JOHNLOCK #2

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CANZONE A CUI MI SONO ISPIRATA: Hold on
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!BAD ENDING!

Ormai mancava poco a quel giorno, il giorno speciale di Mary e John.

Sherlock era profondamente afflitto da tutto ció, visto che provava qualcosa per John, e non solo un forte senso di amicizia. Era triste, afflitto, disperato. L'uomo che amava si stava per sposare; era logico che si sentisse cosí. Per la prima volta, mostró un suo lato umano, profondamente scosso dall'amore. Non piú una creatura fatta di logica e deduzione, ma un umano. I suoi occhi, freddi e impassibili erano ora insicuri, stanchi, impauriti.

Purtroppo aveva trovato un'unica via d'uscita, che era sempre la solita.

I suoi soliti cerotti non gli bastavano a spegnere le emozioni, i pensieri ed ad archiviarli come aveva sempre fatto. Ma stavolta non ci riusciva. Il suo Mind Palace non era pronto a una cosa come John, la prima cosa veramente importante per lui.

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Ormai mancava soltanto un giorno al matrimonio, e Sherlock stava peggio che mai.

Non gli importava di cosa sarebbe successo, era l'unica via. Sapeva che molto probabilmente sarebbe morto, era spaventato all'idea di morire, ma meglio morire che continuare a vivere come essere già morti dentro.

Prese la siringa, tiró su la manica e si videro subito tutti gli altri segni di dove l'ago era penetrato piú e piú volte.

Esitó un po' prima di farlo, pensó a Mycroft, ai suoi genitori, alla signora Hudson e persino a Lestrade, ma soprattutto a John, il suo John. Scrisse una lunga lettera con una carta piuttosto spessa e ingiallita, e poi lo fece.

Qualche ora dopo, John passó da Sherlock per chiedergli di fargli da testimone. Entró in casa e salí velocemente le scale chiamando Sherlock ripetutamente, ma lui non rispose.

Quando entró nell'appartamento, trovó Sherlock sul divano. Non parlava, era immobile. Era morto. John si precipitó a sentire il battito, costatando che non ce n'era. Non sapeva come sentirsi. Era scosso, sul punto di piangere.

John: Sherlock?

Chiese lui a bassa voce; poi di nuovo:

John: SHERLOCK?!

Provó a fargli un massaggio cardiaco, ma sembrava non funzionare.

John: Andiamo, Sherlock, so che puoi sentirmi, ti prego, svegliati!

Nulla.

John: Non te la caverai cosí facilmente!

E riprese le compressioni.

Nulla.

Non c'era polso.

Aveva smesso di parlare.

Aveva smesso di respirare.

Aveva finito la sua vita.

Il suo amico, il suo migliore amico era morto.

Scoppió in un pianto rumoroso e affannato, a singhiozzi. Strinse tra le braccia il corpo del suo migliore amico, continuando a chiedersi "Perchè Sherlock? Perchè proprio a me?!"

Ma poi notó un foglio di carta, cosí lo prese e notó che c'era scritto qualcosa. L'aveva scritta Sherlock.

"Caro John,
sono quasi certo che sarai tu il primo a leggere questa lettera, nel caso non fossi tu, ti prego, porta questa lettera a John Watson. Ebbene sí. Oggi è la fine. La fine delle nostre tante e varie avventure, una piú strana dell'altra. Non credere che non mi spaventi morire, non sono di ghiaccio e nemmeno mio fratello, anzi sono molto spaventato e deluso da me stesso perchè ti lasceró da solo, o quasi. Ma forse è meglio morire che continuare a vivere essendo morti dentro. Purtroppo, non sono stato io colui che ti ha rubato il cuore, perchè si, John, non pensare che sia strano che mi sia innamorato di te, ma l'ha fatto un'altra donna, una donna splendida che credo ti possa dare tutto. Non mi sono mai fatto avanti, temevo un rifiuto, e infatti credo ancora di avere ragione. Si, anche io sono umano e anche se i sentimenti sono un difetto chimico della parte che perde, anche io cado, mi abbatto, fallisco, mi innamoro. Ma cos'è veramente l'amore? Una condanna o una salvezza? Una cosa che uccide o è la tua ragione di vita? Nel mio caso è stata la prima.

Ti prego, John, voglio che tu dica alla signora Hudson che mi mancherà il suo tè e la sua gentilezza, ma dille anche di non piangere per me, sono piú felice qui. Di' a mio fratello che gli voglio bene e che sarà la persona che mi mancherà di piú, digli che mi mancano i momenti di fanciullezza nei quali eravamo felici insieme, e poi è degenerata. Ma digli anche che il più intelligente rimango io. Ai nostri genitori ci penserà Mycroft, tu semplicemente confortali. Ma a te, John Watson, non so cosa dire, se non  ti amo. Ecco. Mi mancherà tutto di te, la tua presenza, il tuo sorriso, e di quanto ti imbarazzi quando ci dicono che siamo una coppia, anche se ho sempre voluto fosse vero.

Ti amo;
Sherlock Holmes"

Molte lacrime avevano rigato il suo viso, nello scoprire che era colpa sua se Sherlock si era ucciso, visto che era solo questione di tempo. Anche John provava lo stesso per Sherlock.

John: Ecco Sherlock, è questo il tuo più grande difetto. Non sai aspettare...

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Angolo dell'autrice
Hello persone pelle:) Vi è piaciuto il capitolo? Devo ammettere che è molto sad la faccenda persino per i miei standard, ma ok;)
Sperando che stiate bene🤍

Sherlock - ships, memes and moreWhere stories live. Discover now