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Mi ero seduta al suo fianco per tenere l'acqua calda e finii per addormentarmi io con le mani strette alle sue.
Mi svegliai che ero grondante d'acqua, anzi, ero totalmente fradicia, mi resi conto che ero in braccio ad Alex nella vasca, solo in intimo e con lui che mi fissava sorridente.
Sembrava essersi ripreso ed era tornato al suo colorito naturale, mi spostai indietro tastando le braccia e il petto per assicurarmi che fosse veramente lì con me e che in realtà non stessi sognando sdraiata sul pavimento del bagno.
«ehi, va tutto bene» continuava a sorridere e io sospirai per il sollievo.
«perché sei venuto qui?» mi feci seria accarezzando il suo petto dietro una linea immaginaria che scendeva in basso, gemette quando raggiunsi la parte sotto l'ombelico, cosi mi fermai capendo che mi stessi spingendo troppo oltre e che Nick mi stava aspettando.
Uscii dalla vasca avvolgendomi in un asciugamano, gli tesi la mano ed uscì anche lui, provai, provai davvero a tenere gli occhi su, ma si abbassarono da soli finendo sulla sua erezione, non mi sorpresi affatto perché tanto mi ero resa conto che c'era poco di gay in quel testa di cazzo, aspettavo solo che mi dicesse cosa non andasse in lui.
Si coprì, mi munii di phon e lo portai sul letto ordinandogli di sedersi, gli asciugai quei ricci maledettamente impossibili da domare.
Mentre si riprendeva bene il mio umore migliorava impercettibilmente e vederlo scherzare nuovamente era davvero confortante.
Andai a prendergli dei vestiti puliti da mio padre e anche se i pantaloni gli stavano larghi, una volta vestito e sistemato per bene, era una meraviglia e vi rividi il ragazzo stupendo e allegro di una volta.
Mandai un messaggio a Nick per dirgli che sarei tornata tardi, non aveva risposto, ma ero certa che se le fosse presa.
portai Alex giù cucinando la pasta come piaceva a lui, trattandolo come un bambino, mi posizionai sul tavolo giusto davanti a lui per assicurarmi che mangiasse prima di fargli prendere le medicine.

Volevo e sentivo il bisogno di tornare da Nick, si era fatto un po tardi e ce l'avrei fatta giusto per cena, Alex non aveva l'intenzione di tornare a casa e sinceramente davo per scontato che rimanesse a dormire siccome il padre era incazzato e doveva sbollire un po la rabbia.
«ora devo andare, tanto sai tutto quindi fa come vuoi e ti prego, non fare cazzate prima dell'arrivo di papà» lo baciai sulla guancia pronta a scattare, ma mi trattenne.
«non andare da quello lì, resta con me» il suo tono era supplichevole, però non avrei rinunciato a Nick per nessuno, soprattutto se sapevo che era solo a casa sua a gestire la sorella quando invece dovevamo passare tutto il tempo insieme.
«no, Alex. Basta con le solite rotture. Stai con Max e io con Nick-ammesso che stessimo veramente insieme-,accettiamolo e basta anche con questi baci dati senza motivo» parlai velocemente per non far si che aggiungesse qualcosa, ma mentre ne ero impegnata, mi venne in mente ciò che avrei dovuto dire prima.
Nel giro di un minuto, tornai in me.
«Questo mi ricorda che sei il ragazzo più stupido che conosca, come cavolo ti è venuto in mente di uscire da casa mentre stavi cosi male? Immagina se fossi rimasto li per strada mezzo svenuto e per lo più al freddo. Tua madre doveva legarti in camera con una catena e dopo questa cazzata spero che non ti lasci uscire almeno per un mese. Sei veramente uno sc-» mi fermò premendo le labbra sulle mie, spalancai gli occhi provando a staccarmi da lui, ma mi tenne stretta finché non chiusi lentamente gli occhi e socchiusi le labbra per lasciare che spingesse la lingua contro la mia. Fu un attimo. Le mie braccia gli circondavano il collo e lui mi appiccicava sempre di più per far aderire il mio corpo al suo.
La sua lingua si intrecciava alla mia trasformando il bacio in qualcosa di tale profondità che reagii male indietreggiando. Lo avevo avvertito solo un minuto prima.
«scusa. Devo andare, ora» e con questo ripercorsi la strada di prima arrivando da Nick un quarto d'ora più tardi e con gli occhi lucidi per altri sensi di colpa.
Bussai al campanello e mi aprì Lily con la bocca piena, la salutai e corsi in salotto dove ero certa stessero mangiando, lui era seduto con il piatto intatto, ancora piena di insalata, fissava la televisione con sguardo serio e perso.
«ah, sei qui» disse solo abbassando gli occhi forse per non guardarmi.
«sembri arrabbiato».
«non lo sono. Stavo pensando» mormorò evitando ancora il mio sguardo, avvertii una fitta al cuore per paura che dicesse qualcosa che non mi avrebbe fatto piacere.
«a cosa?» tentai di mantenere un tono regolare, ma la verità è che stavo già tremando.
«a noi. Penso che sia il momento di fin-» arrivò Lily che piantò i piedi a terra con le mani ai fianchi e rimase in silenzio ad analizzarci.
«State bene?» mi abbracciò una gamba e andò a sedersi su quelle di suo fratello.
«stiamo bene, ma ora ci dovresti lasciare un attimo da soli».
«volete litigare?» io ero ancora immobile con l'immagine di loro due sfocata a causa delle lacrime che giuro, avessi abbassato le palpebre, avrei iniziato davvero a piangere.
Mi ero persa la risposta, ma Lily ci lasciò saltellando via.
Nick tornò a me e mi fece attendere un po prima di riprendere il discorso.
«come dicevo, credo che sia arrivato il momento di finir-» lo interuppi io questa volta e asciugai le lacrime indietreggiando.
«non continuare, ho capito. Vado a prendere le mie cose» ci stavo così male che non ero in grado di pensare a nulla se non riuscire a salire le scale senza cadervi.
Cercavo le cose che avevo già sistemato in giro, li buttai nella borsa assicurandomi di non dimenticare nulla.
«ma che ti prende? Dove stai andando?» Nick entrò arrabbiato e totalmente rosso in viso, mi strappò di mano la porta e la rimise al suo posto.
«mi spieghi che ti prende?» chiese con tono grave, misi tra noi una distanza di sicurezza stando con la schiena al muro.
«me ne sto andando. Non voglio subirmi il tuo discorsetto prima di lasciarmi».
«chi ti ha detto che ti voglio lasciare?».
«hai detto che è arrivato il momento di finirla» borbottai in punta di piedi per non stare faccia a faccia con lui, alzò gli occhi al cielo sbuffando e premendo il petto sul mio quasi dolorosamente.
«non era quello, piccola, non ti lascerei mai. Intendevo finirla da conoscenti che scopano e fare sul serio. Da fidanzati. Sempre che tu sia d'accordo e che non fraintenda che voglia obbligarti a sposarmi.» rise mettendomi alla giusta altezza per baciarmi, mi circondò il viso infilandomi la lingua in bocca. Lo baciai con asporto, le dita fra i suoi capelli che tiravo leggermente dal piacere.
Spingeva il bacino contro di me permettendomi di sentire il rigonfiamento nei suoi jeans, portò una mano dentro i miei spostando le mutandine e infilando del tutto due dita dentro di me, gli andai in contro gemendo e incrociai le braccia alla sua vita baciandolo lungo la gola, il mento, le labbra e lo morsi sul naso strappandogli un sorriso.
Le sue dita entravano ed uscivano da me con lentezza mirata provocandomi formicolii nel basso ventre che mi portarono a morderlo troppo sul collo, rabbrividì e lo sentii chiedendogli scusa, passai la lingua sul punto dolorante ampliando la stretta.

Le sue dita entravano ed uscivano da me con lentezza mirata provocandomi formicolii nel basso ventre che mi portarono a morderlo troppo sul collo, rabbrividì e lo sentii chiedendogli scusa, passai la lingua sul punto dolorante ampliando la stretta

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Improvvisamente mi alzò portando le mie gambe intorno a lui e mi disse di alzare le braccia dove mi sfilò la giacca e il maglione seguito dal reggiseno, leccò i miei capezzoli mordendoli e succhiandoli, mi bastava poco per arrivare al culmine e oltre a ciò che aveva cominciato riprese a pressare il bacino contro la mia intimità tant'è che serrai gli occhi mordendomi le labbra a sangue, non mi accorsi nemmeno che mi aveva posata giù, liberata dai jeans e dalle mutandine e che anche lui era già splendidamente nudo.
Mise le mani ai lati della mia testa, mi penetrò di botto, con velocità e con una profondità allucinante e mi bastò solo quello per farmi venire copiosamente.
Anche lui era vicino e gli alzai il viso coprendolo di baci, socchiuse le labbra per me e gli morsi la lingua esplorandogli la bocca con fervore, nel frattempo una mia mano gli sfiorava il petto giungendo in basso dove lo strinse con decisione provocandolo prima che rientrasse dentro di me e venne sulle mie mani sussurrando il mio nome.

Solo Sesso Per DifesaWhere stories live. Discover now