XVIII - Urla e prese di posizione

23 2 7
                                    

-Lasciala in pace, Allison! È tornata da meno di due giorni - la voce di nonna Mary proveniva dal piano di sotto, tanto che Anne alzò sbuffando, la testa dal quaderno dei compiti, non avendo difficoltà ad immaginare la scena che si stava svolgendo al piano inferiore della villetta di nonna Mary, madre di Christopher.

Si rigirò la penna tra le dita, pensando ai trilioni di modi con cui Allison sarebbe entrata nella stanza, vagliando ogni opzione possibile.

Le riprese di Heat -La sfida erano finite due giorni prima, il 19 luglio, e lei era tornata a New York, e poi a Syosset, il 20, quindi le sembrava più che ovvio che Allison sarebbe arrivata.

Ora doveva solo aspettare l'entrata in scena della madre.

-Non mi interessa! Mi deve una spiegazione! Sono sua madre e pretendo che mi venga detto dove va e cosa fa - fu la risposta seccata, o meglio urlata di Allison, ed Anne si preparò spiritualmente a sopportare l'ennesima sfuriata di sua madre ai suoi danni.

I passi di Allison erano veloci, come di chi è molto nervoso o molto arrabbiato ed Anne era certa che fosse la seconda opzione, anche se lei aveva provato ad avvisare la madre, ma, come sempre, Allison non aveva avuto tempo da dedicarle, così Shelley aveva avvisato Mary e Lindsay ed Anne era partita.

Aveva telefonato periodicamente alle nonne, a Margaret, e a entrambi i suoi genitori, peccato che questi ultimi avessero sempre di meglio da fare che ascoltare le storie che la figlia minore aveva da raccontare circa la sua esperienza sui set con Natalie e il fatto che stava pensando di intraprendere la carriera di regista e sceneggiatrice piuttosto che di astrofisico.

Quando ne aveva parlato con Margaret e Crystal, la reazione era stata di piena euforia da parte di entrambe, soprattutto di Crystal, la quale, a detta di Margaret, si era messa a saltellare qua per l'appartamento affermando che era certa che Anne sarebbe diventata una grande sceneggiatrice e regista, così come era convinta che Natalie sarebbe diventata una grande attrice.

I suoi pensieri vennero interrotti da Allison che aprí la porta della stanza che Anne occupava a casa della nonna, da quando si era trasferita da lei.

Allison vestiva quel giorno un paio di pantaloni corti color rosa pallido, una camicetta bianca con una rosa ricamata all'altezza del seno destro, mollette luminose tra i capelli.

Le scarpe erano Allstars bianche, perfette per correre e per rompere le scatole a sua figlia.

-COSA TI È SALTATO IN MENTE? - tuonò Allison piombando nella stanza come un temporale estivo.

-Ciao, mamma comunque, ti sei finalmente accorta della mia presenza? - domandò Anne senza perdere il controllo.

-CIAO, MAMMA UN CORNO! COME TI È VENUTO IN MENTE DI ANDARE A LOS ANGELES SENZA DIRMI UNA SOLA PAROLA?

Anne sbuffò, delle due sembrava la quindicenne l'adulta, anziché Allison.

-NON HAI NIENTE DA DIRE? -

-Per prima cosa datti una calmata!  Primo ho provato a contattarti e secondo smettila di ricordarti di me solo quando hai bisogno di qualcuno su cui sfogare le tue psicosi - quelle parole ebbero il potere di far sbollire la rabbia di Allison che ora guardava la figlia come se avesse davanti un'estranea.

Anne aveva semplicemente capito che rispondere al fuoco con il fuoco non serviva a niente e, siccome Allison continuava a pensare a lei come ad una bambina incapace, beh, era il momento di farle capire che non era così.

-Non mi hai mai telefonato...

-Non è vero l'ho fatto, ma eri sempre occupata, come è sempre stato da quando sono venuta al mondo - concluse lapidaria Anne.

Allison la guardò, forse cercando di trovare degli argomenti a cui rispondere alla figlia.

-Sei mia figlia, io ci tengo a te - dichiarò la donna con voce molto più bassa rispetto a quando era entrata nella stanza.

