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Ci dirigemmo verso la centrale di polizia. Ero molto nervosa. Durante il tragitto fissai fuori dal finestrino, senza prestare attenzione alla conversazione di Andy e Laurie. Arrivati lì, ci fecero entrare in una stanza con quattro sedie e ci dissero di aspettare. Non vedevo l'ora di riabbracciare Jake. Quando si aprì la porta scattammo tutti in piedi. Jacob entrò, accompagnato da un agente che gli tolse le manette. Andy e Laurie corsero ad abbracciarlo e quando si staccarono non persi tempo a stringerlo tra le mie braccia. Scoppiammo entrambi in lacrime. Ora niente aveva più importanza. Eravamo di nuovo insieme. Lo strinsi ancora più forte e lui fece lo stesso. Nessuno dei due voleva separarsi ma purtroppo non potevamo stare così per sempre. Ci staccammo e andammo a sederci con Andy e Laurie. Jacob iniziò la conversazione. -"Pensano che io abbia ucciso Ben."- -"È solo un malinteso. Si risolverà tutto non preoccuparti."- lo rassicurò Andy. -"Perché sta succedendo?"- chiese Jake con voce tremante. Gli presi la mano. Poi Andy disse -"Non lo so, ma chiariremo le cose, Jacob."- -"Tesoro sappiamo che sei spaventato. Lo siamo tutti."- disse poi Laurie. -"Non posso tornare a casa?"- chiese Jake. "No, non stanotte. Domattina presto ci sarà la prima comparizione."- rispose Andy. Jake tirò su con il naso, sorrise leggermente e disse -"Non so nemmeno cosa sia."- -"È solo un procedimento legale. Leggeranno l'accusa, fisseranno la cauzione e ti riporteremo a casa."- -"Sei sicuro?"- -"Assolutamente si. Sarai a casa per cena, ti do la mia parola."- Jacob annuì leggermente, poi chiese -"A quanto ammonta la cauzione?"- -"Non lo so. Lo scopriremo domani."- rispose Andy. -"E se non possiamo permettercela? Che cosa mi accadrà?"- -"Troveremo i soldi."- poi Laurie aggiunse -"Abbiamo dei risparmi. E la casa..."- -"Si, ma se..."- -"Hey, hey, ce ne occupiamo noi, ok?"- lo interruppe Andy. Ci fu una pausa, poi Jake scoppiò di nuovo in lacrime. Mi spezzava il cuore vederlo così. -"Mi dispiace. Mi dispiace tanto. Non sono stato io. Lo giuro. Non sono stato io."- gli occhi mi si inumidirono e strinsi un po' di più la presa sulla sua mano. -"Noi ti crediamo."- disse Andy. -"Non sono...So di non essere...di non essere un ragazzo perfetto, ma non sono stato io."- continuò a dire Jake. -"Tu sei perfetto, tesoro."- intervenne Laurie. -"Non lo conoscevo nemmeno. Era solo un compagno di scuola. Perché l'avrei ucciso? Perché mi credono colpevole? È per quello che ha detto Derek?"- continuò Jacob. -"Non lo so."- ammise Andy. -"Come, non lo sai? Questo è il tuo caso!"- Ormai le lacrime solcavano il viso del ragazzo. Ci fu di nuovo una pausa. Poi parlò Andy. -"Jake, hai detto all'agente che ti ha arrestato che hai trovato tu il corpo? È la verità?"- -"E non ce lo hai detto? Scusa, perché non ci hai detto niente?"- chiese Laurie. -"Non l'ho detto a nessuno. Ehm...Pensavo che...Che avrebbero dato la colpa a me. So che è stato molto stupido da parte mia. Lo so, vorrei avervelo detto. È che...È che avevo paura e adesso..."- Anche Laurie scoppiò in lacrime. -"Mamma, ti prego, non piangere."- -"Jake, devi ascoltarmi attentamente, ok? Non dire più niente a nessuno di questa faccenda. Capisci quello che ti sto dicendo? È molto importante."- -"Si"- -"Davvero. Neanche una parola. Quando torneremo a casa ne parleremo, ma fino ad allora, non..."- Andy venne interrotto dal rumore di qualcuno che bussava alla porta. -"Ve ne andate? Non vi fanno restare?"- Cercai di trattenere le lacrime. -"Ci vedremo in tribunale domattina. Con noi ci sarà un avvocato."- rispose Andy. -"Perché non sei tu il mio avvocato?"- chiese Jacob. -"No, non posso."- -"Perché no? Io voglio te."- -"Non posso per molte ragioni. Non è una buona idea."- -"Ma..."- bussarono di nuovo ed entrò un agente. Ci alzammo in piedi. -"io..."- iniziò Jake, ma non terminò la frase. I suoi genitori lo abbracciarono. Poi toccò a me. Mi fiondai di nuovo tra le sue braccia. Non volevo lasciarlo. Ci allontanammo di poco e lui poggiò la fronte sulla mia. Gli sussurrai -"Andrà tutto bene, te lo prometto."- Poi sentì le sue labbra sulle mie. Fui molto sorpresa da quel gesto, soprattutto perché i genitori erano nella stessa stanza...e molto probabilmente ci stavano fissando, ma ricambiai comunque. Ci separammo e gli sorrisi dolcemente. Gli asciugai le lacrime e lo abbracciai di nuovo. Poi gli sussurrai un -"Ci vediamo domani." Infine Jake fu portato via dall'agente. Non spiccicai parola per tutta la sera. Tornati a casa salì immediatamente al piano di sopra. Trovai tutto per terra. Sistemai ogni cosa al suo posto. Poi indossai un paio di pantaloni comodi e una felpa di Jake per sentirlo vicino. Mi misi a letto. Mi addormentai con la faccia schiacciata contro il cuscino ripensando a quel bacio. Dovevo assolutamente rivedere Jacob.
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Quella mattina ci svegliammo tutti presto per andare in tribunale. Non mangiai niente a colazione, ero troppo nervosa. Misi un paio di jeans neri e un maglione bordeaux, per cercare di non sembrare una scappata di casa. Quando fummo tutti pronti salimmo in macchina. Misi le cuffie e rimasi ad ascoltare la mia musica in silenzio. Non dissi niente neanche quella mattina. Arrivati nel parcheggio del tribunale vidi una donna che ci stava aspettando. Salutò Andy, poi disse -Laurie, io sono Joanna Klein.- -"Piacere di conoscerti- rispose Laurie. Joanna si rivolse a me e disse -Tu devi essere Riley, giusto?- -Si, si sono io- risposi sorridendo lievemente. -Mi dispiace tanto per quello che state passando.- continuò. -Grazie.- disse Laurie. -Ho del caffè in auto, in caso ne aveste bisogno.- disse Joanna. -No, siamo a posto. Jacob è già arrivato?- alla domanda di Andy tesi le orecchie. -Sta arrivando.- rispose la donna. -Come sta stamattina?-  le chiese Laurie. -È spaventato, però sta bene.- rispose Joanna. Tirai un sospiro di sollievo sapendo che stesse bene, ma avrei comunque voluto essere con lui in quel momento per dirgli che sarebbe andato tutto bene. Poi Joanna continuò. -Allora, Andy tu ci sei già passato, ma mai da questa parte. E Laurie e Riley, per voi questa è una cosa nuova, quindi riassumerò le regole per tutti. Da questo momento, finché non tornerete a casa e non chiuderete la porta dietro di voi, io voglio che non mostriate alcuna emozione. Niente. So che vi sto chiedendo molto ma è importante, ok?- -Saremo dei vegetali- disse Andy. -Laurie?- -Si.- rispose lei. -Riley?- -Si, si va bene ho capito.- dissi. -Sfortunatamente, ogni espressione, ogni reazione sarà usata contro di voi. Un sorriso e diranno che non la state prendendo sul serio. Una lacrima e diranno che state fingendo. Non dovete rispondere a nessuna delle domande che vi faranno. In TV contano solo le immagini. E, soprattutto, qualsiasi segno di rabbia, in particolare da parte di Jacob, confermerà i peggiori sospetti della gente. Dovete ricordare che, ai loro occhi, non è solo Jacob a essere colpevole. Ma tutti voi. Stanno cercando delle conferme, perciò non dategliele. Ok? Ricordate, siate impassibili.- terminò la donna. Annuimmo. -Siete pronti?- chiese ancora Joanna. -Si- rispose Andy. -Ok.- "Va bene, d'accordo nessuna espressione." Mi dissi mentalmente. L'ansia mi consumava da dentro, provocandomi un senso di nausea. Stavo per impazzire. Ci incamminammo verso l'entrata. C'erano tantissimi giornalisti. Cercai di mantenere la calma. Tutta quella gente mi metteva a disagio. Pensai che presto avrei rivisto Jacob e questo mi aiutò a calmarmi. I flash delle macchine fotografiche continuavano ad accecarmi. Non ne potevo più. Finalmente entrammo e ci lasciammo quel casino alle spalle. -Oh, mio Dio.- disse Laurie. -Stai bene?- chiese Andy allarmato. Laurie annuì e rispose con un flebile -Si.- Continuammo a camminare. Arrivati alla nostra meta, prendemmo posto. Mi sedetti tra Andy e Laurie. Muovevo nervosamente la gamba e mi torturavo le dita. -E adesso?- chiese Laurie. -Adesso aspettiamo.- rispose Andy. Un uomo entrò dalla porta e disse - Attenzione prego. Tutti in piedi.- Ci alzammo. -Presiede l'onorevole giudice Rivera. La seduta ha inizio. Vi prego di sedervi.- Ci sedemmo di nuovo. -Buongiorno. Iniziamo. Fate entrare l'imputato.- disse il giudice. Jake entrò accompagnato da due agenti. Vederlo lì e non poterlo abbracciare era una tortura. Si sedette davanti a noi, vicino a Joanna. Una donna disse - Atto numero 08-44-07, il Commonwealth contro Jacob Owen Barber. L'imputato è accusato di omicidio di primo grado.- -Il Commonwealth è pronto?- Chiese il giudice. -Si certo, Vostro Onore.- rispose un uomo. -Avvocato Klein, come si dichiara l'imputato?-  chiese di nuovo il giudice. Joanna e Jacob si alzarono in piedi e la prima disse -Non colpevole, Vostro Onore.- il giudice parlò di nuovo. -I termini per la cauzione. Il Commonwealth?- - Si, Vostro Onore. Se posso, conosciamo tutti il padre dell'imputato, che è qui con noi oggi. Siamo tutti molto affezionati al signor Barber. Io per esempio, l'ho considerato un mentore per molti anni.- -Avvocato Logiudice, presumo sappia che il signor Barber non è accusato di nulla.- intervenne il giudice. -Certo, Vostro Onore, ma i suoi trascorsi sono rilevanti per l'argomentazione che vorrei sollevare.- dopo questa frase smisi di ascoltare e mi persi nei miei pensieri. Come avrete notato, mi capita spesso. Tendo a estraniarmi da tutto e da tutti, rifugiandosi nel mio piccolo mondo, dove tutto è tranquillo e regna la calma. Rimasi in quello stato per tutto il tempo. Sentivo delle voci ma non riuscivo a distinguere le parole. Era come se fossi in una bolla dove non può accadermi nulla. Poi sentì qualcuno toccarmi il braccio e tornai alla realtà. Era Andy. -Dobbiamo andare, abbiamo finito.- -Quando lo rivedremo?- chiesi quando vidi Jake che veniva portato via da due agenti. -Tra poco, sta tranquilla.- Rispose Andy. Ci spostammo in un altro posto per pagare la cauzione. Andy passò l'assegno alla donna dietro il plexiglass. Joanna disse -Quando tornerete a casa, ci saranno i giornalisti. La mia assistente Ellen passerà con un po' di spesa, ma non potete restare segregati. Domani farete qualche commissione, andrete a fare benzina, non importa. Lasciatevi fotografare e...