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"Sali" mi aprì la portiera, ma scossi la testa.
"Alex, sei ubriaco, non voglio morire" ribadii e sbuffò battendo un pugno sul finestrino.
"Sei scemo? Vuoi romperlo!?" Urlai spingendolo via, passò le dita fra i capelli al disperato tentativo di mantenere il controllo.
"Mi fai uscire di testa, sappilo" e con ciò tornò dentro il locale uscendone poco dopo con Ethan che lo sorreggeva.
"Guido io, va bene?" Mi rassicurò e liberai un sospiro di sollievo salendo nei posti dietro per non lasciare che Alex si addormentasse.
Il tragitto fu piuttosto silenzio e non capii il motivo finché Ethan non chiese a quale casa dovevamo essere portati, Alex si era addormentato sotto le mie carezze e per non disturbare i genitori con lui ubriaco in quel modo, gli dissi di portarci a casa mia.
"Aspetta, apro il cancello" scesi già con i nervi alle stelle e ovviamente la chiave era introvabile.
"Aspetta, aspetta" Ethan, veramente caro, mi fece il segno di calmarmi e prese la mia borsetta trovando al volo le chiavi.
Andò ad aprire, fece entrare la macchina ed andai ad aprire la porta d'ingresso in modo così violento da provocare un gran baccano.
"Non fare nulla, se non si sveglia, giuro che lo trascino" lo bloccai prima che sollevasse Alex.
Entrai nella macchina e nuovamente alla sua vista, mi calmai di colpo ritrovandomi ad accarezzarlo nel modo più delicato possibile finché non socchiuse gli occhi borbottando parole sconnesse.
"Ti devi alzare. Siamo a casa" gli porsi la mano che lui usò per tirarsi su, lo guidai ed entrai in casa dirigendomi lungo le scale.
"No, va bene sul divano" propose solo perché non voleva farsi le scale, ma lo supplicai di seguirmi cosi avremmo dormito insieme e annuì non molto convinto, infatti ci impiegai più del dovuto per farlo arrivare fino al letto.
"Arrivo subito, ok?" Sussurrai e sorrise cadendo all'indietro.
Raggiunsi Ethan rimasto fuori e lo ringraziai nuovamente nervosa e incazzata, lui lo capì e cercò di tranquillizzarmi, ma non servì a nulla, perché il solo pensare mi alterava e non poco.
"Torni a casa o cosa?"
"Casa, ormai è tardi per tornare"
"Hai bisogno di un passaggio?"
"No, figurati, pensa ad Alex piuttosto. Starà messo così per un bel po di ore" passò la mano dietro il collo improvvisamente a disagio, allora lo guardai assottigliando gli occhi per intimarlo a dirmi ciò che non sapevo.
"Che gli avete fatto?" Chiesi ingrossando il petto, sentii un soffio di rabbia intensa vicino al cuore e lo avrei menato per la faccia da innocentino.
"Io nulla. Ha solo bevuto molto" alzò le mani davanti a sé come per difendersi e io lo spinsi dalle spalle avanzando.
"Se fino a poco fa mi stavi simpatico, ora rischi un ceffone. Che cazzo gli avete fatto!?" Urlai colpendolo su una spalla e lui se la massaggiò indeciso sul da farsi.
"Ripeto.Nulla, ma ha bevuto parecchio" digrignò i denti facendosi serio.
"Questo lo so, ma la persona là sopra non mi sembra tanto normale. Ha il cervello a puttane in questo momento. Non può aver bevuto cosi tanto, non è scemo a tal punto"
"Chi lo dice che questa volta non abbia superato il limite consapevolmente?. Sono suo amico e non credi che io abbia cercato di fermarlo? Ero l'unico sobrio del gruppo!" Detto ciò, mi lanciò le chiavi della macchina e fece per uscire.
"Prego per il passaggio" aggiunse uscendo.
"Ti dirò prego io quando smetterò di prenderti a pugni dopo le tue suppliche. Aspettate solo che io scopra che cazzo mi sono persa in quello schifosissimo locale" dissi sbattendo la porta dietro di me.
Tornai da Alex che era steso sul pavimento freddo e lo alzai subito mettendolo in posizione seduta.
"Piccolo, riesci ad aprire gli occhi? Devi stare sveglio. Hai bisogno di bere un po d'acqua e cambiarti" lo baciai sulla fronte bollente e mi sentii come troppo giù di morale per fare qualsiasi cosa, cosi mi sedetti di fronte a lui e lo guardai con le palpebre abbassate e le labbra socchiuse per incamerare più aria.
Non avevo toccato nemmeno una goccia di alcol, ma i miei sbalzi di umore mi stavano mettendo in dubbio pure sulla nostra effettiva presenza lì.
"Stai bene?" Domandò Alex ad un certo punto e mi ripresi rimettendolo sul letto.
Andai a prendergli da bere praticamente correndo per non perdere tempo, ma al mio ritorno stava già dormendo, allora gli tolsi tutto lasciandolo in boxer e lo coprii con le coperte entrandovi sotto dopo essermi cambiata.
Lo baciai intenerita e affascinata dalla sua bellezza, in qualunque situazione fosse.

Mi svegliai a causa del forte odore di cibo che pareva provenire dalla cucina, il tempo di stiracchiarmi e mio padre entrò in camera aggrottando la fronte. Non capii.
"Perché..." indicò Alex con un cenno, gli avevo rubato le lenzuola e si vedeva che era coperto solo dai boxer.
"Papà, non pensare male, per favore" lo avvertii e mi fissò sospettoso prima di avvicinarsi al letto posando il vassoio.
"Non hai bevuto, vero?" Scossi la testa e annuì lasciandomi sola mentre Alex si svegliava piano piano.
"Ehi, buongiorno" farfugliò ancora confuso.
"Benvenuto nel mondo reale, piccolo" ridacchiai passandogli la spremuta e si mise seduto ringraziandomi.
"Ho combinato una cazzata. I ragazzi mi hanno ordinato qualcosa di troppo forte" si perse nel vuoto cercando di ricordare e lo trovai una cosa inutile siccome era stato un perfetto cretino e il danno ormai era stato fatto.
"Guarda, non me ne parlare. So solo che finché staremo insieme, noi due e i locali rimarremo su due strade diverse" si girò di scatto come se avessi detto la più grossa cazzata della terra.
"Sono seria" ribadii più duramente e continuò a guardarmi confusamente, ma poi posò la spremuta sul comodino dopo averne preso un sorso e salì sopra di me.
"Attento che cade tutto" alzò le spalle indifferente e si fiondò sulle mie labbra con una mano già a salire verso i seni da sotto il mio pigiama.
"Mhm.." protestai anche se immediatamente eccitata.
Finì per posare via anche il vassoio e tornò sopra di me strusciandomisi addosso l'erezione già formata, inarcai il bacino e gli andai incontro circondandogli il collo per poterlo baciare meglio.

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