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Eravamo sedute in cucina a bere una tazza di tè e le chiesi di raccontarmi cos'era successo con papà.
"Mi ha chiamata chiedendomi di venire a stare qui per qualche giorno, ti trova strana in questi tempi e non voleva che stessi sola tutto il giorno dopo scuola, cosi ho preso il primo volo e sono arrivata ieri sera tardi e ho deciso di stare in Hotel per poi farti una sorpresa, m-".
"Ma nonna, potevi dirlo e sarei potuta andare a prenderti all'aeroporto" la interruppi.
"Non volevo disturbarvi, e poi tuo padre mi ha detto che eri da un'amica" appena lo disse mi morsi il labbro abbassando gli occhi sulla tazza.
"...quindi non era un'amica. Da quando menti a Steve?".
"Era solo una piccola bugia. Non hai finito di raccontare cos'è successo" sviai la conversazione.
"Bhe, oggi mi ha chiamata di nuovo dicendomi che sei sparita a causa di qualcosa successo con Alex. Non hai risposto alle sue chiamate e ora crede che sia tutta colpa sua e che sei scappata e sei in giro da sola, per questo sono venuta subito dopo la chiamata".
"Ah" sussurrai fra me e me e bevetti un sorso di tè per poi giocherellare con la manica dell'accappatoio.
"Vuoi dirmi che cos'è successo?" Mise fine al silenzio imbarazzante.
"Alex mi ha presa in giro per mesi mentendo che fosse gay, papà sapeva tutto e non me l'ha detto".
"Lo sai che Steve non ti farebbe mai del male intenzionalmente, vero? Se non l'ha detto avrà avuto i suoi motivi o promesso di non dirlo. Non dovresti prendertela per ste piccolezze" allungò la mano posandola sulla mia.
"Non far preoccupare tutti in questo modo. Se Alex ha veramente torto, gli davi uno scappellotto in testa e via, mi pare che non riusciate a stare lontani per troppo voi due" risi per il suo bizzarro modo di rendere tutto facile.
"Sono felice che tu sia qui" girai il tavolo e la strinsi a me baciandola.

Passammo una splendida serata a cucinare e con lei che mi dava consigli su come non rischiare con i ragazzi e su come non prendermela per ogni cosa imparando a guardare il lato positivo delle cose, gli raccontai di Nick, mi rimproverò per come mi ero comportata con lui e mi fece promettere di parlarci e spiegare tutto.
Il fatto che fosse venuta e avesse preso in mano ogni cosa era geniale, per questo mi lasciai andare e ci godemmo la serata fino a finire in camera mia per guardare un film, le preparai la camera e augurai la buonanotte sfinita e preoccupata per cosa sarebbe successo domani a scuola.

"Liliana Brown, se non ti alzi subito non risponderò delle mie azioni!" Mio padre battè il pugno sulla scrivania facendomi perdere ogni battito, volai giù dal letto finendo sul pavimento gelido, era arrabbiato, arrabbiatissimo incutendomi pura paura.
"Papà?" Sbattei le palpebre per vedere meglio.
"Da quando ti permetti di decidere da sola di non andare a scuola? Alex e la scuola mi hanno chiamato e ho dovuto lasciare il lavoro per venire a controllare se fosse successo qualcosa. La nonna pensava che non andassi a scuola. Che diavolo ti passa per la testa?" Continuò a sgridarmi camminando avanti e indietro, io ancora cercavo di capirci qualcosa finché non ricordai di non aver messo la sveglia.
"Che ore sono?" Chiesi cauta per non alterarlo di più e si girò fulminandomi con gli occhi.
"Scherzi? È quasi l'una!".
"Ma perché ti alteri tanto? Non l'ho fatto apposta, ho scordato di mettere la sveglia. Cos'è, ora vuoi picchiarmi per questo?" Finalmente riuscii a rimettermi in piedi e lo guardai male allo stesso modo aspettando.
"Vedi di non usare sto tono da superiore con me. Non so nemmeno perché ho deciso di prendermi le ferie per te. Non posso sempre mollare tutto perché mia figlia non vuole ancora crescere!" Mi porse la mano aspettando, aveva gli occhi pieni di rabbia trattenuta e le vene erano più evidenti, segno che se avessi fatto un passo falso sarei morta all'istante.
"Ho solo detto che non l'ho fatto a posta. Non puoi reagire così solo perché ho saltato scuola per una volta" ribadii borbottando, mi mise in guardia con un'occhiata, andai in bagno sbattendo la porta.
"Vedi di non buttarmi giù la casa" urlò andandosene, per dispetto mi girai e tirai dei calci alla porta per sbollire un po di rabbia, ma nulla.
Quella era veramente guerra dichiarata e lo avrei fatto pagare a tutti.

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