CAPITOLO 56

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Nel silenzio di quel buio asfissiante che mi circondava, il mio corpo giaceva immobile ma, al contrario, la mente vagava senza freni.

Immaginai scenari più svariati di come le cose sarebbero potute peggiorare, finché non riniziai a vivere a ritroso il discorso con Gideon.

Era la prima volta che Rubyo mi teneva nascosto un piano, e faceva male. In più la dichiarazione di suicidio di Gideon e il suo atteggiamento, non avevano fatto altro che aggiungere peso sul mio petto.

Una fitta alle tempie mi obbligò a strizzare gli occhi, per poi aprirli.

«Sapevi tutto.» Dissi fredda, alzando la testa dalle sue gambe, con la consapevolezza che qualcosa, dentro di me, si era rotto. «E non ti sei opposto.»

Feci per alzarmi in piedi, ma Rubyo mi fermò prendendomi il braccio.

«Si, all'inizio. Ma questa era la cosa più ragionevole da fare. È un Kelpie e ha vissuto metà della sua vita a Chaot. Sa come muoversi, di chi fidarsi... »

Mentre Rubyo parlava, io lo guardavo negli occhi, tremanti e imploranti.

«Allora perché sei titubante?»

Lo vidi deglutire nervosamente, per poi lasciare la presa e mettersi in piedi.

«Perché so quanto ci tieni a lui.»

In quel momento, con quella frase, riuscii a percepire Rubyo prendere le distanze.

«Dov'è adesso?» Chiesi.

Rubyo scosse la testa, confermando la mia paura.

«Vado a prenderlo. Non può essere ancora troppo lontano.»

«Dovrai prima uccidermi.»

Mi bloccai. Poi risi. Ma lo sguardo di Rubyo era serio, e il sorriso mi si spense sulle labbra.

«Finiscila.» Dissi avanzando.

«Non sto scherzando.» Rubyo estrasse la spada, mettendosi in posizione.

«Non riuscirai mai a farlo.»

«Non oserei mai di farlo.» Disse Rubyo, puntandosi poi la sua spada alla gola.

Mi bloccai sul posto, serrando la mascella.

«È davvero così che hai intenzione di fermarmi?» Non volevo ammetterlo, neppure a me stessa, ma ci stava riuscendo. «Non ne hai il coraggio.»

A quelle parole la punta della spada graffiò il collo di Rubyo, lasciando che un rivolo di sangue gli scivolasse oltre le clavicole.

Sbarrai gli occhi.

«Va bene, ma ti prego adesso basta. Rinfodera la spada. »

Il tempo di posare l'arma, gli fui addosso per tamponargli la ferita.

«Scusami.» Sussurrai.

Rubyo mi accarezzò la testa in un tentativo di tranquillizzarmi.

«Tornerà presto, vedrai.»

Annuii e feci per allontanarmi, ma improvvisamente Rubyo mi spinse la testa nella sua clavicola, impedendomi di vederlo in volto.

«Lo ami?» A quella domanda, smisi di respirare, ritirandomi velocemente dalla sua stretta.

«Io-io... Non lo so...»Rubyo non parlò.

«Ines mi ha detto che amare qualcuno inizia con il mettere il suo bene prima del proprio... pensavo sarebbe stato un buon punto di partenza, ma a dir la verità sono solo più confusa. Questo non è ciò che dovrebbe fare ogni sovrano nei confronti del proprio popolo?»

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