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Ero lì, seduta sulla sedia, le gambe incrociate, le mani tra i capelli, il cuore pompante forse troppo velocemente.

Vaffanculo a quei due che si stavano per scopare a momenti.
Odiavo vederli baciarsi in quel modo, lo trovavo fuori luogo e poco rispettoso.

"Finito?" chiesi battendo le mani scocciata.

Max mi fece il segno di aspettare e depositò un bacio sull'angolo delle labbra di Alex e mi permise di parlare.
"Restate a casa mia quanto vi pare. Io esco con Emily. Non sporcatemi la casa prima del rientro di mio padre, nemmeno i letti" dissi ad Alex, non li lascia nemmeno rispondere e corsi fuori mandando un messaggio ad Emily per farmi aspettare davanti a Rikki's.

Mi stufai di camminare e cominciai a correre come una cogliona e per sbaglio presi a piangere per una stupidata del genere.
Avrei dovuto smettere di stare male per Alex, l'avevo rifiutato io tempo fa ed in fondo era colpa mia se era diventato cosi. Eppure ero cosi ossessionata dall'idea di stare con lui e togliere di mezzo quello stronzo.
Arrivai davanti al bar e vidi Emily tra le braccia di un suo amico. Mi avvicinai cautamente salutandoli con un bacio sulla guancia.
"Dov'è mio fratello?" chiese guardando dietro di me.
"Con il tipo" risposi nascondendo il fastidio.
"Abbiamo ordinato un drink. Vieni" mi portarono dentro dirigendosi al bancone e prendemmo posto facendo le presentazioni.
Tra i due ragazzi, mi colpì di più Nick, era simpatico, gentile e bellissimo. Una netta rappresentazione di Alex, forse fu quello ad attirarmi.
Restai vicino a lui tutto il tempo ignorando Emily e Sam.
"Quindi vivi solo con tuo padre" ripeté per confermare ed annuii per la seconda volta.
Ordinò un altro drink offrendomelo e lo bevetti anche se ero quasi ubriaca.
"Ti va un giretto fuori?" allungò la mano che afferrai subito e lui sorrise sollevato.
Passeggiammo giusto nei dintorni del bar continuando a farci domande imbarazzanti per conoscerci meglio.
"Quand'è finita la tua ultima relazione?".
"Non è mai iniziata" risposi imbarazzata e se ne accorse accarezzandomi le guance improvvisamente troppo calde.
"Scusa. Non era mia intenzione spingermi troppo oltre. Se ti interessa io ero fidanzato fino a quattro mesi fa." prese il cellulare mostrandomi lo sfondo che raffigurava una ragazza esageratamente bionda che lo stava baciando.
"Ci tieni ancora a lei..." osservai confusa. Ho frainteso tutto. I suoi non erano delle avances.
"Non la metterei proprio cosi. Le voglio semplice bene. Non è amore" aggiunse frettolosamente come se mi dovesse dare delle valide spiegazioni, alzai le spalle non sapendo che dire, mi girai tornando accanto a lui e continuammo a girare finendo all'entrata del Rikki's.
"Ti ehm...ti va di rivederci tipo...domani?" passò la mano sul collo intimidito non so da cosa. Quella imbarazzata ero io senza dubbio.
"Certo, sarebbe bello" nel rispondere uscirono Emily e Sam che ci dissero di dover tornare a casa, io preferii dilungarmi con Nick.
"Ti riporto a casa io" tirò fuori le chiavi sventolandomele davanti agli occhi, salii aspettando che partisse.
"Emily non mi aveva detto di avere un'amica cosi carina" si complimentò accelerando. Mi appoggiai bene allo schienale e guardai la strada.


Parcheggiò davanti al portone e si girò verso di me.
"Notte" sussurrò dolcemente, era già al "morso del labbro" da indeciso sul da farsi. Capii cosa volesse fare.
"A domani" trattenni il respiro fissandolo come stava facendo con me.
Ci trovammo molto vicini e sfregò il naso contro il mio per poi sfiorare le mie labbra con le sue.
"Mi ha fatto piacere conoscerti" quelle furono le sue ultime parole prima di baciarmi, si tolse la cintura e mi strattonò dal braccio per avere più contatto, infilai le mani sotto la sua maglia tastando l'accenno di muscoli e il suo corpo piacevolmente caldo, lui mi sfilò la giacchetta e affondò le labbra dentro la mia canottiera leccandomi sul seno. So bene a cosa starete pensando e si, avete decisamente ragione.

