Epilogo

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UN ANNO DOPO...

*Harry's Pov*

Mi affannai mentre cercavo di sistemare le ultime cose presenti nella sala. Fuori nevicava, era il 13 dicembre. Nate avrebbe finalmente compiuto diciotto anni e in accordo con tutta la famiglia, a sorpresa del festeggiato, volevamo fare una grande festa come l'avevamo organizzata per Christopher. I palloncini neri, grigi e bianchi affiancavano la tavolata del DJ, dove un amico che ci aveva presentato Koll avrebbe intrattenuto tutti i partecipanti. Avevo organizzato i vari tavoli, in modo che ognuno a gruppetto potesse tranquillamente gustare la cena. La torta era responsabilità di Louis, mi auguravo che sarebbe arrivata integra alla sala.

Johannah e le ragazze erano già arrivate, Lottie era in compagnia del suo compagno, non ancora divenuto marito a causa di un problema con il locale che gli aveva fatto posticipare il matrimonio ancora di qualche mese. Ma la cosa non sembrava aver creato problemi, Lottie diceva sempre "Vuol dire che deve andare così". E sì, anche io pensavo che ogni cosa dovesse andare per il suo verso.

-Allora, la scritta è dritta? – chiesi a Fizzy che la stava fissando da minuti -C'è un errore nella scritta, Haz –

Sgranai gli occhi e sentii il cuore in gola -In che senso? Dove? Che errore? –

Le ragazze si scambiarono uno sguardo e scoppiarono a ridere -Ti prendevamo in giro! E' tutto perfetto, come sempre ogni volta che c'è il tuo zampino, datti una calmata! –

Buttai fuori tutta l'aria che avevo trattenuto per secondi e le guardai male, uno ad uno -Non vi farò vedere più Darcy! O diventerà come voi! –

Iniziarono a protestare mentre la bambina veniva proprio verso la mia direzione, abbracciandomi forte -Smettetela di prendere in giro il mio papà, è il miglior organizzatore di eventi che ci sia! – quel topino aveva da qualche mese iniziato a chiamare in maniera fissa me e Lou, papà. Ricordo ancora la prima volta che l'avevo sentita. Avevo pianto per minuti interi stretto nell'abbraccio con Louis, che a fatica cercava di non piangere insieme a me. Christopher era ancora un po' restio, ma lo capivo. Era più grande, aveva vissuto diversamente la sua famiglia e le sue figure genitoriali, non serviva che ci chiamasse papà, sapevamo quello che eravamo per lui. A proposito di questo, giusto qualche mese fa era riuscito a trovare il coraggio di andare a trovare sua madre in clinica. Eddie lo aveva spronato a farsi coraggio, a riallacciare un rapporto che non si era mai potuto creare. Così c'era andato ed era tornato a casa piangendo. Pensavo fosse andata male e invece era solo felice perché sua mamma era stata in grado di dirgli parole belle e di fargli capire che era salva grazie a lui.

Aveva riconosciuto tutti gli sforzi fatti in quegli anni. Così dopo aver affrontato quella paura, si sentiva molto più sereno e al posto giusto. Finalmente, si sentiva completo.

Darcy non aveva ancora trovato la voglia giusta che la portasse dalla sua mamma. Diceva di avere solo due papà, ma prima o poi l'avrei convinta ad andarci, magari con Christopher. Era giusto che creasse un rapporto con lei, quello non avrebbe significato che se ne sarebbe andata via da casa nostra.

Ma era cresciuta, si vedeva lontano un miglio. Aveva i capelli più lunghi, era più alta e sempre più bella, con i suoi occhioni verdi che squadravano il mondo da ogni angolazione.

-Qualcuno sa dirmi dove sono finiti Chris e Nathan? – domandai ad alta voce.

Eddie spuntò alle mie spalle – Mi ha appena mandato un messaggio, saranno qui tra un quarto d'ora –

-Oh, grazie al cielo. E mio marito? Dove diavolo è mio marito? –

-Eccomi, sono qui!! – disse proprio quest'ultimo, con uno scatolo tra le mani. Sistemai tutto sul tavolo e aggiunsi i regali che avevano portato per Nathan.

Come la prima voltaWhere stories live. Discover now