16.

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Holly's POV
"È stato un po' duro" sottolineo JJ guardando Spencer che era in piedi davanti al tabellone da solo. "Lui sa?" Mi chiese riferendosi al mio disturbo da stress post traumatico. Scossi la testa con occhi spalancati. Si limitò ad annuire non notando il mio improvviso panico. "Perché pensi che si sia comportato così?" Mi chiese ovviamente.

"Non lo so, non lo vedo da anni" borbottai con tono e sguardo triste. "Probabilmente lo conosci meglio di me" le feci notare. Lei si soffermò a riflettere prima di parlare.
"In realtà è molto chiuso", non tanto con me, ma in generale" notò JJ cercando di assicurarci che non ci sentisse. "È migliorato molto da quando sei tornata. Quando sei arrivata qui per la prima volta sembrava essersi rallegrato e non ha smesso di parlare di te". Cercai di non arrossire invano. JJ mi sorrise.

JJ e io smettemmo di parlare mentre ci avvicinammo alla squadra, Hotch ci guardo mentre Spencer metteva un'altra foto sul tabellone. Eravamo qui da tre giorni ed erano spuntate altre due vittime. Avevamo bisogno fi un profilo.

***

"Stiamo cercando un uomo di età compresa tra i 25 e i 35 anni, che sia ossessionato dalla perfezione che vede in queste donne, una perfezione che molto probabilmente non ha ottenuto da sua madre e che ha fatto qualcosa per farlo infuriare. Forse ha abusato si lui sessualmente o mentalmente" disse Hotch

"Probabilmente lavora in campo dentale I musicale in un lavoro base perché può riconoscere una formazione di labbra dette a flauto, in cui non c'è la cavità nel mezzo dell'arco superiore." Dissi mostrando una foto e le persone nella stanza presero appunti. Poi Spencer prese parola.

"Crediamo che sia stato innescato da un evento recente come un anniversario o un qualcosa che apparteneva a sua madre. In ogni caso lei è il fattore chiave molto importante" disse con le mani che sventolavano. Poi parlò JJ

"Il suo lavoro finale con molta probabilità sarà con un ostaggio, suicidio o anche una sparatoria con la polizia, sta cercando di portare via quanto più persone con lui".

"Questo è tutto grazie". Hotch finí. Sentii una mano afferrarmi il braccio mentre mi voltavo. Spalancai gli occhi emettendo un piccolo suono di paura.
"Mi hai spaventato" gli dissi mentre si poggiava al muro. Dapprima tacque. Lo guardai sbattendo le palpebre.

"Mi dispiace per-" si leccó le labbra. "Mi dispiace di aver dato di matto prima. Onestamente l'idea-" spencer si passo una mano tra i capelli con respiro tremolante. "Mi hai spaventato, tutto qui". Non gli avevo chiesto di spiegare ma ovviamente si sentiva obbligato a farlo.

"Mi dispiace" gli borbottai. Sembrava soffrisse di puro dolore e lottasse per stare in piedi e sapevo che la sua gamba non stava ancora bene, aveva abbandonato le stampelle.

"Solo... non so cosa stia succedendo" disse "sei diversa" sicuramente il mio lavoro mi aveva cambiata. Mi guardava con occhi lucidi. "Cosa ti è successo Holl?" Sospirai e mi guardai attorno. Non potevo dirglielo ma non volevo finire per urlargli contro in mezzo alla stazione di polizia.

"Io... non posso... non mi è successo niente" dissi. Il suo viso si indurì, la sua mano scivolò sulla mia afferrandola. Sospirai.

"Stai mentendo" mi disse Spencer. Alzai gli occhi al cielo. "Cio che è accaduto è ancora lì e i tuoi occhi vanno su e giù" sentii le lacrime pungermi gli occhi e abbassai lo sguardo. Aveva ragione. Mentivo. "Holl" disse tirandomi più vicina a lui, potevo sentire il suo corpo riscaldarsi su di me e il suo respiro mi soffiava sul viso, mi morsi il labbro.

"Non... non posso dirtelo Spence" sussurrai e il mio naso gli sfiorò la guancia. So che non sembrava molto professionale ma non mi importava perché mi faceva sentire di nuovo bene. "Per favore, fidati di me" gli sussurrai e lui ingoiò un nodo in gola.

"Voglio che tu stia bene" mi sussurri e lasciò che le sue labbra sfiorassero la mia guancia in un bacio involontario. Ebbi i brividi. Sapevo che ci stessero guardano ma non mi interessava.

"Sto... sto migliorando" mi fermai facendo un piccolo sorriso. "'Mi stai facendo stare meglio". Spencer mi sorrise e mi fece un cenno. Mi girai indietro e lo guardai. Lui fece un lungo sospiro e mi diede un bacio sulla guancia prima di andarsene zoppicando.

sollecita | Spencer Reid (traduzione italiana)Where stories live. Discover now