Capitolo 4.

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Quando si immagina di avere d'avanti nove ragazze in pantaloncini e canotta la mente va subito agli angeli di Victoria Secret's che, aspettando l'inizio dello show chiuse nei loro camerini, si scattano selfie con i capelli perfettamente cotonati ed un trucco che farebbe invidia anche a Lisa Eldridge. Se provassimo ad aggiungere un piccolo particolare, ovvero se si provasse ad imaginare nove ragazze in pantaloncini e canotta chiuse in un college californiano, sarebbe impossibile non pensare ad uno di quei pigiama party che caratterizzano le scene più famose della maggior parte dei film adolescenziali dei registi americani.

Ma la vita non è una sfilata di moda o un film, purtroppo. 

La vita vera, o meglio la mia vita, è fatta di altro.

Se chiedeste a me di immaginare nove ragazze in pantaloncini e canotta la mia mente penserebbe inevitabilmente a delle atlete che si stanno allenando su un campo da basket; se dovessero ulteriormente restringermi il campo di pensiero e quindi racchiudere tutto in un college californiano, beh...ho l'esatta scena a cui fate riferimento d'avanti agli occhi.

Sono solo le 5 del pomeriggio ma io e le ragazze abbiamo cominciato l'allenamento subito dopo la fine dell'ultima lezione scolastica, praticamente due ore fa, e solo adesso abbiamo avuto la possibilità di riprende un po' di fiato e fermarci 10 minuti prima di ricominciare per fare anche l'ultima ora di preparazione. È da qualche giorno, ormai, che coach Freeman è più nervoso ed esigente del solito, forse perché non vuole farci arrivare impreparate all'imminente ripresa del campionato o a causa della pressione che tutta la scuola ci sta mettendo addosso, e sta rendendo i nostri i nostri pomeriggi un incubo; Kaira ha persino minacciato di abbandonare la squadra a causa degli allenamenti troppo duri e del grande carico di stress che sta accumulando.

«Ma è possibile che quell'uomo non abbia altro a cui pensare se non dei modi per torturarci?» chiede Kaira sbuffando mentre cerca di massaggiarsi il muscolo del braccio destro che, a quanto dice, le sembra contratto.

«Ragazze, a quanto dicono, il campionato di quest'anno sarà più spietato del solito...vi chiedo solo un'ultimo sforzo.» rispondo mentre cerco di prendermi il piede destro per fare un po' stretching; è scontato che in quanto capitano io stia chiedendo alle ragazze un'ultimo sforzo ma posso assicurare la stessa disponibilità anche io dato che, nonostante mia sia fermata solo quattro giorni, mi sento uno straccio?

Nello stesso istante in cui Kaira emette un gridolino di dolore, sento i polpacci andare in fiamme e, per quanto voglia illudermi che sia un'atleta resistente e pronta a tutto, non penso che le mie gambe possano reggere ulteriore fatica quindi, lentamente, mi accovaccio sul parquet freddo della palestra e lascio ciondolare un po' i muscoli in cerca di relax. Reeve e Wellie, poco distanti da me, stanno sciogliendo i sali minerali nelle loro borracce ma l'immagine, nel complesso, non può che farmi ridere per quanto sia esilarante: le loro facce sono completamente rosse per la fatica dell'allenamento e, nonostante si fossero presentate con i capelli perfettamente legati -Reeve ha raccolto i lunghi capelli biondi in una coda alta mentre Wellie li ha sistemati in due piccole trecce scure- ci sono tantissimi ciuffetti di capelli arruffati che sbucano da ogni parte del volto facendo quasi sembrare un'impresa titanica lo sciogliere una bustina di polvere arancione nelle rispettive borracce.

«Non voglio risultare esagerata ma...non mi sento più le gambe!» sbuffa Toril mentre si lascia scivolare sul parquet, con braccia e gambe spalancate, in cerca di un po' di conforto da parte del legno freddo; anche Lou fa la stessa cosa.

«Mi sa proprio che non potrò usare i tacchi stasera alla festa...» sentenzia Lou mentre, alzandosi la canotta bianca e mettendo in mostra la pancia piata e perfettamente allenata, si asciuga le goccioline di sudore che le segnano la fronte.

BARCODEWhere stories live. Discover now