentre io cercavo inutilmente di rallentare i movimenti per perdere tempo.
Un'enorme fontana era piazzata al centro del giardino, l'acqua cambiava colore ad intermittenza, immaginai fosse visibile solo di sera.
Non potei fare a meno di storcere le labbra, tutto dall'esterno emanava potere e la mia voglia di vedere l'interno diminuiva ad ogni passo.
Il padrone di casa se ne stava sulla soglia col solito completo grigio e il folto ciuffo spostato di lato.
<<La considero un'invasione, vecchio Nicolas.>>
Strinse la mano a mio padre e diede due pacche sulle spalle a Tyson, ma non potei fare a meno di notare tensione tra loro.
Si spostò per farci passare, sentivo il suo sguardo addosso e ciò mi metteva a disagio.
Entrammo nel grande atrio provvisto di sala bar, il che era interessante dato che progettavo di fiondarmici il prima possibile.
<<Giusto in tempo per la riunione. Austen cederà. Stiamo già contrattando per il prezzo.>> disse muovendo due passi verso l'amico.
<<Non vengo per restare, Allen. Ti ho portato i figli di Baker, sanno tutto sull'accordo.>>
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•I'M A DISASTER 2•
Teen FictionSEQUEL DI "I'M A DISASTER" -Non è mai come sembra, tutti loro ne erano la prova.- Cinque ragazzi in casa Allen. Una band da salvare. Un ragazzo da liberare. Una relazione da risanare. Quanto è giusto che si soffra per un degno lieto fine? _________...
