21 - Alex

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...è chiaro che Alex piace più di Lily, dunque..

"Dio, Alex» gemette sulle mie labbra mordendole mentre le sue dita erano fra i miei capelli tirandoli dolcemente, aumentai la stretta sulla sua vita in contemporanea con le spinte decise dentro di lei e gemette ancora più forte gettando all'indietro la testa con gli occhi che non stavano fermi dal piacere.
Mi allungai in avanti e presi fra i denti un suo capezzolo tirando e mordendo con foga fino a sentirla scossa dai brividi, finì per chiudere gli occhi quasi al limite e portai la mano libera al suo clitoride pressando e sfregando insistentemente le dita per farla urlare, ne avevo bisogno, ne necessitavano veramente sapere di essere la causa di tale piacere, il motivo per cui ora si stava stringendo attorno a me muovendo il bacino con lentezza mirata e non resistetti per quanto dovuto.
Mi svuotai dentro di lei stringendola fra le braccia e la baciai nell'incavo del collo per poi morderle il lobo.
Lei venne poco dopo e si lasciò andare sopra di me ormai senza forze e mi fece cadere disteso sul letto cercando le mie labbra e baciandomi con passione fino a mancarmi il fiato.
«Alex» sussurrò con un ultimo bacio e mi guardò sorridendo, invece di ricambiare, guardai oltre le sue spalle con sguardo perso e pensai di starle facendo un maledetto torto, perché lei era perfetta e meritava di meglio.
«starei qui con te per sempre se fosse possibile» sospirò con la testa sul mio petto, mi accarezzò la pancia scendendo sulla gamba.
«ehi, sei piuttosto silenzioso» disse ora pensierosa e sforzai un sorriso negando con un cenno.
«bhe, allora ci laviamo in fretta e mi porti fuori. Se non ricordo male tu, caro, mi devi una cena» saltò giù trascinandomi con sé e risi chiudendo la porta del bagno.

Erano passati solo un paio di settimane, ok, non è vero, erano passati più che settimane e io ormai ero maggiorenne.
Non ci avevo messo tanto per riprendermi come mi aspettavo, perché fu questione di giorni e chiarii con Max che mi disse che data quella svolta, era chiaro che non eravamo destinati a nulla e tra feste e amici, pensavamo solo alla scuola e alla bella gente.
I miei genitori avevano si e no rinunciato a riprendermi per il mio modo di farmi influenzare dagli altri, ma io ignoravo il tutto, perché era grazie a Max se avevo conosciuto una ragazza che sapesse migliorarmi la giornata ogni volta che stavamo insieme. Il passato era passato e avevo ogni intenzione di riprendere da zero come se non ci fossimo mai conosciuti.

«scusi, vuole ordinare?» mi richiese il cameriere indispettito e Dove si nascose dietro il menù ridacchiando.
«oh certo, scusi» indicai il numero del piatto e ci lanciò un'occhiata di disappunto prima di sparire.
«sei una stronza» le dissi prendendo la lista dalle sue mani e lo posai lontano osservandola avvicinare il calice alle labbra.
«è davvero buono, assaggia» me lo allungò e ne bevetti un sorso ringraziandola, spostai i capelli di lato e la baciai.
«se il tavolo è cosi grande, perché siamo appiccicati come due idioti?» chiese arrossendo per il bacio.
«bhe, perché voglio farti le coccole, tenerti la mano e baciarti ogni volta che mi va, no?» risposi e si coprì la faccia con i capelli.
La adoravo per la sua timidezza nei luoghi pieni di gente quando in realtà era una stupenda pazza scatenata nei momenti in cui eravamo solo noi due.
Ci portarono le ordinazioni e in poco tempo il tavolo si riempì di cibi che non avevo mai visto in vita mia, cercai di spiegare ai camerieri che forse avevano sbagliato tavolo, ma l'occhiata di Dove mi fece capire tutto.
«santo cielo, li finisci?».
«forse, in fondo mi hai tenuta in allenamento tutto il giorno» fu la sua risposta e non seppi che rispondere, perché tutto sommato era vero.

Eravamo immersi in una discussione sul chi dei due fosse più intelligente dai voti scolastici finché non vidi Steve entrare accompagnato da un uomo più o meno della stessa statura e muscolatura, ma la prima cosa a cui pensai fu capire chi dei due fosse più figo in semplice jeans, maglietta e giacchetta.
Li osservai di nascosto finché non presero posto e casualmente si misero vicini come me e Dove, presero il menu e l'altro uomo rise per una battuta dando un pugno sulla spalla di Steve per poi scompigliargli i capelli.
Si, non c'era altra spiegazione, era logico che potevano solamente essere dei buoni amici.
È così che la nostra cena si allungò più del dovuto, eravamo entrati in modalità detective, ma Dove non la smetteva di mangiare rischiando di farci beccare, infatti cosi fu e l'amico di Steve disse qualcosa a quest'ultimo che si girò sorridendoci.
«ecco, sei proprio negato nella riservatezza. Ci hanno beccati» disse Dove ridendo e rivolse un sorriso di scuse ai diretti interessati mentre io cercavo di essere il più naturale possibile.
«campione, come stai?» mi alzai stringendogli la mano e subendo la pacca sulla spalla.
«bene. Scusa per avervi interrotti».
«oh, figurati, Thomas è solo un carissimo amico».
«lei è Dove, Dove, Steve, il padre di Lily» lei capì al volo e strinse la mano di Steve evitando il solito 'e sono la sua ragazza', per fortuna.

Pagai il conto una volta liberati dall'imbarazzo e presi Dove per mano.
«..tanto per chiarire è stata colpa tua se ci hanno beccati» la zittii sistemandole il vestito, lei di fermò con le mani ai fianchi e si finse offesa.
«invece no» ribadì buttando malamente all'indietro i capelli.
«invece si, la verità è che tu e i tuoi stupendi occhi sempre luccicanti siete piuttosto innotabili» controbattei e rimanemmo a guardarci in cagnesco per qualche secondo finché non mi si gettò tra le braccia combaciando le nostre labbra.
«sei un cretino e non capisco perché ti adoro proprio per questo» sussurrò tirandomi il labbro.

Solo Sesso Per DifesaWhere stories live. Discover now