"Va bene, ma se stai male dimmelo e ti porto immediatamente a casa." Mette in moto l'auto, guardandolo di sfuggita e leggermente preoccupato.

Passano una serata bellissima, Harry è felice del posto in cui Louis lo ha portato, non avrebbe retto un'elegante cena in qualche ristorante- oltre al fatto che non avrebbe avuto abbastanza soldi per pagare la sua parte e si sarebbe sentito incredibilmente in colpa se il più grande avesse dovuto offrire tutto-.

"Volete altro?" chiede il cameriere biondino, facendo gli occhi dolci al riccio. Se lo è mangiato con lo sguardo per tutta la sera e se Louis non fosse consapevole che Harry lo ucciderebbe, lo avrebbe già preso a pugni davanti a tutti. Sta per rispondergli con un no sparisci pesce lesso, ma Harry lo precede, afferrandogli la mano posata sul tavolo.

"Voglio il dolce, Lou." Sorride entusiasta "Possiamo prenderlo?" sporge il labbro in fuori e il più grande potrebbe davvero morire sul colpo. Forse sta avendo un infarto, ma non può decedere e lasciare il suo Harry fra le braccia di quel cameriere.

"Non devi chiederlo a me, se lo vuoi prendilo." Si riprende, quindi.

Il riccio ordina una cheesecake al cioccolato e continua a chiacchierare con il suo accompagnatore, non degnando di un'occhiata in più il biondino, che se ne va deluso. Louis sorride soddisfatto.

"Mi piace molto qui." Dice, giocando con il bracciale di cuoio che ha al polso "Dovremmo venirci più spesso." Allude al fatto che avranno altri appuntamenti.

Il liscio gli risponde con un "Sì, decisamente." Prima di sporgersi crucciato verso il corpo del più piccolo, che ha chiuso di scatto gli occhi, portandosi le mani alla testa.

"Stai male?" chiede in ansia, afferrando già le chiavi dalla tasca dei pantaloni "Vogliamo andare a casa?"

Il riccio annuisce, sente troppo dolore alla testa per aprire bocca. In realtà sta davvero molto male, ha mentito a Louis quando gli ha detto di avere qualche linea di febbre. Fino a pochi secondi fa ha pensato che quelle medicine che sua madre gli ha dato lo avrebbero fatto stare bene tutta la sera, ed effettivamente hanno funzionato, ma non abbastanza.

"Vieni." Lo prende per il braccio il castano, che è già andato a pagare e ha preso il dolce del più piccolo da portare via.

Arrivano velocemente a casa Styles, Louis lo prende per mano e apre la porta con le chiavi che l'altro gli ha dato in macchina. Salgono piano le scale ed entrambi hanno un flash di quando Harry lo ha portato in camera sua per curarlo, sorridono nostalgici.

"Ti vado a prendere un po' d'acqua." Lo avvisa, mentre gli porge il termometro poggiato sul comodino.

Quando torna controlla la sua temperatura e per poco non cade quando vede quanto è alta.

"Harry." Lo sgrida "Avresti dovuto dirmi che non era solo un po' di febbre." Si siede vicino al suo corpo.

"Ma volevo stare con te." Mugola, stringendosi nelle coperte.

"Possiamo stare insieme quando vuoi, basta che mi chiami." Gli accarezza la fronte, spostandogli un boccolo dietro l'orecchio "Lo sai che ci sono sempre." Vorrebbe abbracciarlo, sente così tanto il bisogno di stringerlo a sé e proteggerlo.

"Quindi, umh." Si gratta l'interno del braccio tatuato "Dovrei andare?"

Harry abbassa lo sguardo, muovendo i piedi nervosamente. Non vuole che vada via. Louis lo guarda, mordendosi un labbro.

"Vuoi che resti?"

"Non preoccuparti, avrai sicuro da fare."

"Anche se fosse, preferisco stare con te."

Il riccio arrossisce, spostando la coperta per far infilar l'altro.

"Ti ammalerai." Sussurra, avvicinandosi piano.

"Non fa niente." Anche lui ha il tono di voce basso, mentre posa la testa sul suo stesso cuscino per stare il più vicini possibile.

"Non potrai andare agli allenamenti se ti ammali."

"Ma potremo stare tutto il giorno a letto insieme, mentre aspettiamo di guarire."

"Allora va bene." Ride sommessamente, passando le braccia dietro il suo collo e stringendosi a lui.

Stanno così bene l'uno fra le braccia dell'altro, con le gambe unite in un groviglio e i sospiri a cullarli. Il liscio vorrebbe baciarlo, vorrebbe davvero risentire il suo sapore, ma ha paura di farlo scappare.

"Se ti bacio mi odierai per sempre?" chiede, non potendo sopportare quella distanza.

"Lo farò se non mi baci, ora."

Quando le loro labbra entrano in contatto la stanza sembra andare a fuoco. Vorrebbero davvero essere più dolci, più delicati, ma non si toccano da settimane e non vogliono prolungare quell'estenuante tortura. Si baciano per minuti, forse ore, non hanno bisogno di respirare, li basta il fiato dell'altro nella bocca.

A Louis decisamente non interessa se si ammalerà. 

Kill my mind | l.s.Where stories live. Discover now