SHERIARTY #1

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CANZONE A CUI MI SONO ISPIRATA: Criminal - Britney Spears

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Dopo il processo del giorno stesso, Jim Moriarty si stava recando al 221b di Baker Street, a casa di Sherlock Holmes. Non sapeva bene nemmeno lui il perchè, semplicemente gli andava. In realtà essere la nemesi di Sherlock era solo un pretesto per seguire ogni sua mossa. Era ossessionato da lui. Non che di trattasse di qualcosa di puramente romantico, anzi, più che altro si trattava di attrazione fisica. Gli occhi di ghiaccio, sempre impassibili, per non parlare dei suoi ricci neri...lo mandavano più fuori di testa di quello che fosse. Arrivó all'appartamento di Sherlock, e senza bussare entró. C'era lui seduto su una poltrona di spalle alla porta e accanto un tavolino con una teiera con del tè e due tazze.

Sherlock: Di solito le persone normali bussano prima di entrare. Ma a pensarci bene tu non sei una persona normale.

Non si capiva se avesse pronunciato quella frase con disgusto o con stima. Jim ridacchió.

Jim: Non sono adorabili? Le persone normali. Anzi, illuminami, cosa fanno?
Sherlock: Non so, magari non si innamorano del primo sociopatico iperattivo che conoscono?
Jim: In realtà sei il terzo.

Jim era furbo. Estremamente furbo. E geniale quanto Sherlock. Solo una mente come Moriarty sarebbe riuscito a sedurlo, e lo sapeva bene.

Sherlock: Prego, siediti.

Il consulente criminale si sedette sulla poltrona parallela a quella di Sherlock.  Ora erano l'uno davanti all'altro. Jim gli raccontó di come aveva convinto la giuria del verdetto.

Sherlock: E ora? Vuoi bruciarmi?
Jim: Nah, quello è il Problema Finale che tu dovrai risolvere. Hai già un'idea di come ti bruceró?

Silenzio.

Jim: Oh, giusto. Quanto ti è difficile dire "non lo so"?
Sherlock: Non lo so.

Si stava creando tensione tra i due.

Sherlock: A te non interessa nulla nè nella Torre di Londra, nella prigione di Pentonville e nemmeno nella banca d'Inghilterra. Tu hai una chiave molto piú ampia.
Jim: Molto astuto. Ovviamente. Potrei far sparire tutte le nazioni in ordine alfabetico con straccetti di codici. Non c'è segretezza. Io sono la segretezza. In un mondo di stanze chiuse, l'uomo con la chiave è il re. E vedessi come sto bene con la corona!

C'era una certa nota di enfasi nella sua voce. Del resto, far innervosire Sherlock era la cosa che più adorava.

Ci fu qualche attimo di silenzio.

Jim: Alla fine, dovrai risolvere il Problema Finale, te l'ho detto.
Sherlock: Non amo gli indovinelli.
Jim: Abituati.

Disse Moriarty con un sorrisetto.

Sherlock: Altrimenti?

I due erano molto vicini. Si erano entrambi alzati dalle poltrone e ora si guardavano con uno sguardo che non si erano mai rivolti prima.

Jim sapeva bene che Sherlock lo stava provocando. Allora colse la palla al balzo.

Jim: Mi ero dimenticato di dirti che mi chiamano Mr. Sesso
Sherlock: Ah sì?

Ancora più vicini...

Jim: Ne vuoi una prova?

Moriarty si avvicinó all'altro consulente e inizió con lo scompigliargli i capelli ricci, poi a baciargli il collo in maniera lenta e sensuale, per poi gettarsi in un bacio lungo e appassionato.

Jim: Convinto?

La risposta di Sherlock fu tirarlo a sè per il colletto della camicia e si guardarono per un tempo che a loro sembró un'eternità.

Moriarty aveva ragione. Sherlock sarebbe ceduto.

Jim: Sappi che non mi convincerai a rivelarti i miei piani.

Sherlock allora gli sussurró nell'orecchio: stà zitto.

Cominció nel togliergli la giacca beije e Jim gli tolse la giacca nera. Ora l'investigatore gli stava lentamente togliendo la camicia. Moriarty fece lo stesso.

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Angolo dell'autrice
IL RESTO ALL'IMMAGINAZIONE:) Salve popolo. Come va? No, non mi hanno mangiata gli orsi; sono ancora viva:) Scusate se non ho postato ma la scuola mi ha tenuta occupata sad story:( Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, lettori e lettrici 🤍

Sherlock - ships, memes and moreWhere stories live. Discover now