In un attimo mi ritrovai solo in reggiseno che in seguito fu abbassato per scoprirmi del tutto, strinse i miei capezzoli uno con i denti e l'altro con le dita facendomi gemere ad occhi chiusi.
Mi morsi il labbro sussurrando il suo nome quando infilò la mano nelle mie mutandine andando subito a penetrarmi con le dita, mi allargò le gambe per avere più accesso e spinse in profondità facendomi quasi male, ma mi fece eccitare a tal punto da spingere i fianchi in avanti per avere di più.
Occupai le mie mani togliendogli la cintura e aprendogli i jeans, strinsi la presa sulla sua erezione che si stava ingrandendo sempre di più, lo sfiorai sulla punta e bastò per farlo gemere e quindi tolse un attimo le labbra dai miei capezzoli.
Tolsi le sue dita da me e mi piegai prendendo il suo cazzo in bocca perseguitando ad andare su e giù premendolo con le labbra.
Mi strinse i capelli e si mosse dentro con i fianchi entrando ed uscendo dalla mia bocca con gli occhi serrati per il troppo piacere.
Affondò tre quattro volte bloccandomi il respiro per un attimo, ma alla fine mi venne in bocca ed ingoiai tutto alzando lo sguardo verso di lui, sorrise soddisfatto e si riprese un attimo prima di tornare a me, mi invitò a riaprire le gambe ed eseguii, stimolò il mio clitoride con il pollice mentre infilava lentamente le dita dentro di me, mi aggrappai alle sue braccia e mi baciò per soffocare i miei gemiti.
Mi portò sulle sue gambe dopo essersi girato verso di me e strusciò la sua erezione sulla mia entrata muovendomi sopra di lui, continuò cosi finché non venni.
«sei davvero eccitante, è bene che tu lo sappia» sussurrò mordendomi il lobo e ridacchiai cercando di rimettermi a posto. A trovarla una stupida e ossessionata da tutto ciò che era perverso e che arrivasse a tanto poche ore dopo il primo incontro!
«anche tu. Tralasciando il fatto che non ti sei spogliato quanto me, è stato bello» mi baciò ancora sulle labbra e si alzò i pantaloni.
Restammo ancora in macchina confermando l'appuntamento per il giorno dopo che credetti non ci sarebbe più stato dopo il nostro amplesso.
Lo salutai, uscii dalla macchina ed entrai in casa chiudendo la porta dietro di me. Salii in camera, buttai la giacca a terra e mi cambiai correndo in bagno per pulirmi.

Finii dritta a letto.

Al mio risveglio, la prima cosa che feci fu correre nella stanza di mio padre per vedere se fosse ancora lì. Fortunatamente lo trovai che stava ancora dormendo, gli saltai addosso abbracciandolo, mormorò cose incomprensibili ed aprì gli occhi ridendo alla mia vista.
"Cosa succede?" arrivò dritto al punto e decisi di dire la verità.
"Che dovrei fare con Alex?" chiesi e si mise a sedere.
"Non posso dirti di lasciarlo perdere, perché ci tieni. Quindi cerca di capire che non può funzionare. Lo hai rifiutato tu in fondo" non era quella la risposta che volevo, ma aveva ragione.
Vedendo la mia faccia triste, mio padre mi baciò sulle labbra.
"Che schifo, papà" lo spinsi dietro pulendomi la bocca, mi derise e si alzò andando in bagno, tornai invece nella mia di stanza preparandomi per la scuola.
Venti minuti dopo ero pronta, presi un biscotto dal barattolo in cucina e corsi fuori una volta salutato mio padre.
Quella mattina non aspettai Alex, anzi, presi un'altra strada sicura di non beccarlo in giro.
Arrivai con solo due minuti di ritardo, salii al terzo piano senza fiato e bussai alla porta della mia classe ansiosa di sedermi vicino al mio...migliore amico.
"In ritardo, ancora." quella stronza della professoressa di biologia mi guardò male annotando qualcosa sul registro elettronico.
"Deve giustificare il ritardo signorina Brown" disse evitando il mio sguardo omicida. Troia.
Al fondo, Alex non smise un attimo di chiedermi dove fossi stata.
"Sono qui, no? Quindi piantala con ste domande del cazzo!" quasi urlai arrabbiata, credo che lo spaventai o lo offesi, ma non mi interessò per una volta.
Per tre ore di fila, fra cambi di classi, seguii le lezioni alla perfezione rendendomi conto che la mia unica distrazione era Alex, all'intervallo mi rifugiai nel bagno delle femmine per tutto il quarto d'ora sentendomi sola e colpevole.

Solo Sesso Per DifesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora