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Dispiaciuta per l'inattività improvvisa.
Buona lettura👑❤

Fortunatamente, dico, la settimana era volta come se niente fosse mentre il sorriso non mi abbandonava le labbra al pensiero che sarei uscita con Alex.
Il sabato c'era, il vestito c'era ed Alex c'era, ma quello che non andava era l'idea repressa che anche Dove si sarebbe trovata nello stesso locale e dicendolo ad Alex, gli aveva detto che non vedeva l'ora di passare del tempo con lui.
"Non dovevate partire per le nove?" Chiese mio padre bussando dalla porta della camera.
Ero seduta sul davanzale guardando fuori, a dire il vero dovevo controllare il cancello, ma mi ero persa.
"Si, ehm, certo. Non è ancora l'ora, Alex non c'è" risposi dicendogli di entrare.
Lo osservai un attimo perché era davvero carino nel suo nuovo completo da lavoro, pantaloni stretti neri e la camicia bianca che ho sempre pensato desse un fascino irresistibile agli uomini.
"Alex è qui da dieci minuti" disse dopo i secondi di silenzio fra noi.
"Oh cazzo!" Dissi scendendo dalla postazione e afferrando la giacchetta.
"La borsa?" Urlò e imprecai tornando in camera.
"Buona serata"
"Anche a te, papà" lo baciai sulla guancia e corsi fuori dove Alex stava facendo avanti e indietro nel vialetto.
L'illuminazione rifletteva sulla camicia azzurra che Dio, gli stava divinamente e gli illuminava altrettanto il viso ben curato con gli occhi socchiusi, perché sensibili alle luci forti.
Non capii il motivo, ma aveva un ciuffo che pendeva apparentemente dandogli fastidio all'occhio sinistro, ma cazzo, soffiarci per scostarlo mi mandò in palla gli ormoni, perché superava "l'attraente" sotto ogni punto di vista con quei jeans stretti che lo fasciavano alla perfezione.
"Cazzo..." dissi fra me e me coprendomi le spalle con la giacchetta, sorrise mordendo le labbra prima di venirmi incontro fino a trovarci a faccia a faccia.
"Non scherzi con sto vestito, piccola" accarezzò la pelle scoperta dalla scollatura lasciandovi un bacio e mi lasciai avvolgere dai tremolii di piacere.
"Ti sta divinamente" disse ancora, stavolta baciandomi sul collo e io gemetti volendo molto di più; uscimmo fuori e vidi la macchina parcheggiata davanti al portone, mi apri la portiera ed entrai cercando la cintura.
"Ehi, piccola"
"Mhm...si?"
"Sei stupenda" si chinò a darmi un altro bacio ed arrossii ricambiando.
Entrò in macchina e mi fece tenere il cellulare prima di avviarsi.

A guardare come le macchine scorrevano accanto a noi, con una musichetta strappalacrime in sottofondo dalla radio, mi persi di nuovo nei miei pensieri immaginando d'aver già finito la serata, lui ubriaco come tutte le volte in cui eravamo usciti per locali, arrivare a casa e doverlo spogliare prima che si addormentasse, anche se lo avrei fatto volentieri in un'altra situazione, ma sorrisi al pensiero di un Alex ubriaco e la solita voglia di ridere quando iniziava a sparare cazzate.
E poi a breve avrei fatto i diciott'anni, per i quali non volevo una festa, ma andare in un viaggio qualsiasi con lui almeno per una settimana, per averlo veramente tutto per me e per scoprirci anche se quella parola, fra noi, non doveva esistere.
Lo guardai con la coda dell'occhio e non saprei spiegarlo, ma provai qualcosa di incredibile che dalla piacevole sensazione, poteva far stare male.
Era perfetto, davvero, in ogni suo dove e in momenti come quelli, faticavo a credere d'aver avuto la fortuna di conoscerlo.
D'istinto appoggiai la mano sulla sua coscia accarezzandola e mi guardò sorridendo, poi si morse le labbra mentre abbassava gli occhi sulle mie.
"La strada" lo avvertiti e rinunciò a qualunque cosa stesse per fare con uno sbuffo.
Una mezzoretta di viaggio non ce lo tolse nessuno e arrivati sul posto, ci rendemmo conto che era già pieno, ma per fortuna Alex aveva prenotato un tavolo.
"Spetta" tolse le chiavi e scese dalla macchina andando ad aprirmi la portiera.
"Grazie" dissi accettando la mano che mi porse, mi aiutò a mettere la giacchetta e mi passò la borsetta ricevendo un bacio che non gli bastò, infatti mi lasciò contro la macchina, intrappolata con il suo corpo, e mi circondò il viso sfiorando le nostre labbra, che a mia volta socchiusi per lasciare che spingesse la lingua contro la mia.
Gli circondai la vita stringendo gli occhi per non perdermi nessuna sensazione mi provocasse in quel momento, soprattutto quando portò le labbra sul mio collo, proprio dove pativo maggiormente, mordendo lungo la scia fino alla clavicola.
"Non ho più voglia di andarci" mormorò scendendo di nuovo alla scollatura, ma lo sviai anche se per ciò che intendeva, avrei accettato anche lì.
"Smettila, ormai ci siamo" lo morsi sul mento e lo presi per mano lasciandomi guidare.

