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Quella mattina mi svegliai con un mal di testa tremendo e gli occhi rossi dal pianto, come di solito mi capita dopo aver avuto un incubo o uno dei miei attacchi. Sentì un rumore di passi fuori dalla stanza ma non ci feci molto caso...fino a quando una voce familiare e il rumore fastidioso della sveglia mi riscossero completamente. -"Hey, forza è ora di alzarsi!"- Era Andy. Quell'uomo è sempre stato come un padre per me e quando i miei genitori hanno saputo di doversi spostare in un altra città per le cure di mio fratello , si è subito offerto di ospitarmi a casa sua, conoscendo il mio problema. -"Andiamo, giù dal letto."- Lo sentì dire. -"Ragazzi, devo vedere gli occhi"- Solo in quel momento mi resi conto del braccio attorno alla mia vita. Era di Jacob. Dormo spesso nel suo letto perché come vi avevo già detto è l'unico che riesce a calmare i miei attacchi di panico. E indovinate? Anche quella notte ne ebbi uno a causa di uno stupido incubo che non starò qui a raccontarvi. -"D'accordo non mi lasciate altra scelta."- Si avvicinò al letto e sapendo cosa voleva fare mi tolsi la coperta dalla faccia dicendo-"D'accordo sono sveglia ma ti prego non farlo di nuovo!"- Ottenendo come risposta un -"Mi dispiace, dobbiamo svegliarlo in qualche modo."- Sbuffai, mi misi a sedere e cercai di svegliare Jake. -"Jacob ti prego svegliati, non voglio sentire di nuovo quella c-" Ma venni interrotta da Andy. -"Ultima occasione."- Nessuna risposta. -"Andy per favore non di nuov-"- Ma fu inutile perché mise di nuovo quella stupida canzone. Sbuffai di nuovo e poggiai di nuovo la schiena sul materasso. Dopo neanche cinque secondi, sentì la voce di Jacob lamentarsi e dire -"Sono sveglio, sono sveglio!"- Andy rispose con un -"Eccolo qua"- e subito dopo se ne uscì dicendo -"Buongiorno ragazzi!"- Non appena l'uomo fu fuori dalla stanza mi girai verso il ragazzo di fianco a me. -"Buongiorno Barber."- -"Buongiorno raggio di sole."- Feci una faccia che era un misto tra sorpresa e disgustata da quel nomignolo. -"Ewww! Non chiamarmi mai più in quel modo!"- -"D'accordo RAGGIO DI SOLE"- Rispose marcando le ultime parole. -"Ti ho appena detto di non chiamarmi mod-"- -"Vado a vestirmi raggio di sole"- -"JAKE!"- Urlai in risposta tirandogli il cuscino in faccia. Iniziammo a ridere entrambi e poi andammo a lavarci e vestirci per la scuola. Indossai un paio di jeans neri leggermente strappati sulle ginocchia, una maglietta nera a maniche corte e una camicia a quadri rossa. Misi un paio di scarponcini neri e il mio amato berretto per tenere a bada quella matassa di capelli scuri. Decisi di truccarmi solo con un po' di correttore per non sembrare un panda depresso, ma non ottenni molti risultati. Scesi in cucina e vi trovai Laurie che era appena tornata dalla sua corsetta mattutina. Le diedi il buongiorno e lei fece altrettanto, rivolgendomi un sorriso. Scese anche Jacob che chiese a sua madre di aiutarlo a ripassare i vocaboli che sarebbero stati nella verifica di quel giorno. -"Non avresti avuto bisogno di ripassare ora, se avessi studiato bene ieri sera invece di giocare tutto il giorno ai videogame con Derek"- Dissi con un ghigno stampato in faccia. Jacob mi fece il verso ridendo e io gli diedi una piccola spinta sul braccio. -"Vi serve un passaggio o andate a piedi"- chiese Laurie. -"Credo che io andrò a piedi, ho il compito di matematica a prima ora e devo uscire di casa il prima possibile."- risposi. Laurie sorrise e disse -"D'accordo, Jake?"- -"No, vado a piedi anch'io"- Rispose il moro. -"Hai comprato i waffle?" Aggiunse. -"Se li hai messa nella lista l'ho fatto.-" Disse la donna. Guardai l'ora e mi accorsi che era già tardi così mi affrettai a salutare tutti e uscire di casa, avviandomi verso la scuola con le cuffie nelle orecchie e un solo pensiero in testa...quel maledetto compito.
Arrivai a scuola e come al solito iniziai a mandare occhiatacce a chiunque osasse guardarmi...e poi mi chiedo perché ho così pochi amici. Mi avvicinai al mio armadietto e vidi Derek venire verso di me. Non è particolarmente simpatico ma è amico di Jake e devo sopportarlo. Mi chiese dove fosse Jake e io risposi che non ne avevo idea ma poi lo vidi in fondo al corridoio e dissi -"Eccolo lì, sta arrivando"-. Notai che aveva uno sguardo perso, quesì assente, ma dopo pochi secondi tornò a sorridere. -"Tutto bene?"- Gli chiesi. -"Si, si è tutto apposto. A proposito i miei vogliono andare in Messico per le vacanze di Natale e volevano chiedere a tua madre se per lei andava bene che tu venissi con noi."- -"SUL SERIO?"-Risposi scioccata e felice allo stesso tempo. -"Si, quindi vuoi venire?"- Mi chiese. -" STAI SCHERZANDO? CERTO CHE VENGO CON VOI"- dissi con un sorrisone stampato in faccia. -"Cavolo devo andare, ho il compito di matematica adesso, ci vediamo dopo."- Diedi un bacio sulla guancia a Jacob e salutai Derek. Successivamente mi incamminai verso l'aula di matematica e mi sedetti al mio posto pronta ad affrontare quel maledettissimo compito.
                                  ...
Ero nella classe di chimica e sedevo accanto a Jacob come al solito. Stavamo facendo un esperimento divisi in gruppi e noi due eravamo capitati con altre tre persone: un ragazzo e due ragazze. -"Fai attenzione quando lo sfili, altrimenti succede un disastro."- disse il professore a una persona del gruppo al tavolo dietro di noi. -"Disse la ragazza."- aggiunse Jacob, facendo ridere i nostri compagni. Anche a me scappò una risatina ma le due ragazze al nostro tavolo mi lanciarono un'occhiataccia. Ormai ci ho fatto l'abitudine, quindi risposi con uno sguardo ancora più gelido di quelli che mi avevano lanciato un momento prima e smisero di fissarmi. Dopo pochi secondi sentimmo una voce che diceva -"Attenzione. La scuola è in isolamento con effetto immediato. Tutti gli studenti devono restare in classe..."- Sentendo quelle parole pensai subito al peggio.Tutti si alzarono per vedere cosa stesse succedendo ma io rimasi come paralizzata. Stava per succedere, me lo sentivo. Il respiro si fece più pesante e iniziai a sudare freddo. Un senso di ansia e panico si espanse dentro di me ma una mano calda mi riportò alla realtà. Jacob intrecciò le sue dita con le mie e quel gesto mi fece calmare un po'. Il professore si occupò di chiudere porte e finestre e ci fece mettere tutti contro la parete. Mi rannicchiai contro il petto di Jake e mi sentì più al sicuro. Dopo essermi calmata un po' chiamai mia madre per spiegarle la situazione, anche se non fu un gesto molto utile. Jake nel frattempo era al telefono con suo padre per avvisarlo e per scoprire qualcosa su quello che era appena successo. -"Che ti ha detto?"- chiesi una volta che ebbe riattaccato. -"Niente per il momento."- Vedendo la mia faccia aggiunse -"Hey sta tranquilla, ha detto che siamo al sicuro."- Mi strinse un po' di più e cercai di calmarmi.
                                  ....
Appena tornammo a casa scoprimmo ciò che era successo. Ben Rifkin era stato ucciso a sangue freddo con tre coltellate al petto. Io e lui non parlavamo quasi mai se non fosse per qualche "Hey ciao" o "Come va?", ma fu comunque strano sapere che un ragazzo della mia scuola fosse stato ucciso. Ovviamente mia madre si preoccupò e decise di chiamarmi per chiedermi se volessi andare da lei fino a quando non fosse tutto risolto, ma declinai l'offerta. Non volevo spostarmi. Ero a casa di Jacob, sdraiata sul suo letto a leggere mentre lui giocava con i videogame insieme a Derek. A un tratto la porta si aprì, rivelando le figure di Andy e Laurie. Il primo disse -"Derek, c'è tuo padre."- così il ragazzo si alzò e ,dopo averci salutati, si incamminò verso la porta. Quando se ne fu andato, Andy si rivolse a noi dicendo -"Ehm, ragazzi , volevamo parlarvi un attimo"- -"Certo"- rispondemmo in coro. -"Vogliamo solo sapere come state, come vi sentite per quello che è successo a Ben?"- -"È tutto ok. Insomma...Si è strano ma, non è che fossimo proprio amici intimi, quindi..."- -"Rilye?"- -"Vale lo stesso per me, non parlavamo molto."- risposi. -"Beh, dev'essere comunque spaventoso conoscere una persona che è stata uccisa..."- -"Immagino. Voglio dire, si, un po'."- disse Jake. -"Eravate in classe insieme, giusto?"- chiese Laurie. -"Si, a matematica."- -"Io invece avevo biologia e inglese con lui."- affermai. -"Era uno simpatico?"- domandò Andy. -"Ben? Era a posto."- rispose Jake. -"Solo a posto?"- chiese Laurie confusa. -"Ecco, non voglio sembrare cattivo, ma lui era un po' pieno di sé, sapete? Pensava di essere davvero un fico."- disse ancora Jacob. -"E lo era?"- chiese Andy stavolta. -"Per alcune persone si. Piaceva alle ragazze."- A quel punto tutti si voltarono nella mia direzione ma io dissi -"Non guardate me, a me non piaceva."- strappando un leggero sorriso a tutti i presenti. -"Vogliamo che sappiate che siamo qui per voi, d'accordo? Qualunque cosa proviate potete dircela"- riprese Laurie. -"Lo...lo abbiamo appena fatto. Come abbiamo già detto, non lo conoscevamo granché. È tutto ok. Davvero."- sorrisi per confermare le parole di Jake. -"D'accordo. Vi vogliamo bene."- Disse Laurie, dando un bacio sulla fronte a entrambi. Sorrisi ancora, un po' imbarazzata per quel gesto inaspettato e io e Jacob rispondemmo in coro -"Anche noi."- -"E se cambiaste idea e voleste parlare con noi..."- -"Lo sappiamo, grazie"- tagliò corto Jake. Successivamente Andy ci avvisò che dopo mezz'ora sarebbe stata servita la cena. Annuimmo ed entrambi uscirono dalla stanza. Jake a quel punto spense la TV e si sedette accanto a me sul letto. -"Che vuoi fare?"- Chiese.-"Non ne ho idea."- -"video di cadute dallo skate?" Propose. -"D'accordo, ma solo perché non ho altre idee."- risposi sorridendo. -"Così mi ferisci!"- disse facendo il finto offeso. -"Metti quei video prima che cambi idea."-  Così Jake prese il computer e si stese di fianco a me. Poggiai la testa sul suo petto mentre con la mano mi accarezzava dolcemente i capelli e la schiena, provocandomi brividi ovunque. Restammo in quella posizione per un bel po' di tempo a guardare cadute dallo skate. Poi i genitori di Jacob ci chiamarono per la cena. Finito di mangiare tornammo in camera. Mi lavai e mi misi il pigiama. Poi andai in camera e mi sdraiai accanto a Jacob. Non appena fui sotto le coperte, Jake mi strinse forte e incastrò la testa nell'incavo del mio collo, sussurrando sulla  mia pelle -"Ho freddo."- Le mie guance si tinsero immediatamente di rosso a quel contatto, ma ricambiai comunque la stretta. Certo non capita tutti i giorni di dormire abbracciata in questo modo alla tua cotta, no? E così ci addormentammo in quella posizione, non sapendo che presto quella tranquillità sarebbe finita.

Dalla tua parte (Jacob Barber)Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt