27

7.9K 149 26
                                    

Dopo scuola, precedendo Dove, chiesi ad Alex di andare a studiare al parchetto del quartiere siccome era una bella giornata per stare chiusi in casa.
Così ci ritrovammo alla solita panchina isolata dalle altre mediante alti cespugli e con la fortuna di avere i bambini dal lato opposto.
«ok, questa non mi viene» indicò il problema di matematica e mi passò il quaderno per verificare, cercai di prenderlo, ma lui restò con le mani sospese senza lasciare veramente il quaderno, ritentai e mi accarezzò le dita facendosi serio e guardandomi intensamente nei occhi fino a farmi sentire a disagio.
«Alex» lo chiamai per farlo smettere e passò la mano libera dietro il collo imbarazzato per poi lasciare la presa.
«che ti prende ora?».
«nulla» tossì per salvarsi dalla mia domanda seguente e lasciai cadere l'argomento scuotendo la testa per fargli capire la mia frustrazione.
Gli cerchiai l'errore di calcolo che lo aveva fatto sbagliare tutto e tornammo in silenzio concentrati sul da fare.
«hai i cioccolatini dietro?» se ne uscì e io mi rabbuiai.
«che c'è?».
«bhe, ho smesso di comprarle da quando tu..io..».
«ah ok, allora passiamo a prenderle al ritorno» sorrise ed annuii completando gli esercizi.
Non passò molto che mi ritrovai costretta ad alzare gli occhi dal quaderno.
«Alex, sul serio, che ti prende?» sospirai ritirando le mie cose.
«che c'è, non posso ammirare il panorama?».
«gli alberi e i cespugli sono dietro di te, non me».
«e chi ha parlato di alberi e cespugli» disse a bassa voce e lo sentii ugualmente.
Il suo fare misterioso era snervante soprattutto se non sapevo cosa gli passasse per la testa e se avevo l'impressione che complottasse cose alle mie spalle.
«io ho finito tutto e ho fame» mi avvertì ritirando anche lui.
«bhe, non è ancora tardi, se vuoi...» lasciai in sospeso la frase e capì annuendo, perciò prese la felpa dalla coperta su cui eravamo seduti e la piegai mettendola in cartella.
«forza» mi tese la mano e la afferrai seguendolo.

