-Hai altri progetti per oggi pomeriggio? - domandò Anne, mentre Natalie apriva il suo armadietto per recuperare il libro di matematica.

-A parte studiare, no. Tu?

-Ti dispiace se vengo da te a studiare? Ultimamente a casa mamma e papà non fanno altro che discutere - rispose Anne evidentemente abbacchiata per la piega che stavano prendendo gli eventi in casa Wilson.

Natalie annuì, stranamente non aveva altri impegni in quel momento, avrebbe approfittato della presenza di Anne per studiare e prepararsi al meglio.

Anche perché era tutto in forse e non era certa che la sua carriera di attrice sarebbe mai partita, da una parte era felice che i suoi genitori avessero deciso di usare il cognome di sua nonna materna ovvero Portman anziché quello vero.

Era stata una sorpresa gradita, Natalie era molto legata a sua nonna.

Era incredibile pensare che avesse avuto quell'occasione, eppure, non sapeva per quale motivo, la ragazzina sentiva che presto sarebbe successo qualcosa, non sapeva cosa, però aveva questa sensazione.

Appena uscite da scuola, Natalie evitò, con una certa abilità, Timothy Stacey un ragazzino della sua stessa età che aveva passato metà dell'anno scolastico a prenderla in giro chiamandola secchiona.

Per quanto fosse vero che Natalie studiasse tanto e cercasse in ogni modo di non trascurare la scuola, la ragazzina poteva dire che studiare proprio non le piaceva.

Detestava studiare, amava imparare, imparare secondo lei era meraviglioso.

Amava lo studio delle lingue e i suoi genitori le avevano insegnato il rispetto per gli altri, ma anche a dare sempre la sua opinione, anche quando questa risultava impopolare.

-Ciao, secchiona - ridacchiò Timothy quando vide Anne e Natalie uscire da scuola e andare verso la fermata dell'autobus.

Natalie lo ignorò, mentre già sentiva su di sé tutti gli sguardi dei compagni.

Erano molto pochi gli amici, a parte Anne, che non la guardavano sussurando alle orecchie dei compagni "Pensa di essere così sexy adesso", e questo faceva molto male a Natalie.

Non aveva detto ad Anne che, da giorni, non faceva altro che piangere, sperava che quell'anno finisse presto.

Era stato veramente tremendo, tutte le volte che tornava a casa, durante le riprese di The Professional si era scontrata con quegli sguardi e con quelle parole.

La sua reazione era stata chiudersi a riccio verso gli altri ragazzi, perché detestava la sola idea di essere giudicata.

Immersa nei suoi pensieri Natalie seguí Anne mentre salivano sul pullman per tornare a casa.

Riuscì a sentire soltanto Timothy che diceva :

-È inutile che ti atteggi a diva, tanto so che non andrai da nessuna parte -

Era evidente che voleva scatenare una reazione, ma Natalie non gli avrebbe dato quella soddisfazione.

-Ignoralo, lo dice solo perché è invidioso - dichiarò Anne poggiando la mano sulla spalla dell'amica.

-Su questo hai ragione, però fa male sentire dire certe cose. Lo so che non è detto che la mia carriera decolli, ma voglio ancora sperarci e poi ho tante altre idee in caso la mia carriera di attrice affondi dopo questo primo film - sorrise Natalie, facendo sorridere anche Anne.

Fuori da finestrino dell'autobus scorreva Syosset un gruppo di case colorate con giardini rigogliosi, un bel posto in cui vivere e, per fortuna, Natalie poteva anche fingere di essere una persona normale.

Suo padre Avner era uno stimato medico a New York e la ragazzina sognava, in caso la sua carriera fosse stato un flop, di seguirne le orme.

Magari non sarebbe diventata un'attrice da Oscar, ma forse avrebbe potuto diventare un bravo medico.

-Non fasciarti la testa prima di rompetertela! Io sono sicura che diventerai una stella di Hollywood - dichiarò Anne.

Natalie non riusciva a capire come facesse Anne ad avere così tanta energia e come facesse ad essere sempre positiva, nonostante la situazione critica che viveva in famiglia.

Natalie cercava di esserle di conforto, anche se non era così facile, vista la quantità di ore che la ragazzina aveva passato lontano da Syosset.

Anne non le aveva mai fatto pesare questa sua assenza, però Natalie sapeva che l'amica stava soffrendo.

-Ti fermi a mangiare da me? - domandò la piccola Hershlag.

-Massí, tanto non credo che a mamma dispiacerà. Però dovrai prestarmi il telefono, perché la devo avvisare che non torno a casa per pranzo - la avvisò Anne strappando un sorriso all'amica.

-D'accordo -

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