capitolo 18

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Finalmente dopo circa mezz'ora lo vidi uscire dall'ufficio del preside, a vederlo non sembrava avere una bella cera così gli andai incontro e prima che potesse dire qualsiasi cosa lo presi per il polso e lo trascinai negli spogliatoi maschili visto che erano quelli più vicini.

"Che stai facendo?" chiese confuso evitando il contatto visivo
"Cerco di darti una mano, quella va curata o peggiorerà" indicai la ferita che aveva sulla testa

"ora siediti torno subito" gli ordinai con tono fermo e deciso, cosa che lui intuì visto che si sedette senza fare storie.

Andai a prendere il kit di pronto soccorso e tornai da lui, restammo in silenzio per almeno 10 minuti, il tempo di disinfettare la ferita.

"Scusa..." dylan ruppe il silenzio parlando comunque a voce molto bassa

"per?" lo guardai un po' confusa
poteva scusarsi con il ragazzo che aveva mandato all'ospedale o con i genitori oppure con il preside,forse l'ha fatto, ma perché si stava scusando con me?

"per tutto... il bacio, la rissa e per averti trattato male davanti a tutti" ammise con lo sguardo fisso sul pavimento.

"Non preoccuparti eri 'irritato' no? è colpa tua se siamo in questa situazione..." senza accorgermene sputai l'ultima parte del mio discorso in modo molto acido, non volevo dire quello o almeno non in quel modo...

"colpa mia... certo" alzò lo sguardo e potevo vedere l'odio che emanava, come il suo tono di voce che tralasciava solo disprezzo.

"Scusa non intendevo dire-"
"So cosa intendevi... ora devo andare" mi interruppe alzandosi bruscamente e mi superò come se fossi invisibile, prese le sue cose ed uscì dallo spogliatoio.

Non capivo il suo comportamento e forse non volevo capirlo, aveva ragione Thomas, devo stargli lontana e anche senza le sue spiegazioni avrei parlato con Max.

Non l'avrei persa per colpa di uno stupido ragazzo arrogante che pensa solo a se stesso.
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Le lezioni passarono lentamente sembrava di essere all'inferno, appena sentii suonare la
campanella dell'ultima ora tirai un sospiro di sollievo e uscendo velocemente dalla classe andai verso il mio armadietto per prendere lo skate.

"ehi Grace, non ti ho più vista dopo stamattina" Max si poggiò all'armadietto affianco al mio, non ero pronta ad affrontare il discorso con lei, avevo ancora troppe cose nella testa.

"si ho avuto la testa da un'altra parte, scusa... ora vado in ospedale ti chiamo più tardi okey?" la liquidai il più in fretta possibile e mi diressi verso l'uscita, salì di corsa sullo skate e sfrecciai verso l'ospedale.

Dovevo sapere se Jasper stesse bene, e avevo bisogno di sapere da lui il motivo della rissa, mi sentivo troppo presa in causa e non credo sia normale.

Entrai e dirigendomi verso una segretaria chiesi di Crystal, la signora mi sorrise dolcemente e mi suggerì di sedermi mentre aspettavo e così feci.

Passarono pochi minuti e subito dopo vidi Crystal che appena mi vide fece un sorriso sincero e mi accompagnò dritta da Jasper.

"ehi si deve ancora riprendere quindi non esagerare e fai presto non potresti entrare"

Annuì velocemente ed entrai nella stanza, mi chiusi la porta alle spalle e mi sedetti vicino il letto cercando le parole migliori con cui iniziare.

"Tu sei la ragazza del biliardo vero? ho sentito parlare di te" Jasper si alzò lentamente e dolorante dal lettino.

"Grandioso le persone mi conoscono come la ragazza che si è ubriacata ed è finita su un biliardo mezza nuda" dissi seccata riportando alla luce i ricordi della festa, che imbarazzo.

"Beh io non ho detto questo" accennò un sorriso che ricambiai timidamente
"Mi chiamo Grace comunque..." cercai di farmi coraggio ma con scarsi risultati, fortunatamente Jasper sembrava molto disponibile e gentile.

"Bene Grace, immagino che tu non sia qui per sapere come sto... sei qui per capire qualcosa sulla rissa, vero?"

"Si, cioè no... mi interessa anche sapere se stai bene" abbassi lo sguardo per la figuraccia appena fatta, ora sarei scappata molto volentieri.

"Ahah tranquilla Grace, neanche mi conosci anzi sono contento che almeno qualcuno sia venuto a trovarmi..." ammise con un accenno di dispiacere nella voce

"Oh in realtà non fanno ancora entrare nessuno, dicono che devi riprenderti... io non dovrei essere qui mi hanno solo fatto un piacere" lo rassicurai, mi faceva quasi pena che pensasse che nessuno fosse andando a fargli visita.

"Comunque si sono qui per sapere la motivazione della rissa..." mi decisi a fare la fatidica domanda e finalmente mi tolsi quel peso che speravo non sarebbe ritornato con la verità.

"È una storia molto lunga Grace, io e Dylan abbiamo un passato molto difficile e basta una minima parola per creare il caos" Jasper sembrava abbastanza seccato nel parlarne.

"Capisco... mi dispiace non voglio farti ripensare cose sgradevoli, soprattutto in queste circostanze, ti ringrazio per essere stato così gentile con me nonostante tu non mi conosca" non volevo che avesse altre preoccupazioni, il fatto che fosse su un letto d'ospedale credo potesse bastare.

"Tranquilla, grazie a te per esserti preoccupata" mi fece un sorriso che mi arrivò dritto al cuore

"Ora devo proprio andare, buona guarigione Jasper" guardai l'ora, era già abbastanza tardi e ancora dovevo parlare con Max
oggi o mai più.

"Quando vuoi io sono qui non mi muovo"
"Tornerò a vedere come stai tranquillo" gli accennai un sorriso che ricambiò con piacere, poi uscì dalla stanza e ringraziai Crystal per avermi fatto entrare.

Appena uscì dall'ospedale chiamai subito Max
-Ehi Max sono uscita dall'ospedale, sei a casa?-
-Si sono a casa, mangi da noi? Stasera sushi-
-Come potrei rifiutare!-
-bene ti aspetto allora!-
-corro-
riattaccai la chiamata e salì sullo skate.

Dopo aver sentito la voce calma e solare di Max l'ansia che avevo nell'affrontare quel discorso con lei si alleviò notevolmente.

Dopo una ventina di minuti finalmente arrivai davanti la porta di casa sua e facendomi coraggio bussai, ad aprirmi fu la madre che all'inizio mi guardò con sguardo confuso e severo, non avevo mai conosciuto la madre di Max e questo mi preoccupava...

"tu sei l'amica di Max vero?" mi scrutò da capo a piedi, subito dopo tornò a guardarmi negli occhi aspettando una mia risposta.

"Si è un piacere conoscerla" sorrisi nel modo più sincero e calmo possibile e allungai la mano per presentarmi.

"ti chiami Grace giusto? Io sono Maggie, il piacere è tutto mio sai Max parla molto di te, prego entra, è di sopra ti aspetta" Maggie mi si spostò per farmi passare e porgendole un sorriso entrai.

quei dannati occhi//Dylan O'brien Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora