𝘊𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 6

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Sono passate ben 2 settimane e fra 5 giorni, la punizione finirà.
Futilmente, sorrido pensando a quando potrò finalmente smettere di lavare il pavimento.
Lisa mi ha prestato un po' di trucco per coprire le occhiaie e in effetti, mi è stato di gran aiuto.
Ciò però, non mi ha salvata dalle grinfie di Ginvera, la ragazza dai lunghi capelli rossi e lo sguardo tagliente.
Eh sì, sono settimane che mi assilla e probabilmente lo fa perché non ha proprio nulla di produttivo da fare.
<<Scusa ma, te ne puoi andare anzi che girarmi intorno?>> le chiedo, cercando di tenere il volume della mia voce basso.
Lei, sorridendo con perfidia si avvicina a me e prende il secchio dell'acqua pieno per poi rovesciarmelo addosso.
Sconvolta, rimamgo immobile: l'acqua era gelata e in più, non riesco a capire come possa essere così audace da farmi una cosa del genere.
<<Questa volta ti lascio stare, ma la prossima volta me la pagherai cara, Ginevra McHale>> l'avviso, puntandole il dito contro ma lei, non dà peso alle mie parole e se ne va senza dire nulla.
Non riesco a capire perché questa ragazza si comporti così, ci dovrà essere un motivo.. No?
Di notte, appena finisco i compiti mi butto sul letto, rimbalzando come una palla per 2-3 volte.
<<Mi hai svegliata, stronzetta!>> esclama Lisa, con tono assonnato.
<<Pardon>> mormoro, ridendo sotto i baffi.
Lisa, che doveva essersi appena svegliata, balza dal letto ed esclama <<Ti devo raccontare delle cose sul mio morosooo!>> storco la bocca, amareggiata: a me, cosa frega di Ladislav?
O meglio dire, mi frega, ma non della sua vita amorosa quando ormai so che io non ho chance con lui.
<<Ti prego no, ho sonno>> la fermo, trovando una scusa credibile.
Lisa, un po' triste, mormora delusa <<Okay, buonanotte>>.
Chiudo gli occhi e lentamente, mi addormento.
<<DRIIINNNNNNNNNN>> suona la sveglia, la spengo e sbuffando mi alzo dal letto.
Quando entro in classe, trovo tutti a testa bassa e il professore col viso cupo.
Lo saluto e mi siedo al mio posto, cercando di capire cosa è successo ma nessuno parla, nemmeno il professore.
Aspettiamo e aspettiamo, dopo 20 minuti di silenzio assurdo, inizia la lezione ma ancora non ho capito che cosa è successo.
Alla fine della scuola, come sempre ritrovo il secchio d'acqua e il mocio vicino il muro.
Alzando gli occhi al cielo, inizio a passare il mocio mentre sento la sorvegliante ridere per poi andarsene.
Quando passa Ginevra, già sento i nervi a fior di pelle ma, con saggezza, decido di far finta di nulla.
Che diavolo ci fa qui?
La sua classe sta al piano superiore... Magari si fà delle passegiate..
<<Ti ci vedo in futuro, sai?>> chiede Ginevra alle mie spalle, ma neanche mi giro per guardarla.
<<A lavare pavimenti.. A fare la serva>> sibila, cercando di provocarmi ma è tutto vano, non mi importa della sua opinione e in più, che c'è di male nel lavorare come donna di pulizie?
È un lavoro come gli altri, magari si ricevono meno soldi però è sempre un lavoro.
<<Voglio puntare più in alto>> sbotto con determinazione.
<<Intanto lavati>> detto questo, mi getta il secchio dell'acqua addosso.. Pure oggi.
Sono meravigliata dalla sua audacia, o meglio dire stupidità.
<<A quanto pare non ti sei informata sul mio conto, altrimenti non avresti fatto ciò che hai APPENA fatto>> mormoro, con tono e lo sguardo cupo inclinando leggermente il capo.
Lei, non prendendomi seriamente, ridacchia e mi chiede <<E perché scusa?>> fa una pausa <<Sei una gangster? Sei una star? No, sei solo un'incapace>>.
Rimango immobile, aspettando che si giri per andarsene e così, prendo il secchio vuoto e glielo metto in testa.
Le dò una pedata, spingendola a terra per poi dirle <<Ti avevo avvisata, stronza!>>.
<<ELENA>>sento la voce stridula della sorvegliante e immediatamente, sbuffo scocciata sapendo che mi prolungherà la punizione.
Mi volto, chiedendo con tono dolce <<Sì, signora?>>.
<<Sei nei guai, vieni con me>> sbotta, invitandomi a venire con lei ma io, ovviamente nomino Ginevra, spiegato cosa è successo.
<<Allora, venite entrambe>> ci dice la sorvegliante ed entrambe, seguiamo la donna.
Mi avvicino a Ginevra e le sussurro all'orecchio <<Ricordati che se affondo io, ti porterò con me... Sempre>>.


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