Al tavolo, grande e circondato dai divanetti, mentre eravamo fermi a parlare con uno dei responsabili, notai che vi erano già seduti alcuni suoi amici e Max appiccicato a Ethan distratto da alcune ragazze che twerkavano per attirare la sua attenzione, cercai gli occhi di Alex che comprese il disappunto stringendosi nella spalle.
"Non te l'ho detto?" Si finse innocente.
"Immagino di no, siccome credevo avremmo avuto almeno il tavolo da soli" tolsi la mano dalla sua e tirai fuori il cellulare.
"Che stai facendo?"
"Trovo un mezzo per tornare a casa" risposi senza guardarlo e mi levò il cellullare dalla mano.
"Fidati di me, ti divertirai e ci sono per proteggerti dai maliziosi" detto ciò, studiò con dubbio l'abito che stavo indossando, bianco, corto, giusto, giusto fino a poco più su delle ginocchia, abbastanza attillato che mostrava gran parte dei lineamenti del mio fisico e scollo non profondo.
"Stai attenta" mi avvertì e mi stette davanti fino a quando non arrivammo al tavolo, mi sedetti una volta salutati tutti e mi strinse subito possessivamente a sé.
"Volete ordinare?" Apparse un cameriere e Alex annuì ordinando un analcolico per tutti e due, cosa che sconvolse in seguito i suoi 'amici,' che dopo avergli dato dello sfigato burattino della ragazza, lo costrinsero ad ordinare l'alcolico più forte nel menu.
"Amore, non farlo" cercai di fuorviarlo, ma aveva il vizio di voler sempre dimostrare qualcosa a tutti, perciò non fece nemmeno caso a come lo avevo chiamato e richiamò il cameriere.

Smisi di contare i giri di Alex per la troppa confusione: non capivo nulla, causa di grida, musica troppo alta, luci da mal di testa e gli amici di Max da tenere d'occhio siccome avevano portato stupefacenti per 'sballarsi' di più a detta loro.
Eravamo lì da due ore e mi accorsi ancora che Alex ordinò da bere con un cenno al barista che sorrise annuendo, intanto fissai le tipe di prima sedersi con noi senza permesso, bevettero dal bicchiere di Ethan e di altri amici di Alex che decisero di offrire un giro a tutti. Ancora.
"Ballate per noi!" Urlarono all'unisono assordandomi, chissà da quando avevano iniziato con gli alcolici per quanto sembrassero all'ultimo stallo di ubriachezza.
Le ragazze non se lo fecero ripetere due volte e presero a ballare nel centro, per cui fui invasa da una serie di culi femminili che mi fecero sentire fuori luogo, più di quanto già non fossi.
"Dai, vieni anche tu" una mi tirò con forza dal braccio che mi alzai e poi andai a finire addosso ad uno degli amici di Alex che mi palpò il culo mentre mi dimenavo per potermi allontanare.
"Che cazzo fai!" Sbraitai girandomi una volta in piedi, al contempo ricevette uno schiaffo sotto gli occhi sbalorditi di tutti.
"Non.avresti.dovuto" disse solo e andò verso i bagni seguito da un Alex infuriato quanto ubriaco.

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