-Ma davvero? E quando mi avresti dimostrato affetto? Alle recite scolastiche venivano sempre le nonne e Margaret, tu e papà non c'eravate mai. Quando papà se ne andato, quella sera io sono tornata a casa, dalla festa di compleanno di Natalie, e tu mi hai aggredito come se avessi commesso il più grave dei peccati. Esco con Robert, e non rientro mai troppo tardi, tu non fai altro che dirmene di ogni, senza motivo, ora nei miei quindici anni di vita non hai mai fatto nulla per me ed ora vieni qui e fingi di fare la madre? Beh mi spiace, ormai è troppo tardi - Anne non sapeva, davvero non ne era nemmeno consapevole con quale forza di volontà fosse riuscita a sputare in faccia a sua madre quello che si era tenuta dentro per anni.

Anni e anni di sgridate e umiliazioni senza la possibilità di difendersi e, ora, a quindici anni , aveva trovato il coraggio di parlare, finalmente.

-Anne tu non puoi veramente pensare tutto questo di me, sono tua madre, certo ho fatto I miei errori, ma quale genitore non ne fa? - Allison pareva svuotata, il suo solito atteggiamento da bulla della scuola era scomparso, sotto il peso dello sgomento.

Non immaginava che Anne potesse essere maturata tanto in fretta, non pensava che la ragazzina che lei aveva sempre ritenuto poco intelligente, utile solo come valvola di sfogo per il suo nervosismo, messa al mondo solo perché sperava di riuscire a salvare un matrimonio alla deriva, potesse essere diventata donna.

Forse frequentare Natalie e seguirla sui vari set a cui la piccola Hershlag aveva preso parte, aveva condizionato Anne, facendola crescere più in fretta riguardo ai suoi coetanei.

Adulta e matura, molto diversa da lei.

La quale aveva sempre cercato di tornare a quando anche lei era adolescente, non sveva mai accettato di essere diventata adulta.

-Ora, se hai finito il tuo show da donna isterica, parlo io, ora e, visto che sei mia madre dovresti saper molte cose di me, per esempio sai che Michael Mann mi ha fatto conoscere una regista  che mi ha chiesto se mi va di diventare il suo aiuto regista? Sai che cosa ho intenzione di fare dopo il liceo? Ma soprattutto ti sei mai chiesta cosa voglio IO? - quelle domande non erano fatte a caso e di questo Allison ne era al corrente, ma, purtroppo, non sapeva rispondere alla maggior parte di esse.

Era sempre stata concentrata su se stessa e sul suo benessere personale, tanto da aver relegato il ruolo di madre a Lindsay e a sua suocera, Mary.

Lindsey, infatti, non era la vera madre di Allison, ma la seconda moglie, sposata dal padre di quest'ultima dopo il divorzio dalla prima moglie, Claire.

Allison aveva vissuto un po' con il padre e la matrigna e un po' con la madre, e non aveva mai preso in simpatia Lindsay, perché la considerava la causa del divorzio dei suoi genitori e, da adolescente, aveva fatto di tutto pur di farla arrabbiare.

Ora c'è da dire che la madre di Anne non era stata un'adolescente tranquilla, tutto il contrario, da ragazzina si era divertita al massimo, andando alle feste, conoscendo ragazzi e tutto il resto.

Non aveva mai assunto droghe, questo no, però aveva fumato parecchie sigarette.

Aveva smesso di fumare mentre era incinta di Margaret, per poi riprendere dopo aver partorito.

Allison non aveva mai voluto fare la madre, lo riteneva un lavoro umiliante, inoltre non aveva mai sopportato i bambini e odiava l'allattamento, ritenendo che fosse una cosa che dovevano fare solo gli animali.

Possiamo dire che l'arrivo di Margaret era stato voluto, mentre quello di Anne era stato un tentativo di Allison di tenere unita la famiglia, fallendo.

E ora, davanti a sua figlia, Allison si rendeva conto di quanto avesse sbagliato, era entrata in quella stanza pensando di uscirne vincitrice e con la promessa di Anne di tornare a casa con lei, ma ora si rendeva conto che era quasi impossibile che ciò avvenisse.

Anne non sarebbe tornata indietro.

I diari del cigno nero Where stories live. Discover now