Chapter SIX

Depuis le début
                                    

Quello che abbiamo scoperto essere Andrea, l'italo-americano spasimante di Rose, è un ragazzo veramente carino.
Okay, molto carino. Rose non esagerava affatto. Ha i capelli scuri, gli occhi neri che sembrano due magneti, e una carnagione olivastra tipicamente mediterranea, sulla quale si intravedono alcuni tatuaggi che spuntano dalle maniche del cappotto.

La mano che ha appena stretto ad un sempre teso Albus Potter e ad un impassibile - ma non proprio - Scorpius Malfoy, scivola con fare casuale in quella di Rose.

Lo so, che sta scoppiando di gioia.

Il suo entusiasmo è stato contagioso e costante da quando è tornata a scuola e ci ha raccontato di lui.

Scorpius Malfoy tossicchia nervosamente "Io vado. Ho delle cose da fare." dice, ma senza aspettare che Albus lo segua e, dopo aver rivolto un cenno del capo abbastanza educato ai presenti, si volta e va via.

Albus, invece, non ha intenzione di muoversi da qui, a quanto pare.
Se gli sguardi potessero tradursi in interrogatori serrati nemmeno l'FBI o la CIA, il ragazzo sarebbe già sotto torchio.

Quando anche Dominique si riscuote e, balbettando qualcosa sui Tiri Vispi, Fred e qualcos'altro che non riesco ad afferrare, ci lascia con Rose e il suo 'ragazzo' - chiamiamolo così, per comodità - Albus non ha ancora spiccicato parola.

Se continua a guardarlo così, non solo metterà Rose in imbarazzo, ma scatenerà una discussione con un perfetto sconosciuto, ch'è pur sempre un ragazzo, e non è che si possa passare sempre sopra a delle occhiatacce - quasi, forse - ingiustificate.
Merita il beneficio del dubbio.

Per cui, attingendo a non so quale coraggio - il vecchio Godric sarebbe fiero di me - gli afferro la mano e comincio a trascinarlo via di lì, prima che decida di voler scatenare una lite in pieno giorno. E faccio molta fatica, visto che il Potter in questione sembra irremovibile.

"Noi andiamo, voi avrete sicuramente tante cose di cui parlare." dico, rivolgendomi alla mia migliore amica "Rose, ci vediamo più tardi, okay?"

Lei annuisce, sorridente, anche se si è accorta del comportamento di Albus.

Del quale stringo più forte la mano. "Potter." dico, avvicinandomi un po' di più a lui "Andiamo, Potter, non fare l'idiota." sussurro piano al suo orecchio.

Lui sembra riscuotersi, e rilassarsi impercettibilmente. Si volta di scatto verso di me, ed io, per qualche interminabile secondo, non distinguo nient'altro attorno, se non i suoi grandi occhi verdi.

"Andiamo." ripeto.

E stavolta, lui mi segue.


*****

In realtà, non ho proprio un bel niente da fare.

L'improvviso bisogno di allontanarmi da quel quadretto, però, non me lo so spiegare.
Tantomeno, riesco a spiegarmi la profonda irritazione che, tutt'a un tratto, si è sollevata dentro, non appena quel tizio mezzo italiano e mezzo americano ha preso la mano di Rose Weasley.

Accendo una sigaretta, perché voglio evitare a tutti costi di pensarci su e lasciarmi prendere da ipotesi e congetture su qualcosa che non sono sicuro di voler conoscere.

Mentre cammino per il villaggio, penso che non ho nessuna voglia di tornare al castello così presto.

Per cui, faccio dietro front, e mi incammino verso i Tiri Vispi laggiù in fondo. Quella testa calda di Fred ha l'innata capacità di farti passare dalla testa qualsiasi paranoia, anche solo per quei cinque minuti che ti servono per tornare a respirare dopo una giornata di merda.

Heaven can wait... We're only watching the Sky!Où les histoires vivent. Découvrez maintenant