39. Il Verde Gallese

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Harry sorrise. Rolf era simpatico, strambo e eccentrico, ma simpatico.

«Tu intanto vai al campo da Quidditch e cambiati...»

«Ma Charlie!» si lamentò il ragazzo senza però accennare ad andarsene di lì.

«Harry, dai, può essere pericoloso!»

«E lo dici a me? Ricordati che ho affrontato un Ungaro Spinato, cosa vuoi che sia un comune Gallese Verde...»

Il professore si mosse sulla scopa scuotendo la chioma rossa, non aveva molto da obiettare al Salvatore del Mondo Magico, Harry era a scuola per sua scelta, avrebbe avuto un posto al Ministero con una sola parola, Charlie capiva che non poteva considerarlo come gli altri studenti e quindi decise che avrebbe lasciato alla Preside il compito di rimandarlo al castello, sempre che ci fosse riuscita.

«Allora scendiamo piano, se è ferito sarà quanto mai irritabile.»

Harry annuì, gli occhi verdi che scintillavano in contrasto col cielo grigio sopra di lui.

Harry annuì, gli occhi verdi che scintillavano in contrasto col cielo grigio sopra di lui

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I ragazzi erano rientrati al castello scortati dai professori. Hermione aveva la faccia tesa e stanca. Aveva ragione Harry, non era possibile che ogni anno succedesse qualche guaio. Lei in fondo voleva godersi quei giorni, la spensieratezza della mattina passata a Hogsmeade con Draco era ormai un ricordo sbiadito.

«Hai capito cosa è successo? Ho sentito voci assurde.»

Ginny lʼaveva presa a braccetto, mormorando concitata al suo orecchio.

«Preferisco pensare di aver sentito male, Gin. Non può esserci davvero un drago nella Foresta Proibita! Se così fosse, dobbiamo riunirci. Parlare. Non possiamo restare con le mani in mano.»

Le ragazze si sentirono spingere e Ginny si voltò infastidita, stava per rimbrottare qualche povero studente troppo scalmanato, quando vide il sorriso birichino di Blaise Zabini. «Caposcuola Granger, Prefetto Weasley, Sala dei Trofei, riunione straordinaria per le ronde?»

«Certo Caposcuola Zabini.» rispose seria Hermione buttando lʼocchio su Draco che appariva molto nervoso e di malumore. Ancora non aveva imparato a conoscerlo bene, ma quando i suoi occhi grigi prendevano la sfumatura del ghiaccio, allora non era un buon segno. No davvero.

«Chiamiamo anche gli altri?»

«Sì certo, tutti i Prefetti. Per il momento...» disse Blaise con fare sibillino.

Hermione annuì e si mosse alla ricerca di Neville e Luna. «Sala dei Trofei fra un quarto dʼora e speriamo che non ci confinino nelle nostre sale comuni, ma noi siamo i Caposcuola e i Prefetti, dovremmo poterci riunire in pace...»

«Ci vediamo lì allora, e state attente, comunque, okay?» concluse il moro e diede una spallata a Draco che sembrava imbambolato.

«A dopo.» ripeté Hermione guardandolo ancora, interrogativa. Avrebbe voluto conoscere i suoi pensieri. Lei non era una brava Legilimens, mentre sapeva che il serpeverde era un ottimo Occlumante, era stato istruito da Piton in persona e, a differenza di Harry, era dotato per lʼOcclumanzia e Legilimanzia.

Blaise spinse quindi lʼamico verso i sotterranei per cercare Daphne. «Mi vuoi dire che ti prende? Sembra che il drago lo abbia visto tu anziché Harry!»

«Non lo so Blaise, e se le succedesse qualcosa? Lo sai che non sa stare fuori dei guai? Guarda Potter, non voleva essere coinvolto e invece è sempre nel mezzo!»

«Sarà esattamente nel mezzo dei guai, Draco. È una grifondoro e tu lo sapevi... lʼhai sempre saputo. Non le puoi impedire di correre rischi, puoi solo starle vicino. E magari non sarebbe una cattiva idea se tu le dicessi quello che inizi a provare per lei, sai?»

Draco impallidì. Non aveva parlato ancora di nulla, erano solo amici. Amici che amavano stare vicini, sfiorarsi con le dita, toccarsi piano i fianchi di soppiatto, sistemare i ciuffi ribelli dellʼaltro, ridere insieme... amici.

«Cosa dovrei dirle? Nemmeno stiamo insieme. Abbiamo solo deciso di provare a non schiantarci a vicenda. E mi sembra già tanto che non sia ancora successo, credimi!»

Blaise sghignazzò piano. «Sì certo, ti guarda come se avessi piantato in cielo tu la fottuta luna, Draco. Non ti sei accorto come ti osserva e cerca di avvicinarsi a te? A lezione siete sempre insieme, e non solo per la questione dellʼunità delle case. Suvvia, sii un pò meno serpe e più grifone.»

«Ora mi offendo, modera i termini, grifone mai! Al massimo drago...» rispose Draco oltraggiato. Erano ormai giunti ai sotterranei.

«Draconis.»

«Appunto!» rise Blaise entrando allʼinterno della casa comune serpeverde dopo che Draco lʼaveva aperta pronunciando la parola segreta.

«Idiota! Io ho un amico deficiente...»

«Eccovi!» disse Pansy agitatissima, «Non si trova Goyle e Theo è andato a cercarlo con Xander e altri.»

«Sono usciti? Ma lo sanno che cʼè un drago libero per il parco del castello? Per Salazar! E come mai Goyle non era alla partita? Di solito non se ne perde una per studiare gli avversari. E Belinda non era con lui?»

«Non lo sappiamo, nemmeno noi cʼeravamo. Daphne ha ancora le emicranie e siamo rimaste qui con lei. Però, quando altri ragazzi sono rientrati dal campo di Quidditch, ci siamo chiesti come mai non ci fosse anche Goyle. Nessuno lʼha visto alla partita.» disse ancora Pansy, mentre una stanca Daphne Greengrass comparve in Sala Comune.

«Dannazione. Daph, abbiamo una riunione fra dieci minuti alla Sala Trofei, ti prego vai tu, lo so che stai male...» iniziò col dire Blaise. La bionda che era ancora in vestaglia annuì. «Vado a cambiarmi, potete chiedere a Wencky di portarmi limone e sale? Grazie.»

«Limone e sale? Grazie?» ripeterono in sincrono Blaise e Draco. Che il mal di testa avesse fuso definitivamente i neuroni della bionda compagna di casa?

La profezia dei fondatoriWhere stories live. Discover now