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Dopo mille rigiri nel letto, uscii in balcone per prendere una boccata d'aria, ma c'era troppo silenzio e mi mancava la voce di Alex, mi mancava lui.
Improvvisamente mi balenò in testa una strana idea che mi portò a rientrare in camera per vedere l'ora. Quattro del mattino.
Mio padre era andato a letto da un po e anche Thomas era rinchiuso nella camera degli ospiti, ma per non essere sgamata, decisi di controllare.
Spensi tutte le luci procedendo con la torcia bassa, finii in mezzo al corridoio indecisa su chi controllare per primo, vinse il mio carissimo padre e abbassai piano piano la maniglia, ma la porta era chiusa a chiave e mi allarmai perché in casa nostra era una cosa davvero rara.
Tesi le orecchie per sentire ogni minimo movimento e l'unica cosa che sentii furono delle risate attutite.
"Papà, sono Lily" bussai seguito dal rumore del lampadario che cadeva e si rompeva.
"Santo cielo. Dammi un attimo, piccola" sussurrò e anche lì ne seguì un gran baccano.
"Oh no. No, no, no" le immagini delle vicende della giornata mi tornarono tutte in mente, una dopo l'altra, dalla cena alla festa e scossi energicamente la testa per scacciare via i brutti pensieri, ma ugualmente scioccata per non averci pensato prima. Anzi, no, mi era venuto un dubbio.
Girai guardando in fondo dal corridoio, dov'era la stanza degli ospiti, corsi dando un calcio alla porta e ovviamente si aprì mostrandomi un letto ben fatto e il suo borsone messoci sopra.
"No, no, no...non può essere!" Uscii trovando entrambi con addosso solo i pantaloni della tua che mi guardavano in lontananza, erano fottutamente scopabili con tutti quei muscoli tesi, ma quello era ormai un dettaglio, perché le carte che tenevano in mano mi fecero incazzare ancora di più.
"Un conto è scoprirlo in questo modo e Un altro conto è cercare di pigliarmi anche per il culo con ste carte che sono pure girate al contrario"
"Stupido" papà diede una gomitata sul fianco di Thomas che si trattenne dalle risate.
"Sei tu che me le hai passate" ribadì l'intruso e passai le dita fra i capelli desiderando staccarlo.
"Cioè, state maledettamente scherzando sulla cosa dopo che ne sono venuta a conoscenza in questo modo? Papà, fai sul serio?" Mi arrabbiai sentendo il viso andare a fuoco per la tensione.
"Piccola, parliamone un attimo" abbandonò Thomas per venire da me, ma io riuscii ad entrare in tempo in camera mia sbattendo la porta.
Consapevole che mi avrebbero bloccata per parlare se fossi uscita normalmente, aprii la finestra saltando giù e caddi di schiena rendendomi poi conto dell'altezza.
"Solita sfiga" mi dissi pulendomi ed uscii dal cortile scappando nella direzione in cui volevo andare già prima.

"Ehi, affacciati" tirai il terzo sassolino contro la sua finestra e non ricevetti nessuna risposta, mi sarei anche arrampicata, ma al piano di sotto c'era la camera dei suoi genitori.
Raccolsi una manciata di altri sassi pronta a lanciarli e proprio in quel momento decise di tirare fuori la testa beccandone uno proprio sulla fronte.
"Ahia!" Bisbigliò sporgendosi ulteriormente per capire chi fossi.
"Oh cazzo, piccola!" Chiuse la finestra e girai nel retro da dove uscì con la mano premuta sulla fronte.
"Ehi, ehi, ehi, tu dovresti essere a casa a dormire come ti avevo dett-"
"Lo so" posai un dito sulle sue labbra e lo abbracciai affondando la testa nell'incavo del suo collo.
"Solo, mi mancavi e saresti dovuto restare" piagnucolai accarezzandogli i capelli.
"Che hai combinato?" Socchiuse la porta dietro di sé e mi portò dalla parte della dependance per non farci sentire.
"Te l'ho detto, voglio rimanere con te. Non riesco a dormire" mi fece sdraiare su di lui una volta seduto su uno sdraio e in cambio mi sfiorò le labbra salendo ai capelli.
"Piccola, dovrei già essere incazzato, perché ti sei messa in pericolo venendo qui da sola a notte cosi fonda, quindi dimmi che è successo e mi limiterò ad essere felice che tu stia bene" minacciò sviando la severità con un bacio.
"Ho avuto un problema con mio padre" sussurrai coprendo il viso per non guardarlo dall'alto.
"Non dovresti essere qui, lo sai?" Ripeté e mi alzai di scatto guardandolo male.
"Non sei felice di vedermi!?" Corrugai la fronte indispettita e mi allontanai da lui aggiustando la felpa.
"La tuta è mia, vero?" Mi tirò dai lacci del pantalone e lo colpii sulla mano per essere lasciata.
"Si, ma non è questo il punto. Se ti sto dando cosi tanto fastidio, allora me ne vado via. Ciao" girai sui tacchi rifacendo il giro, casualmente ripassando sotto la finestra di Alex, notai che la luce era accesa e sentii qualcuno richiamarlo sottovoce, credevo fosse Emily, ma alzando gli occhi, mi resi conto che quei lunghi capelli dannatamente biondi potevano appartenere solamente a una persona che, per quanto valesse, avrei ucciso sul momento arrampicandomi sui muri.
"Ehi, Lily, che ci fai qui?" Si affacciò ancora di più mostrando buona parte dei seni in bella vista a causa della canottiera troppo abbassata e rimasi a guardare la sua faccia da sbruffona per qualche secondo senza risponderle.
Capii il motivo per cui Alex non mi aveva accolta a braccia aperte e il perché mi avesse mentito dicendo d'aver da fare con il padre. Si, il padre.
Non compresi se fossi troppo arrabbiata per tornare nel retro a picchiarlo a sangue, ma compresi di essere di troppo e che non fosse il caso e l'ora giusta per fare una scenata, perciò decisi di sbrigarmi ad uscire.
"Stronza.." riuscii ancora a dire dopo aver scavalcato il portone. Bene.

Rifeci la strada verso casa con la testa tirata in su per bloccare le lacrime, ma nulla, ormai grondavano e al pensiero di tornare pure da quei due bugiardi bombati, mi deprimetti di più desiderando avere un'altra amica o un altro amico da cui avrei potuto andare a stare.
Il sonno cominciava a prendermi e mi stava salendo un po di paura una volta resa conto che ero veramente sola in un quartiere desolato, allora corsi fermandomi ogni tanto davanti alla casa di chi conoscevo per ogni evenienza.
Arrivai a casa con il fiatone ed aprii il portoncino con il codice dimenticando che il comando emetteva in casa un suono d'avviso, infatti trovai mio padre davanti alla porta d'entrata, ancora nudo dalla vita in su e con un sorrisetto di scuse.
"Non ho voglia di parlarne, sono stanca" dissi trovando inutile arrabbiarsi.
"Domani?"
"Domani, papà" mi aprì la porta ed entrai diretta in camera, dove tolsi le scarpe e crollai.


Ditemi che ne pensate❤

Solo Sesso Per DifesaWhere stories live. Discover now