Cocci di vetro

Il numero 12 di Hills Street

Ecco, ritiro quello che ho detto. Non sono affatto soddisfatto del modo in cui ho risposto a questo Smith, che figura ...

C'è da dire che non mi quadra. Il signor Smith si è presentato qui, come se niente fosse, pretendendo di continuare lui le indagini. Chissà chi diamine lo ha convocato. Mai, e dico mai nella mia vita, ho avuto bisogno di un assistente o di un aiuto. Sin da piccolo, mi misi in piedi da solo senza il sostegno dei miei genitori. Imparai a parlare senza il bisogno che mia madre si presentasse da me facendomi esprimere attraverso parole monosillabe prive di ogni tipo di significato. C'è da dire, modestamente, che mi sono auto-convinto che l'aiuto si dia a una persona "pappamolle", come si suol dire in gergo. Non capisco perché, dopo tutti questi anni di autonomia, devo farmi dare una mano da questo bellimbusto. "Pensavo che le sarebbe tornato d'aiuto, io, io davvero non immaginavo." si è giustificata Evelyn. " L'ho chiamato perché probabilmente ci avrebbe permesso di essere più veloci nelle indagini. Non credevo ... ". In quel momento avrei solo voluto metterle le mani al collo. Il mio odio per la specie umana si stava concentrando su quell'unica persona che, dinnanzi a me, inventava scuse penose con la sua vocetta squillante. Scusa lo sfogo, caro diario, ma dovrò pur trovare qualcuno con cui sfogare il mio odio contro le persone.

 Tralasciando questo episodio, andiamo al sodo. Stamane mi sono recato alla casa numero 12 di Hills Street, ricordi? La casa il cui proprietario, incurante della presenza di un assassino, aveva lasciato porte, finestre aperte e luci accese come se nulla fosse. Ciò era inquietante. Varcata la soglia del cancelletto ho bussato forte alla porta, e una dolce voce femminile ha risposto dicendo: "Arrivo subito, solo un momento!". Dopo qualche istante, la porta si è aperta e sulla soglia c'era la più affascinante, bellissima e dolce creatura che io abbia mai visto. Per un attimo mi sono addirittura chiesto se fosse una dea. Improvvisamente ho iniziato a sentirmi svenire: avevo le gambe molli e il cuore in gola. Il mio stomaco si è annodato e avevo la costante, strana sensazione che un milione di piccolissime farfalle minute svolazzassero tranquille nel mio intestino. Occhi verdi e pelle chiara dalle guance sfumate di un colorito rosato con una leggera spruzzata di lentiggini. Un sorriso bellissimo, dai denti bianchi e un'espressione dolce, talmente dolce e rassicurante da farti sentire come sulle nuvole. Non so come mai, ma davanti a quella ragazza il mio odio per la gente svanisce. Certo, odio ancora la specie umana ma ... lei ... lei ha qualcosa di unico. Saranno gli occhi, i neri capelli setosi o la delicatezza della sua voce, non so, ma non appena la ho vista mi sono stregato. "Salve? Che desidera?" mi ha chiesto la dea. "Io, io ... io io io credo che, ehmm .... nome?" "Come prego?" ha domandato, sorridendo perplessa "Nome. N-nome, cioè ... vorrei sapere il suo nome "" Oh, io sono Dorothy. ". Non so da quale parte del mio cervello, forse da una zona remota che non sapevo nemmeno di avere, mi sia venuta questa frase ma senza nemmeno pensare la mia lingua si è azionata, facendomi dire:" Età? Io ci tengo a sapere quanti anni ha. Eheheh, sa, deformazione professionale ... io ... io ne ho 32 comunque solo, solo nel caso in cui volesse saperlo. "" Io ne ho 31! Siamo coetanei allora!" Ha detto, sorridendo. Potremmo archiviare la conversazione come un fiasco totale, ma come potrei non essere stregato dalla mistica creatura sulla soglia della porta che mi sta facendo sciogliere dentro? Ho già detto che è bellissima? E che è una dea? Sì? Bhe, lo ripeto.