- Non riuscì a sentire le sue ultime parole perché vidi Jacob e gli corsi subito incontro. Lo strinsi forte. Lui mi sollevò da terra. Avrei voluto che quel momento durasse per sempre. Ci separammo e Jake abbracciò anche Laurie e Andy. Si separarono e prima di uscire Jake mi afferrò la mano. Gli sorrisi. Andammo fuori e i paparazzi erano ancora lì. Tutti continuavano a fare domande ma cercammo di ignorarli. Joanna cercò di allontanarli per farci passare. Salimmo in macchina e andammo verso casa. Sentì un peso sulla mia spalla. Jake si era addormentato. Lasciai che si riposasse. Era così carino, non volevo svegliarlo. Cercai di restare ferma. Davanti casa c'erano moltissimi giornalisti. Andy parcheggiò l'auto nel garage e sussurrò -Non ho il cuore di svegliarlo.-Mossi leggermente la spalla e sussurrai -Jake, siamo arrivati.- Lui aprì piano gli occhi. Scendemmo dalla macchina ed entrammo in casa. -Hai fame? Ti preparo qualcosa?- chiese Laurie a Jacob. -No, voglio solo andare a dormire.- rispose quest'ultimo. -Ok- disse Laurie dandogli un bacio sulla testa, poi Andy disse -Hey. Siamo orgogliosi di te. Hai affrontato la giornata con coraggio.- -Avevo tanta paura.- disse Jake in risposta. -Ora è tutto ok.- disse Laurie e Andy aggiunse -Vai a riposarti.- Jake annuì, poi mi prese la mano e mi chiese - Vieni con me?- Io annuì sorridendo leggermente. Facemmo per andarcene ma Jacob si fermò e disse -E...non mi hanno ridato il telefono, i poliziotti.- e Andy rispose -Si, ne prenderemo un altro. Magari anche un nuovo portatile.- -Hanno preso il mio computer?- domandò Jake. -Si, si fa così quando...Si fa così in questi casi.- -Ok.- Poi andammo al piano di sopra. Arrivati in camera Jake si stese su letto e mi fece cenno di sdraiarmi accanto a lui. Mi abbracciò come aveva già fatto qualche giorno prima. Rimanemmo così per qualche minuto. Poi vedendolo ancora sveglio mi venne in mente una cosa. -Jake?- -Mhmh- -Ecco...dovremo parlare di una cosa...- -Intendi il bacio?- Wow aveva capito in fretta. -Si, quello. Ecco vedi...- -Va bene se non provi lo stesso, voglio dire, non posso costringerti. Se non vuoi...- Scoppiai a ridere. -Che c'è di così divertente?- mi fermai per rispondere. -Stavo per dirti che provo qualcosa per te razza di idiota.- Sollevò di scatto la testa. -Sul serio?- chiese. -Si, sul serio.- gli diedi un leggero bacio sulle labbra e poi aggiunsi -Ora riposa però.- Jacob sorrise e mi strinse di più. Poi cadde in un sonno profondo. Stando attenta a non svegliarlo, presi il telefono e chiamai mia madre. -Hey tesoro. Come stai?- cominciò lei. Sorrisi. -Hey, io sto bene, sono solo un po' stanca. Papà e Noah come stanno invece?- -Tuo fratello sta bene, i dottori dicono che sta facendo progressi. È tuo padre che mi preoccupa in realtà. Beve molto in questo periodo. È sempre così stressato.- Mio padre è sempre stato un soggetto molto ansioso, anche se io sono peggio. È molto legato a Noah ed è sicuramente preoccupatissimo ma non voglio che sfoghi quest'ansia con l'alcol. Jake russò interrompendo i miei pensieri. -Sei con qualcuno?- chiese mia madre. -È solo Jacob che russa.- Risi leggermente inquadrando Jake, ma mia madre si rabbuiò, assumendo uno sguardo quasi preoccupato. Smisi di ridacchiare. -Mamma, tutto bene?- -S-si solo...stai attenta. Ora devo andare. Dirò a tuo padre e tuo fratello che li saluti.- Non mi diede neanche il tempo di salutarla che chiuse. Posai il telefono e mi accoccolai di nuovo a Jake, pensando a quanto fosse stata strana mia madre. Mi addormentai anch'io.

Dalla tua parte (Jacob Barber)Where stories live. Discover now