Dopo aver preso gli m&m's, decidemmo di andare a casa mia essendo la più vicina, ma quasi all'arrivo, Dove lo chiamò e lui mi guardò prima di decidere che fare.
Lo precedetti e presi il telefono.
«si, ciao. Alex è con me e siamo un po occupati in questo momento» dissi subito e lei rimase in silenzio. sorpresa.
«ah ok. Allora lo chiamo dopo».
«non credo risponderà, al massimo gli dico di aspettarti domani davanti a scuola».
«ok, grazie» terminò la chiamata e ripassai il cellulare al proprietario.
«se questo non era un atto di gelosia, allora ho sbagliato vita» disse ridendo, portai i capelli dietro da arrogante e lui mi circondò le spalle.
«te l'ho detto di non sfidarmi. E non sono gelosa» lo colpii sul petto tirando fuori le chiavi.
Entrammo e posai le nostre cose in camera, poi lo portai in cucina, si sedette intorno al tavolo e mi guardò spalmare la maionese in un panino.
«se continui cosi, giuro che vomito all'istante» disse e mi accigliai.
«oh scusa» aggiunsi ricordando che non sopportava l'odore.
«cosa posso fare al principino, allora?» leccai la maionese rimasta sul dito e mi sedetti sulle sue gambe mordendo il panino a pochi centimetri dal suo viso.
«mi stai provocando?» accorciò i centimetri e io masticai vicino al suo orecchio, rise costringendomi a guardarlo negli occhi e mi feci seria per la loro profondità disarmante.
Per l'impressione mi bloccai sul posto facendo diventare la cosa una specie di sfida in cui lui vinse, perché abbassai gli occhi sulle sue labbra che leccò forse per tentarmi del tutto.
E lo avrei fatto, avrei mollato il panino e vinto quella forza che mi impediva di lasciarmi andare con lui, perché tanto sapevo di piacergli, che dopo un passo falso lui avrebbe comunque cercato di riparare le cose, ma soprattutto dopo averlo perso una volta, avevo timore di essere separata ancora quando la cosa poteva essere risolta con una semplice amicizia.
«no» appunto si arrese sospirando.
«no, cosa?»
«dimmelo tu. Cosa volevi?» domandò passando entrambe le mani fra le dita, mi sentii le guance bollenti come le mani e intrecciai le dita imbarazzata.
Passarono minuti o secondi infiniti e io proprio non sapevo che dire o fare, perciò decisi di stargli lontano per ricontrollare il respiro, ma lui strinse la presa intorno alla mia vita e dovetti restare sulle sue gambe.
«A-Alex, lasciami andare» la mia era una supplica dal profondo e lo comprese lasciandomi, allora mi sedetti dal lato opposto a lui e poggiai la testa sulle braccia crociate sul tavolo e mi venne da piangere, cosa che non controllai e iniziai a bagnare le maniche della mia felpa.
«Lily?» mi chiamò e scossi la testa sperando che capisse, ma testardo com'era girò intorno al tavolo e mi racchiuse tra le sue braccia baciandomi sul collo.
«non ho bisogno di capire le cose, io voglio che tu mi dica cosa e perché di questi attacchi» mi spostò i capelli di lato e affondò il viso nell'incavo del mio collo mordendolo, sussultai, ma non lo notò restando in quella posizione.
«non ne vuoi parlare con me o non del tutto?».
«il problema sei tu a dire il vero» sussurrai e lui rise.
«bhe, non mi aspettavo una risposta simile» ammise e mi sedetti dritta lasciando che mi asciugasse le lacrime.
«che colpa ho in realtà?» sospirò affiancandomi, ma senza mollare la presa su di me.
«non va affatto bene, dico, tutta questa storia, non va bene perché sapendo sta cosa io continuo a interpretare male ogni tua mossa, ed è tutto ancora più frustrante perché tu...» chiusi gli occhi pensando se fosse il caso di svuotare il sacco proprio in quel momento, consapevole che in fondo si era preso un impegno verso quella tipa.
«allora? Io...?».
«credo di ricambiare i tuoi sentimenti tutto sommato, ecco, e non voglio rovinare tutto ancora una volta, capisci?» tornai a nascondere il viso e sta volta mi fece sedere sulle sue gambe stringendomi forte al suo petto finché non mi calmai, poi mi alzò il viso e mi baciò con le mani a circondarmi il viso e mordendomi il labbro svariate volte.
«quello che invece non capisci, è che qualunque cosa accada, io continuerei ad amarti e sono certo che in un modo o nell'altro ci ritroveremo sempre» detto ciò si mise in piedi senza interrompere il bacio e arrivò fino al divano dove si accomodò con me sopra, mi tolse la felpa con tanto di maglietta e io mi affrettai a fare lo stesso con le labbra pulsanti, poi mi slacciò il reggiseno e una volta che sfiorò la mia pelle con le labbra, capii di essere fottuta.

Scusate il ritardo.❤
Mentre lo rileggevo per la correzione, è partita in sottofondo la canzone por que di Flor e Madonna mi è partito un momento di tristezza diabetica.
Comunque ho deciso di leggere Ossessione per il sesso immedesimandomi nei panni di un lettore e sono arrivata ad una sola conclusione: mi drogavo prima di scrivere i capitoli, perché non ci credo di essere stata capace di inventarmi da sola una storia così contorta (per non parlare di certi errori da brividi).
Grazie mille a tutti quelli che mi seguono, che votano tutte le mie storie, che mi mandano messaggi dolcissimi in provato e che hanno avuto la sfiga di conoscermi mediante quel libro e quindi che mi sopportano ogni giorno..e nulla, buona lettura😘❤
Ps e giuro che la smetto: per quelli che me lo stanno chiedendo, prima di fare il gruppo vorrei fossimo abbastanza cosi è più divertente e si ha la possibilità di conoscere più persone anche singolarmente.

Solo Sesso Per DifesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora