Nuove scoperte

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Caro diario,

ti dispiacerà sapere che non è finita qui. Oltre all'omicidio avvenuto nella notte, si sono verificati nuovi, interessantissimi sviluppi. Infatti, un tassello mancante del nostro puzzle è tornato al suo posto. Sono tornato ad ispezionare la casa numero 12 e, con grande impazienza, ho bussato con l'intenzione di aprire il misterioso diario trovato nella scorsa ispezione. Ad aprire la porta c'era la splendida Evelyn, ma... era... diversa. Aveva gli occhi bagnati dal pianto e i suoi bellissimi capelli erano scompigliati e in disordine. Era pallida e malconcia, con gli occhi gonfi e il naso arrossato. Era evidente: aveva pianto. L'ho guardata, e con un filo di voce ho chiesto cosa non andasse. Lei, la voce rotta del pianto, ha risposto: "E-e-evel-lyn...". Credimi diario, credimi quando dico che non provo mai compassione per le altre persone, ma... davanti a lei mi sentivo così triste e compassionale che... ho fatto qualcosa di veramente inaspettato. Non avrei mai detto che sarei arrivato a tanto. Ma non me ne vergogno. Bhè... ho detto "mi dispiace". Che c'è? Che c'è di male? Suvvia, non guardarmi così... è tanto detto da me! Va bene, chiudiamo questa parentesi. Dorothy ha risposto, tra i singhiozzi, "La prego, la scongiuro... lei era spaventata e non l'ha protetta... protegga almeno le altre persone prima che accada qualcosa di brutto! Per piacere... la prego" ed è scoppiata a piangere. Non sapendo cosa rispondere, e sentendomi molto in colpa, ho annuito in segno di approvazione. Dorothy ha risposto con un debole sorriso, dicendo "Caffè?" "No, grazie. Sono qui per le indagini" ho risposto freddamente "Oh-oh okay! Prego, voglia seguirmi". Mi ha scortato dentro e mi ha accompagnato al piano di sopra, tirando su col naso. 

Una volta arrivati avevo un solo e unico pensiero al centro della mia mente: il quaderno. Senza neanche degnarmi di una parola mi sono recato dritto dritto alla libreria, che era esattamente come l'avevo lasciata: il vaso di vetro re-incollato segnato da crepe, i libri polverosi accuratamente riposti negli scaffali e un taccuino, rilegato in cuoio, appoggiato sulla scrivania. I miei occhi si sono posati su quello e, spedito, l'ho impugnato. L'ho esaminato per un secondo e mi è parso alquanto normale, o almeno finchè non l'ho aperto. Quello che ho trovato al suo interno mi ha profondamente scosso: le pagine erano ricoperte di schizzi, note e appunti illeggibili, vi erano molte foto di Connor, informazioni riguardanti i suoi orari, gli impegni e piantine dettagliate della sua casa, con tutte le varie altezze della casa ben evidenziate. A questi disegni e foto erano collegate numerose "freccine" che portavano poi agli appunti, illeggibili, di Taylor. Tutto ciò risulta alquanto inquietante. Se Taylor ha ucciso O'Brien, di sicuro non l'ha fatto a caso, anzi, tutt'altro. Si è impegnato, focalizzandosi su ogni minimo dettaglio senza tralasciare nulla. Avevo nelle mie mani una prova schiacciante, peccato che sia contrastata dalle testimonianze di Dorothy, che è una dei testimoni chiave. Le ho dunque portato il quaderno e lei, dopo averci dato un'occhiata, ha alzato lo sguardo, incredula. "N-non può essere" ha detto balbettando "Eppure è così. Non posso ignorarlo, è-è una prova schiacciant-" "E CHE COSA MI DICE DEL MOVENTE, EH? PERCHE' MAI AVREBBE DOVUTO COMPIERE UN ATTO SIMILE! E L'ORARIO? LUI NON ERA QUI AL MOMENTO DELLA MORTE! NON-ERA-QUI!" ha sbraitato Dorothy, in preda all'ira. Ho provato a calmarla, a farla ragionare... ma lei tiene troppo a quell'uomo e non può sopportare il fatto che io lo stia accusando di omicidio. Certo, la signorina aveva ragione, l'omicidio di Evelyn non può essere frutto del lavoro di Taylor siccome egli si trova fuori sede causa lavoro, ma potrebbe aver ingaggiato qualcuno per fare tutto il lavoro sporco e uccidere i due O'Brien. Tutto questo è molto strano, non riesco a capacitarmene. Se ci fosse una spiegazione chiara, tutto questo mistero si potrebbe risolvere facilmente... ma sembrerebbe proprio che la strada per la soluzione sia ancora lunga e tortuosa.


Cocci di vetroWhere stories live. Discover now